The Irishman è ora su Netflix, e, viste le tre ore di film, la tentazione di guardare il film in più serate proprio come faresti con una serie televisiva è forte. La pellicola, che vede come protagonisti Al Pacino, Robert De Niro e Joe Pesci, è un adattamento cinematografico del saggio di Charles Brandt intitolato L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa (2014), basato sulla vita di Frank Sheeran.
Tuttavia, sappi che Scorsese non ne sarebbe così felice. In un’intervista con Entertainment Weekly, il regista premio Oscar ha detto con fermezza che The Irishman non sia mai stato concepito per essere uno show televisivo con una divisione a episodi.
“La serialità è fantastica. È meravigliosa. Puoi sviluppare personaggi e trame e ricreare mondi, ma questa non era la forma più adatta per quello che avevo in mente.”
Scorsese ha anche aggiunto che il lavoro che aveva in mente, anche per il budget che richiedeva, non aveva nessuna possibilità di essere accettato da uno studio tradizionale. Netflix ha invece dato al regista il controllo creativo totale.
Ma perché non può essere visto in più serate? Cosa cambia vederlo tutto insieme o diviso? Il film, con un’andatura lenta, arriva a un finale devastante: Frank Sheeran di Robert De Niro cerca di fare pace con i suoi errori ma quando ormai è troppo tardi e nessuno vuole più sentirlo. Un finale dove al centro dell’attenzione ci sono solitudine, perdite e cose che hai fatto di cui ti penti ma con cui devi convivere, e non vedere tutto questo insieme, dividerlo in più visioni, fa perdere il suo vero potere. L’ideale quindi sarebbe quello di vedere questo film con un colpo netto, fare una piccola maratona.
Se non sono riuscita a convincerti e vuoi vedere The Irishman come se fosse una miniserie, puoi trovare qui sotto il post su Twitter lasciato da Alexander Dunerfors dove ha messo insieme una guida per vedere il film inserendo delle pause.
I created a viewing guide for everyone who thinks THE IRISHMAN is too damn long for one night. You’re welcome! #scorsese #netflix #theirishman pic.twitter.com/sH06AxJ7he
— Alexander Dunerfors (@dunerfors) November 28, 2019