Regia: Robert Eggers; Sceneggiatura: Robert Eggers, Sjón Sigurdsson; Fotografia: Jarin Blaschke; Scenografia: Craig Lathrop; Costumi: Linda Muir; Montaggio: Louise Ford; Musiche: Robin Carolan, Sebastian Gainsborough; Produzione: Truenorth Productions, Focus Features, New Regency Productions; Cast: Alexander Skarsgård, Anya Taylor-Joy, Nicole Kidman, Ethan Hawke, Claes Bang, Willem Dafoe, Ralph Ineson, Kate Dickie, Björk, Tadhg Murphy, Olwen Fouéré, Ingvar Eggert Sigurdsson, Jon Campling, Murray McArthur, Gustav Lindh, Rebecca Ineson, Eldar Skar, Ian Whyte.
The Northman: Amleto nella terra dei Vichinghi
Sinossi
The Northman è ambientato nella Norvegia del X secolo, in epoca vichinga, e segue la storia di Amleth (Alexander Skarsgård), principe norreno rimasto orfano dopo aver assistito al brutale omicidio di suo padre per mano dello Zio che poi rapisce sua madre. Il ragazzo fugge, ma è determinato a vendicarsi. Due decenni dopo ritorna, deciso ad onorare il giuramento di vendetta verso suo Zio, salvare la madre e riprendersi ciò che gli appartiene.
La recensione
Robert Eggers, regista di The Witch e The Lighthouse, torna al cinema con il suo terzo film, The Northman. Questa volta il regista statunitense si distacca, anche se non troppo, dal genere Horror per raccontare una storia di vendetta ambientata nel profondo nord della Norvegia del X secolo. Una storia che prende spunto dall’Amleto di Shakespeare, ma che si lega alle più famose e affascinanti leggende vichinghe.
La prima cosa che colpisce all’inizio del film è la musica composta da Robin Carolan e Sebastian Gainsborough che percuote lo spettatore con le pesanti e profonde percussioni permettendo cosi di addentrarsi nell’atmosfera che il regista ha creato accuratamente. Da quel momento il film trascina di forza lo spettatore dentro la storia, inizia una discesa nel mondo oscuro e selvaggio creato da Eggers per seguire l’implacabile vendetta di Amleth legato ad un destino a cui non può sottrarsi, quello di uccidere l’assassino di suo padre. I vichinghi in questo film sono più veri che mai: Selvaggi, violenti, sanguinari e spacconi; per quelli che sono stati abituati ai personaggi della serie Vikings qui si troveranno davanti a ben altri soggetti decisamente più realistici e studiati.
Il ritmo è incalzante e tagliente, non lascia un minimo di respiro allo spettatore che assiste imperterrito alle brutali azioni che Amleth compie nel suo cammino, mentre la sua sete di sangue cresce incessantemente. In più il regista non lascia troppo spazio all’ambientazione per prediligere piani più stretti e ravvicinati, in questo modo spiccano gli elementi che compongo il quadro, le azioni sono ben visibili in tutta la loro crudezza cosi come i volti dei personaggi dai quali scaturiscono in modo evidente la paura, la rabbia e la follia. Un ulteriore pregio fa alla fotografia di Jarin Blaschke che qui, come in The Lighthouse, predilige toni più scuri e tetri, lasciando che la fioca luce illumini i corpi e i volti dei personaggi che vengono delineati nell’oscurità regalando delle inquadrature a dir poco suggestive e magistrali. La cruda realtà si mischia alle visioni poetiche che si presentano ad Amleth in alcune parti del film, si passa al parlare con le veggenti, combattere con fantasmi di antichi guerrieri che proteggono armi magiche e vedere in tutto il loro splendore le valchirie che accompagnano trionfanti i morti nei cancelli del Valhalla, immagine pregna di significato e bellezza.
Eggers con The Northman è riuscito a realizzare un Amleto unico nel suo genere che si distacca dal personaggio classico per lasciare il posto ad uno più cattivo e sanguinario, disposto a morire pur di vendicare quel padre da lui tanto amato e disprezzato dal resto della famiglia.