“Senti, Robert de Niro, sto parlando con te, stronzo piagnone. Un amico mi ha raccontato che pochi mesi fa sei andato a dire ai giornali che Mickey Rourke è un bugiardo e tutto questo genere di stronzate. Allora senti bene, signor furbetto, sei il primo che mi chiama bugiardo. Lascia che ti dica un’altra cosa, cornuto, quando ti vedo, giuro su dio, su mia nonna, mio fratello e tutti i miei cani che ti svergognerò seriamente, al 100%”. La firma è “Mickey Rourke, con Dio per testimone”.
A parte il linguaggio salviniano, la cosa strana è che non sono mai apparse dichiarazioni simili da parte di Robert De Niro che, con ogni probabilità, di Mickey Rourke manco si ricorda.
Non è tanto che Rourke aveva accusato De Niro di non volerlo nel cast di The Irishman: “Scorsese, il grande regista, voleva vedermi per un film con Al Pacino, Joe Pesci, Chris Walken e Robert De Niro. La responsabile del casting disse al mio agente che De Niro aveva rifiutato di lavorare con me in qualsiasi film”. Stan Rosenfield, a nome dei responsabili del film, negò fermamente l’accusa di Rourke. “Secondo le produttrici di The Irishman, Jane Rosenthal e Emma Tillinger Koskoff, e la direttrice, Ellen Lewis, nessuno ha mai chiesto nulla a Mickey Rourke, né è mai stato preso in considerazione per quel film”, dichiarò a The New York Times. De Niro, ovviamente, non fece nessun commento.
Rourke, invece, rincara la dose: “Prima lo ammiravo, ora lo ignoro. Io ho vissuto una vita di merda e mi sono rialzato, lui è uno che non conosce la vita; così quando lo vedo, ignoro quel coglione“. Se è insultando continuamente che si ignora qualcuno, allora Rourke ha ragione oppure, come diceva Walt Withman, si contraddice.
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