Per descrivere la carriera di Midge non c’è metafora migliore della stessa serie tv “The Marvelous Mrs. Maisel”.
Dire che una serie rappresenta esattamente il suo (o in questo caso la sua) protagonista sembrerebbe una banalità, ma qui non si parla di narrazione.
No, perchè in questo finale la forza non è nella sceneggiatura, nella scenografia, nelle luci o nelle battute, ma è proprio nel ritmo. Un ritmo che si era perso durante i precedenti 8 episodi. Un ritmo che non trovava sé stesso. Un ritmo che, nonostante gli sforzi di reinventarsi non riusciva a trovare la propria strada. Un ritmo che è proprio come Midge.
Però, esattamente come la sua protagonista, trova in un ultimo, stretto angolino, la sua possibilità.
Una possibilità di mostrare le proprie potenzialità che, a tratti molto sparsi, sono sempre state accennate durante l’interezza delle cinque stagioni, ma in quel monologo finale di quattro minuti esplode. Proprio come la carriera di Midge.
Sì, perchè in quei quattro minuti a schermo (nella realtà sono poco di più), c’è tutto.
Il ritmo è perfettamente sostenuto dal montaggio, la fotografia è invadente come nei palchi teatrali, e la protagonista è tornata Midge. Proprio come nei primi episodi della serie.
E poi c’è la scrittura del monologo.
La parte più complessa, perchè basterebbe una parola di troppo per ricadere nei sentimentalismi, nella nostalgia o nell’autocitazionismo.
Ma Amy Sherman-Palladino, l’ideatrice della serie, è riuscita sia ad evitare tutte queste cose, che ad abbracciare ogni singola virgola narrativa per farci ricordare non solo tutto quello che abbiamo vissuto al fianco di Midge, ma soprattutto per ricordarci del perchè lei è lì.
Del perchè è lì sotto quei riflettori, davanti ad un’argentata asta metallica per il microfono che la divide da un pubblico che non sa i sacrifici che ha fatto per essere lì, non sa della tenacia di quella donna, ma sa che la vuole ascoltare.
E a lei è sempre bastato quello.
E poi c’è Lenny Bruce.
Sì, perchè anche lui è rappresentato magistralmente da questa chiusura.
Dopo aver strappato lacrime dalle risate, arriva a strappare lacrime di tristezza, di pena e rimorso.
È stato sotto un costante riflettore, così nella serie tv come nella vita reale, fino ad un lento declino che lo portò nel 1966 ad un decesso per overdose.
Questo non viene detto nella serie, ma viene mostrato. Eccome se viene mostrato.
Il personaggio di Lenny Bruce (nella serie interpretato da Luke Kirby) è completamente assente dalla narrazione. Non è più rilevante né per la storia di Midge, né per i palchi reali e di finzione.
L’ultima immagine pubblica è affiancabile ad una tagliente critica sociale non lontana dai pochi palchi sui quali gli era ancora permesso salire, ed è proprio così che viene rappresentato nella serie. Con un ultimo, straziante spettacolo di un comico che ha perso la complicità del suo pubblico.
La chiusura complessiva di The Marvelous Mrs. Maisel ha dimostrato di non essere perfetta, ma va bene così perché, proprio come Midge, sa sfruttare i propri difetti per condurci alla fine ad un ultimo, brillante:
“buona notte”.
The Marvelous Mrs. Maisel | cast
Con Rachel Brosnahan (Midge Maisel), Alex Borstein (Susie Myerson), Michael Zegen (Joel Maisel), Marin Hinkle (Rose Weissman), Tony Shalhoub (Abe Weissman)
La serie è disponibile su Prime Video.