“Io sono il diavolo. E sono qui per fare il lavoro del diavolo.”
Sei legato e imbavagliato. Tenti di divincolarti dalla corda sudicia ma ti accorgi che alche i tuoi piedi sono bloccati, legati stretti al letto. Nella penombra cerchi di capire dove ti trovi, ma i tuoi sensi sono annebbiati. La paura pompa adrenalina ed il tuo cuore sembra debba esploderti nel petto. Cerchi di fare respiri più lunghi, per riprendere il controllo ma un rumore sulla sinistra ti chiude i polmoni. Vuoi girarti ma il panico ti blocca, vorresti che il tempo si fermasse. Anzi, vorresti sparire, vorresti chiudere gli occhi e risvegliarti in cucina di tua nonna quando avevi sei anni, mentre lei preparava qualcosa di buono. Ma non puoi. Sei legato ad un letto, in mezzo allo sporco ed a mille oggetti improbabili. Ti giri, sei curioso di scoprire se può andare peggio. Una chioma bionda, spettinata e sozza fa capolino a sinistra della tua visuale. Sì, può andare peggio. Due occhi vitrei e spaventosi ti fissano mentre un ghigno diabolico si allarga sempre di più sull’ossuto volto di Otis. Otis…sì, può andare decisamente peggio.
Ebbene sì, Otis è tornato. Il biondo omicida rinasce grazie alla fantasia malata e contorta di Rob Zombie, regista e musicista statunitense che riporta la famiglia Firefly a fare ciò che le viene meglio: terrorizzare ed uccidere. Il terzo capitolo della saga, iniziata con La Casa dei 1000 corpi del 2003 (il titolo è una canzone del Rob musicista) e con La Casa del Diavolo del 2005, si chiama Thee from Hell ed è uscito in questi giorni nelle sale degli Stati Uniti. Baby Firefly (interpretata dalla bionda Shery Moon Zombie, moglie del regista), Captain Spaulding (notizia di questi giorni la dipartita dell’attore Sid Heig) ed Otis B. Driftwood (interpretato da Bill Moseley) sono i protagonisti di questo terzo capitolo grottesco e grondante sangue come i precedenti. Cosa c’è di più facile nell’universo horror che far tornare in vita i deceduti del film precedente? Nello scontro finale con la polizia ne La Casa del Diavolo, il trio era apparentemente morto; questo capitolo rivela che sono sopravvissuti e stanno pagando per i crimini commessi.
https://www.youtube.com/watch?v=A4H89rSFUtk
Il ritorno dei tre pazzi scatenati ci catapulta nuovamente nell’atmosfera turpe ed immorale dei primi due capitoli; ambienti malati, immagini psichedeliche e sgargianti in contrasto con scene lugubri e pericolose. I primi due episodi ci hanno abituato alla quasi totale assenza di una trama credibile, di un budget non esagerato e di una recitazione sicuramente non da oscar: ecco i tre elementi che lanciano un b-movie nell’olimpo dei cult movie. La sensazione di guardare un videoclip è tangibile (date un’occhiata al video Dragula dei White Zombie per rendervene conto), intermezzi veloci e colorati si riversano davanti allo spettatore tenendo sempre alto l’interesse. Anche se le caratteristiche del b-movie ci sono, non significa che siano brutti film. Rob Zombie se la cava molto bene dietro la macchina, il ritmo è alto, personaggi ben disegnati nella loro folle stranezza e le carneficine da loro scatenate sono degne di un film horror come si deve. Non dimentichiamo la parte migliore…una colonna sonora magnifica che accompagna perfettamente la visione.
Dopo tanti horror che si arrampicano sulla trama, spesso inciampando, e che si prendono troppo sul serio, Rob Zombie rispolvera il vero horror, fatto di clichè e di personaggi spaventosamente fuori di testa. Nell’attesa dell’uscita in Italia, ripassiamo i primi due capitoli per essere pronti a dare il bentornato alla famiglia Firefly.
uscira’ in italia almeno il dvd? perche’ al cinema non ci spero piu’.
Purtroppo la distribuzione di questi film non è la stessa dei “filmoni”… Ci rifaremo con l’homevideo!