Secondo altre voci la produzione sarebbe orientata verso un profilo più giovane e di conseguenza Tom Hardy non rientrerebbe per il ruolo. Un’altra perplessità riguarda l’altezza perché la star di Peaky Blinders diventerebbe lo 007 più basso di tutti i tempi (1.75m). Infine, di solito Barbara Broccoli e Michael G. Wilson scelgono nomi poco conosciuti per interpretare una nuova incarnazione della spia più famosa del mondo, mentre Tom è già noto a livello mondiale.
Al di là di queste consuetudini, a noi l’idea di Tom Hardy come nuovo 007 piace e abbiamo pensato anche a chi potrebbe dirigere il suo film nella saga.
Tom Hardy e Christopher Nolan in un Bond movie
Christopher Nolan è un grande fan di 007: soprattutto in Tenet notiamo l’influenza della saga e il regista ha dichiarato di essersi ispirato a La spia che mi amava per dirigere il suo ultimo film. Nolan produce anche i suoi film e cura molto gli effetti speciali, preannunciando un possibile Bond movie fenomenale. Alcuni potrebbero criticare le sue abilità nella sceneggiatura, ma sappiamo che di solito i film di James Bond sono co-scritti da Neal Purvis e Robert Wade, storici sceneggiatori del franchise dagli anni ’90, che potrebbero rendere la pellicola “meno complicata”. Siamo sicuri che Nolan sarebbe un’ottima scelta per dirigere Tom Hardy come 007.
“Il mio amore per il genere degli spy movie arriva dal franchise di Bond, e in particolare dal personaggio di Bond. Ne so quanto Alan Partridge, ormai è nel mio DNA. Non ho bisogno di ritornare sui film e guardarli ancora.
Il primo film di James Bond che ricordo di aver visto al cinema è stato La spia che mi amava con Roger Moore.
Credo di aver avuto sette anni quando lo vidi al cinema con mio padre. Quello che ho sempre cercato di conservare da quella esperienza è la sensazione di avere la possibilità di saltare dentro lo schermo e di viaggiare in ogni angolo del pianeta vedendo cose straordinarie. Aveva una portata spettacolare davvero notevole. Era escapismo allo stato pure con l’aggiunta di una componente fantasy. D’altronde, c’era una macchina che diventava un sottomarino e altre cose del genere.
Penso di aver speso buona parte della mia carriera alla continua ricerca di quelle sensazioni, cercando di fornire attraverso i miei film un’analoga esperienza al pubblico. Ho sempre voluto riportare le persone a quel senso di meraviglia relativo a ciò che i film possono fare e dove ti possono accompagnare”.