Tutti per Uma esce nelle sale il 2 giugno e promette di riportare le famiglie alla magia del grande schermo con una favola dei giorni nostri a metà tra il teatro e i classici anni ’80. A questo link un’intervista al cast ed alla regista, Susy Laude.
Tutti per Uma (2021)
Regia: Susy Laude; Soggetto: Alessandro Bardani, Paola Pessot, Severino Iuliano; Sceneggiatura: Sole Tonnini, Paola Pessot; fotografia: Marcello Montarsi; scenografia: Arturo Andreoli; costumi: Roberta Goretti; musiche: Daniele Grammaldo, Luca Proietti; montaggio: Giacomo Villa; interpreti: Pietro Sermonti (Ezio), Lillo Petrolo (Dante), Antonio Catania (Attila), Laura Bilgeri (Uma), Dino Abbrescia (Viktor), Gabriele Asanelli (Francesco), Valerio Bartocci (Emanuele), Carolina Rey (Viola); produzione: una coproduzione Italia e Austria di Camaleo, Elly Film e Vision Distribution, in collaborazione con Sky e Prime Video; Distribuzione: Vision Distribution; origine: ITALIA – 2021; durata: 99′.
La trama di Tutti per Uma
A raccontare la storia è il più giovane di casa, Emanuele, una piccola peste dai capelli rossi che viene chiamato da tutti “nano”; il bambino introduce allo spettatore la sua famiglia, i Ferliga: c’è suo fratello Francesco, con la passione per la danza; suo padre Ezio, che dalla morte della moglie si dedica a tempo pieno all’apicultura; lo zio Dante, eterno bambino che passa il tempo a filmare sketch da postare sui social; e poi il capofamiglia, nonno Attila, che è preoccupato per il futuro della loro impresa.
I Ferliga, infatti, possiedono un’azienda vinicola che ha conosciuto grandi successi in passato ma che ora è in un momento di forte crisi; Attila si chiede cosa ne sarà un domani, considerando che non crede che suo figlio Ezio e suo fratello Dante possano essere in grado di gestirla, e che i suoi due nipotini sono ancora troppo piccoli. Viktor, banchiere e vecchio amico di famiglia, gli propone di firmare un’ipoteca sulla casa per porre rimedio ai suoi guai finanziari (e in realtà per impossessarsi di tutti i suoi beni).
In questo universo tutto al maschile, in una notte di tempesta arriva Uma. O meglio, arriva una principessa austriaca dal nome lunghissimo e impronunciabile, in fuga dal suo castello perché spaventata dall’idea di doversi sposare a breve: cresciuta soltanto tra le donne, non riesce ad immaginare la sua vita con un uomo. La principessa cerca rifugio nel casale dei Ferliga e fa subito amicizia con Francesco ed Emanuele, che la ribattezzano appunto Uma e la presentano agli altri uomini di casa come una ragazza alla pari, per proteggerne l’identità.
L’arrivo di Uma rischiarerà le vite dei cinque uomini, perché insegnerà a ciascuno di loro, con dolcezza e semplicità, cosa fare per riprendere in mano il proprio destino che sembra ormai allo sbaraglio. Allo stesso tempo, l’aver fatto conoscenza con cinque figure maschili così diverse tra loro insegnerà alla giovane donna a non temere più l’ipotesi del matrimonio.
Il commento al film
Susy Laude, alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, ha un passato nel teatro ragazzi ed una passione per i family movie degli anni ’80 e ’90. Entrambi questi elementi traspaiono chiaramente nel film, sia nelle luci e nei costumi, sia nella scelta delle tematiche da trattare e nella costruzione dei personaggi.
Francesco ci parla di bullismo e di stereotipi di genere: il figlio di Viktor lo tormenta fuori e dentro la scuola, e zio Dante e nonno Attila non accettano la sua passione per la danza (a loro dire chiaramente femminile), che invece era molto spinta dalla madre prima che morisse.
Emanuele è il classico bambino pestifero alla continua ricerca di attenzioni perché in realtà, purtroppo, quasi tutti in famiglia sembrano sempre dimenticarsi della sua esistenza.
Dante trova nel video-making la sua unica fonte di sfogo da una vita all’ombra di suo fratello Attila, che invece ha saputo creare un impero partendo da zero e che non l’ha mai rispettato.
E poi c’è Ezio, che dalla morte di sua moglie Fiore non riesce più a concentrarsi su nulla, né sui suoi figli né sul suo miele, che veniva buono solo quando sua moglie era ancora in vita. In realtà come figura paterna Ezio è distratto ma supportivo per entrambi i suoi figli, forse proprio nel tentativo di non ripercorrere la strada di Attila, che nei suoi confronti è stato un padre distaccato e anaffettivo.
Una nota negativa è data dal fatto che si sono voluti trattare molti temi in una storia sola, e quindi qualcuno per forza di cose rimane un po’ sospeso (la risoluzione del conflitto tra Francesco ed il suo bullo appare davvero molto affrettata anche per due bambini). Le due sequenze cantate, inoltre, non sono indispensabili per la riuscita del film e forse stonano un po’.
Ciò che invece staglia è il clima di complicità che si è creato tra gli attori: soprattutto tra Lillo Petrolo e Pietro Sermonti, che interpretano coppia zio e