Jonathan Pryce e Anthony Hopkins saranno Bergoglio e Ratzinger nel nuovo film prodotto da Netflix. Verrà proiettato prima al festival di Toronto, poi sarà in visione su Netflix
Dopo Celestino V, condannato all’inferno da Dante per aver fatto “per viltà il gran rifiuto“, è stato Nanni Moretti a ipotizzare un papa rinunciatario in Habemus papam e ci aveva visto giusto; due anni dopo il film, Benedetto XVI rinuncia al soglio e viene eletto Jorge Bergoglio col nome di Francesco. Ratzinger è rimasto “Papa emerito” quindi, di fatto, fino a ora c’erano due papi. Con Pryce e Hopkins impegnati sul set di The two popes, i papi diventano quattro; nemmeno una sbronza da vino delle nozze di Cana riuscirebbe a far veder quadruplo, ma ci stanno provando Fernando Mirelles, che dirige il film, e Anthony McCarten che ha scritto il soggetto.
Il film verrà proiettato al Toronto Film Festival nel mese di settembre, quindi sarà disponibile esclusivamente su Netflix.
La trama
è “ispirata a eventi reali”, ma le cose sono andate proprio così? mah: il cardinale Bergoglio, deluso dalla direzione presa dalla chiesa, chiede al papa Benedetto XVI il permesso di ritirarsi, ma viene inaspettatamente bruciato al traguardo dal papa in carica che decide di ritirarsi lui stesso, lasciandogli il cerino in mano. È possibile che Ratzinger sapesse che sarebbe stato sostituito proprio da Bergoglio, non perché avesse virtù profetiche, semplicemente, nell’elezione del 2005 Bergoglio arrivò secondo per un soffio (non so se si dica anche nel film, ma questo è successo). Quindi già da tempo la chiesa agognava a un rinnovamento, ma nel 2005 era ancora troppo vicino un papa reazionario come Wojtyla e la chiesa ha dovuto aspettare altri otto anni per tirare un sospiro di sollievo.
Vabbe’, tifo troppo apertamente per Bergoglio? Ebbene sì, l’ho già detto in altre occasioni, questo è un papa che sta più simpatico ai mangiabambini comunisti che ai tradizionali baciapile: mio padre, che è uno di quei comunisti che si aggirano nei pressi dello Småland dell’Ikea con coltello e forchetta, è arrivato a scrivergli per ringraziarlo della posizione che ha preso nei confronti di Cuba. Quindi un po’ di curiosità su come verrà fuori questo film, del quale poco si sa, ce l’ho. Anthony McCarten poi è quello che ha scritto Bohemian Rhapsody, una garanzia, quindi. L’unico neo è che, a parte Toronto, sarà visto solo su piattaforma. Ma forse no, magari avrà un’accoglienza tale da far decidere a Netflix di passarlo anche nelle sale. Vedremo.