Un altro giro: la storia vera dell’esperimento alcolemico raccontato nella pellicola danese premiata agli Oscar 2021
Un altro giro è il film danese del 2020 con protagonista, tra gli altri bravissimi interpreti, un Mads Mikkelsen (ora al cinema in Animali Fantastici 3 nel ruolo che fu di Johnny Depp) decisamente in forma che interpreta un insegnante di storia parte del gruppo che decide di testare la teoria sul miglior rendimento personale generato dall’assunzione di un certo livello di alcool. Ma la storia di questo esperimento è vera?
In realtà non si ha notizia di un gruppo di professori che abbia cercato di testare la teoria suddetta e ad ispirare la realizzazione del film da parte di Thomas Vinterberg è la teoria pura e semplice, così come postulata dallo psichiatra norvegese Finn Skårderud.
Solo le persone del mondo del cinema, esterne al mondo accademico, la definirebbero una teoria –Finn Skårderud.
In breve, lo psichiatra ritiene che il corpo umano viva e lavori in deficit di una gradazione alcolica ottimale e che se tutti mantenessero un certo tasso di alcool nel sangue, il continuo e leggero stato d’ebbrezza migliorerebbe tutte le performance lavorative e sociali, eliminando panico, depressione, ansia e ogni freno acuendo capacità creative e cognitive.
Ma non è questo l’aspetto particolare che si nasconde dietro ad Un altro giro, perché in realtà ciò che ci si chiede al termine della visione è a chi sia dedicato, cioè chi sia la “Ida” dei titoli di coda. Il mistero è presto risolto e dona ancora più valore alla pellicola e al lavoro del regista.
Ida era la figlia di Thomas Vinterberg, morta in un tragico incidente stradale a soli quattro giorni dalla fine delle riprese del film. La ragazza, nel cui liceo è stato girato Un altro giro, ha attivamente partecipato alla realizzazione del progetto ed ha dato l’idea al papà di inserire, come rappresentazione dell’identità culturale danese, la “corsa del lago” una celebrazione locale nel corso della quale professori e giovani diplomati, a seguito dell’esame di maturità, corrono intorno a un lago bevendo intere confezioni di birra.
Per Vinterberg riprendersi dalla tragica morte della figlia è stato terribile e probabilmente non ci è riuscito completamente e mai ci riuscirà:
Quando è morta, ero circondato da psichiatri e strizzacervelli che mi dicevano: se riesci a mangiare e farti la doccia, se puoi guardare negli occhi le persone senza piangere, allora forse dovresti rimetterti al lavoro. Io rispondevo che non potevo, che piangevo tutto il tempo, lo faccio ancora adesso.
E’ stato però in grado di trovare, proprio in onore di Ida a cui ha dedicato anche il premio Oscar, la forza di terminare il progetto che avevano intrapreso insieme e che lei avrebbe voluto sicuramente vedere ultimato.
E probabilmente è per Ida anche la scena finale del film, meravigliosa citazione felliniana, con l’inno alla vita ballato da Mads Mikkelsen.
What a life
What a night
What a beautiful, beautiful ride
Don’t know where I’m in five, but I’m young and alive
Fuck what they are saying, what a life – What A life by Scarlet Pleasure