Il 30 Aprile al cinema sono uscito molto soddisfatto e stupito dopo la visione di Thunderbolts*: lo attendevo come tutti i cinecomics di quest’anno, senza particolari aspettative a riguardo, e, invece, mi sono unito agli scroscianti applausi della sala. D’altronde, leggendo i commenti delle anteprime della sera precedente, si preannunciava un ottimo film e su Rotten Tomatoes è tra i migliori prodotti cinematografici Marvel, con un indice di gradimento del 90% basato 176 recensioni. In Italia debutta bene al box office con 565.565 euro nel primo giorno, superando i 512.968 euro di Captain America: Brave New World.
Thunderbolts* chiude l’altalenante Fase 5 del Marvel Cinematic Universe con una storia che riesce a conquistare lo spettatore: azione ed emozioni si fondono per parlare di individui segnati, non più eroi patinati, ma antieroi che devono fare i conti con traumi, fallimenti e con un passato che li divora. In loro si fa strada una consapevolezza scomoda, ma liberatoria: è nella connessione con l’altro, nella solidarietà, che si trova la forza di andare avanti. Il cast è perfetto, a partire dall’eccellente Florence Pugh, e la trama riesce a dar il giusto spazio anche agli altri personaggi. Rivediamo insieme il trailer:
In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?
Thunderbolts*: una squadra, un abisso, una possibilità
Composto da ex supercriminali, similmente alla Suicide Squad, il gruppo è stato creato dallo scrittore Kurt Busiek nel 1997 sulle pagine dei fumetti e al cinema riesce a superare il paragone con i rivali della DC Comics, ponendosi tra le grandi squadre del prossimo Avengers: Doomsday. Dopo un rinvio di quasi un anno a causa dello sciopero SAG-AFTRA del 2023 arriva finalmente al cinema Thunderbolts*, annunciato ufficialmente tre anni fa, quando i Marvel Studios hanno scelto il regista Jack Schreirer (Città di carta).
La comparsa del personaggio di Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) è stata la chiave di volta per presentare questo gruppo nel Marvel Cinematic Universe: nella scena post credit di Black Widow ha incontrato Yelena Belova (Florence Pugh) e in The Falcon and The Winter Soldier ha assoldato John Walker/US Agent (Wyatt Russell) e noi abbiamo pensato che organizzasse un nuovo team segreto affiliato al governo degli Stati Uniti.
Thunderbolts* riporta sullo schermo anche altri personaggi del Marvel Cinematic Universe, tra cui Bucky Barnes (Sebastian Stan), The Red Guardian (David Harbour), Taskmaster (Olga Kurylenko) e Ghost (Hanna John-Kamen). I protagonisti sentono il peso del loro passato difficile e cercano un senso per continuare la loro esistenza; nella monotonia il vuoto interiore li assale e a un certo punto non riesce più ad essere represso. Un’ultima missione dovrebbe dar modo di chiudere tutto per poi cominciare con una nuova vita e la sceneggiatura di Lee Sung Jin, Joanna Calo e Eric Pearson porta nuova linfa anche all’intero MCU.
Per parlare di antieroi bisogna letteralmente smontare i supereroi del passato, simboleggiati dall’Avengers Tower, riconvertita in qualcosa di nuovo, oscuro, ma pieno di potenzialità. È Un segnale che questo universo narrativo si sta rinnovando e trova il coraggio di parlare anche di ciò che fa più paura: la solitudine, la dipendenza, il senso di fallimento. Già il trailer ha risposto a un grande interrogativo che ci portiamo avanti almeno dalle scene post credit di Spider-Man: Far From Home: l’acquirente dell’Avengers Tower è la Contessa Valentina Allegra de Fontaine e la trasforma nella WatchTower di Sentry.
Interpretato da Lewis Pullman (Top Gun: Maverick) in Thunderbolts* , Robert “Bob” Reynolds è una versione di Superman della Marvel nata da una variante potentissima del siero del supersoldato usato su Capitan America. Questo personaggio è il fulcro e motore del film, sia a livello emotivo sia nell’azione: è il supereroe più potente di tutti, ma anche il più problematico. La sua forza sembra infinita, eppure ogni sua azione pesa come un silenzio che non si riesce a colmare, come un vuoto da cui si dirama qualcosa di contagioso, che annerisce tutto ciò che tocca.
Con lui perfino la luce si ritrae. Eppure, nel momento in cui tutto sembra collassare, accade qualcosa di semplice, che non ha bisogno di effetti speciali, ma che cambia tutto. È perfetto per il gruppo dei Thunderbolts*, in cui Yelena si prende la scena tra rimostranze e mosse da Vedova Nera; John Walker cerca di essere meno antipatico del passato, mentre Bucky e Ghost risultano molti efficaci a modo loro. Infine, Red Guardian sarà la mascotte divertente del gruppo.
Finalmente sono di fronte a un film Marvel, nel vero senso della parola, ovvero meraviglia: Thunderbolts* davvero riesce a sorprenderci con una storia che potrebbe rivolgersi a ognuno di noi. Il regista Jack Schreier ci vuole ricordare che solo con l’aiuto del prossimo potremo ritrovare la luce ed evitare di essere inglobati dal buio del vuoto interiore: non serve nascondersi nel proprio mondo illudendosi che sia unico e bellissimo, ma in realtà cade a pezzi dall’interno; bisogna rivolgersi all’altro per condividere le gioie, ma anche i dolori di ogni giorno per andare avanti insieme.