La storia di Fox Rich è quella di tante altre donne ma, allo stesso tempo, è a suo modo unica. All’inizio degli anni ’90 ha commesso una rapina insieme a suo marito Rob, per la quale lui ha subito una condanna a sessant’anni di carcere: per questo Fox ha passato i successivi vent’anni affrontando un’estenuante battaglia legale per la sua scarcerazione.
Sulla sua storia la regista Garrett Bradley ha cucito un toccante documentario che mostra i filmati personali che la stessa Fox ha raccolto negli anni e materiale girato appositamente per approfondire la situazione attuale: nasce così il documentario Time, che ha debuttato al Sundance Film Festival nel 2020 e che al momento è disponibile sia sulla piattaforma Amazon Prime Video sia su Youtube (cliccando qui).
Donna, moglie, madre, imprenditrice, Fox Rich è forte e determinata, ma al contempo incredibilmente umana e fragile; in Time vediamo i suoi filmati personali, che girava per mostrare al marito in prigione come crescevano i loro figli: sono spezzoni di vita privata, di tutti i giorni.
Feste di compleanno, il primo giorno di scuola, pancioni che crescono, tutti mostrati in una sorta di vlog in bianco e nero e con una delicata colonna sonora, in cui questa donna apre il suo cuore per non far sentire troppo forte il distacco fra un padre e i suoi figli.
“E’ una bellissima giornata oggi, mi piacerebbe che potessi godertela anche tu”
“Ma ci pensi che ti ho incontrato che avevo sedici anni?”
dice Fox alla sua telecamera, in un continuo monologo dedicato all’uomo che ama. Cambiano via via i mezzi che usa, da una videocamera a mano a un cellulare; cambiano i toni: non si rivolge più solo al suo uomo ma a tutte quelle persone che sono nella sua stessa situazione.
Col passare del tempo la donna è riuscita a costruirsi una carriera stabile e il documentario è il racconto del suo viaggio personale che, in qualche modo, è lo stesso di tante altre donne che lottano col sistema carcerario Statunitense.
Il risultato è una pellicola toccante e profonda, e l’uso dei filmati originali rende l’esperienza ancora più immersiva per lo spettatore: il racconto è spesso lasciato integralmente a loro, senza l’uso di un narratore esterno, e ci si sente trasportati lì con Fox, in casa sua, o agli incontri che teneva in pubblico.
Per questo suo lavoro Bradley ha ricevuto i premi per la regia a Doc NYC e agli IDA Awards e svariati altri riconoscimenti (tra cui il National Board of Review, il National Society of Film Critics, il New York Film Critics Circle e il Black Film Critics Circle), ma soprattutto potrebbe entrare nella storia.
Il documentario infatti è candidato agli Oscar e se vincesse sarebbe la prima volta che una regista donna di colore si aggiudicherebbe la statuetta per questa categoria.
Anche Bill Gates ha speso alcune parole in favore di Time e della sua candidatura agli Oscar nelle sue Gates Notes
“Questo è uno dei film più intimi che abbia mai visto. Tiene traccia di avvenimenti dal carico emotivo quasi insostenibile. C’è una scena, verso la fine, che non assomiglia a nient’altro abbia mai visto in un documentario…
Se Time vincesse l’Oscar quest’anno, sarebbe il primo documentario diretto da una regista nera a ottenerlo. Il talento di Garrett Bradley la rende sicuramente meritevole di mettere a segno una simile pietra miliare.”
In conclusione, Time è decisamente un film che merita di essere visto per conoscere uno spaccato di realtà che coinvolge migliaia di persone e di cui ancora non si parla abbastanza.