Se devi perdere una serie Tv, fa che non sia The Penguin! E’ appena terminata la prima stagione, composta da otto episodi, della serie creata da Lauren LeFranc basata sul personaggio DC Comics il Pinguino, uno degli storici antagonisti di Batman, spin off del film del 2022 diretto da Matt Reeves con Robert Pattinson. Ed è proprio da questa pellicola che la serie trae il suo inizio, o meglio, ci mostra quello che succede dopo la devastante inondazione che ha colpito Gotham, a causa della diga fatta saltare dall’Enigmista.
Nel cast della serie Colin Farrell/ Oswald Oz Cobb, Cristin Milioti/ Sofia Falcone Gigante, Rhenzy Feliz/ Victor Aguilar, Deidre O’Connell/ Francis Cobb, Clancy Brown/ Salvatore Maroni, Carmen Ejogo/ Eve Karlo, Michael Zegen/ Alberto Falcone, Mark Strong/ Carmine Falcone, Shohreh Aghdashloo/ Nadia Maroni e Theo Rossi/ Dott. Julian Rush.
Attenzione: se non hai visto la serie fino alla fine, ti avverto che l’articolo contiene spoiler!
Ripeto ciò che ho affermato all’inizio di questo articolo: non farti mancare questa serie! Inizialmente anche io ero molto scettica, non potevo credere che un villain potesse conquistare il pubblico, ma soprattutto credevo che, almeno in parte, avremmo visto un mondo già visto in The Batman, dove prima o poi un giustiziere arriva a portare la pace in città…beh, mi sbagliavo enormemente!
Il film offre solo lo spunto iniziale, ma poi niente ci ricorda la figura di Batman nella serie, come se la Gotham mostrata fosse un’altra e non quella di Bruce Wayne, esploriamo il sottomondo della città, approfondiamo la rete di violenza e illegalità che la permea, ancor di più dopo l’inondazione che ha inasprito le differenze tra ricchi e poveri.
Nonostante le disgrazie e Batman, alla fine Gotham è e rimane una città ingiusta come quella mostrata in Joker di Phillips, in cui la malavita per molti è solo sopravvivenza, dove gli ultimi rimangono tali senza possibilità di emergere se non con la violenza, ed è su questo sentimento di ingiustizia che si muove il Pinguino, approfittando di questo malessere popolare per guadagnarsi il potere nonostante le sue menzogne.
Innanzi tutto, le incredibili recitazioni di Colin Farrell e Cristin Milioti da sole valgono la visione della serie. Un irriconoscibile Farrell, impossibile distinguere l’attore sotto quel trucco, riesce con dei semplici battiti di ciglia, un movimento della bocca, una pausa, a costruire un Pinguino reale, un malavitoso spietato, bugiardo, scaltro, che ha come unico interesse quello di diventare il Re della città e non si fermerà di fronte a niente pur di ottenere il suo trono.
Oz ha un unico punto debole: la madre, una donna malata che conserva dentro di sé un odio profondo verso quel figlio di cui conosce tutto, persino l’oscuro segreto legato alla scomparsa dei fratelli, morti anni prima quando Oz era solo un ragazzino. Oswald inganna tutti con sprezzo del pericolo ma, grazie alla sua furbizia e un pizzico di fortuna, riesce ogni volta a cavarsela anche nelle situazioni più disperate.
Riesce ad imbrogliare pure noi spettatori, ci fa credere che oltre alla madre possa provare un legame profondo per Victor, quel ragazzo preso sotto la sua ala protettrice in un raro momento d’empatia, forse perché entrambi afflitti da una disabilità, ma che non esiterà ad eliminare poiché considerato un punto debole che potrebbe essere colpito per far del male a lui.
Ed è proprio nel momento in cui uccide Victor che noi spettatori ci domandiamo anche come abbiamo fatto a seguire una serie dove il personaggio principale è davvero senza cuore, nemmeno quando scopriamo che è lui la causa della morte dei fratelli ci colpisce come questo momento, proviamo odio verso Oz e non riusciamo a condividere la sua gioia per aver raggiunto ciò che da una vita desiderava, ma nonostante tutto sappiamo che, se ci sarà una seconda stagione, saremo davanti allo schermo a seguire le sue avventure.
Forse l’omicidio di Victor ci colpisce molto perché il giovane finisce sotto l’ala protettrice di Oz quasi per caso. Rimasto solo dopo la morte della famiglia a causa dell’inondazione, Vic è in cerca di una figura che lo aiuti a trovare la sua strada e che trova nel Pinguino. Si affeziona a lui, lo segue a discapito della sua vita, accudisce la madre e spesso salva Oz da situazioni disperate, una figura innocente buttata in un mondo malvagio di cui cerca di fare parte ma che non sente completamente suo.
Un mondo che lo ripagherà nel peggiore dei modi, proprio per mano di quell’uomo che ormai iniziava a considerare come un padre, su di una panchina, oggetto che segna l’inizio e la fine del loro rapporto.
Altro personaggio meravigliosamente tratteggiato è Sofia Falcone, interpretata da una spettacolare Cristin Milioti. Inizialmente figlia devota e preferita dal padrino della famiglia Carmine Falcone, inizia ad avere qualche sospetto sulla morte della madre e questo la porterà alla rovina. Rinchiusa ad Arkham con l’accusa di aver ucciso diverse donne, la ragazza dovrà affrontare un lungo periodo di detenzione, ma il suo desiderio di vendetta troverà presto sfogo.
Cristin ci regala una figura tormentata ben caratterizzata da un viso e due occhi espressivi, colmi di dolore e di tormento, ma anche tanta determinazione, a volte freddi e distanti, spietati, in grado di trasmettere sentimenti profondi.
Una donna piccola e minuta, che ha perso l’unica persona al mondo che le voleva bene, sola, rifiutata dalla famiglia ma che, anche di fronte a malviventi di lungo corso, mostra la sua potenza non lesinando omicidi a sangue freddo e dimostrando una risolutezza che la rende veramente una Gigante, di nome e di fatto.
Il quarto episodio della serie, interamente dedicato a lei, non fa altro che farcela amare di più nonostante le sue azioni, rendendola di fatto la miglior antagonista del personaggio principale in una serie Tv.
In conclusione, The Penguin offre una trama accattivante, ricca di rivelazioni e colpi di scena, capovolgimenti, i personaggi, anche quelli secondari, sono ben caratterizzati e si muovono in ambienti ricostruiti fin nei minimi dettagli capaci di trasmettere drammaticità alle scene, così come i costumi, soprattutto quelli di Oz, richiamano alla memoria lo stile fumettistico.
I due protagonisti principali brillano per la loro bravura nell’interpretare personaggi difficili, resi alla perfezione al tal punto di arrivare ad amarli o odiarli trascendendoli dall’attore stesso, seppur siano figure immaginarie.