Regia: Alexander Payne; sceneggiatura: David Hemingson; musiche: Mark Orton; scenografia: Ryan Warren Smith; costumi: Wendy Chuck; effetti speciali: Adam Bellao; trucco: Donyale McRae; fotografia: Eigil Bryld; montaggio: Kevin Tent; interpreti: Paul Hunham (Paul Giamatti), Angus Tully (Dominic Sessa), Mary Lamb (Da’Vine Joy Randolph), Lydia Crane (Carrie Preston), Stanley Clotfelter (Tate Donovan), Judy Clotfelter (Gillian Vigman), Jason Smith (Michael Provost); produzione: David Hemingson, Bill Block, Mark Johnson, Andrew Golov, Tom Williams, Thomas Zadra; Compagnia di produzione: CAA Media Finance; paese di produzione: Stati Uniti d’America, 2023; durata: 133’
Durante le vacanze di Natale del 1970, il severo insegnante Paul rimane a scuola per supervisionare gli studenti impossibilitati a tornare a casa. Dopo pochi giorni, rimane solo uno studente, Angus, che insieme al professore e alla capocuoca Mary, forma un’improbabile famiglia natalizia.
Il mio 2024 cinematografico comincia alla grande con la visione in anteprima del 16 gennaio del nuovo film diretto da Alexander Payne (A proposito di Schmidt): presentato al Telluride Film Festival il 31 agosto 2023 e distribuito in autunno negli USA, The Holdovers – Lezioni di vita arriva finalmente in Italia dal 18 gennaio di quest’anno. Il successo della critica è dimostrato dalle recensioni super positive, come il 96% di punteggio su Rotten Tomatoes, e le numerose candidature e premi già vinti: ricordiamo i 2 Golden Globe su 3 nominations, ma anche i 4 National Board of Review e i 3 Critics’ Choice Awards.
In attesa di scoprire come si presenterà la sua corsa agli Oscar, scopriamo meglio i motivi dietro questo successo. Alexander Payne confeziona con i suoi collaboratori un’opera che ha la sola finalità di trasmettere il buon umore, dalla regia precisa con colori pacati alla colonna sonora leggera, passando per le performance perfette degli attori protagonisti in una storia in cui tutti sono autori di “lezioni di vita”: ogni personaggio riesce a contaminare l’altro con la propria esistenza riuscendo alla fine a produrre un cambiamento positivo nel prossimo. Una commedia che riesce a farci riflettere, ma anche sorridere, ci invita a non mollare, ad essere altruisti e a cercare di indossare i panni dell’altro.
Da grande amante degli anni ’70, il regista ha deciso di ambientare The Holdovers in quel periodo, omaggiando capolavori della New Hollywood come L’Ultima Corvè e Il padrone di casa. Questo viaggio nel passato, con tanto di titoli di testa vintage e fruscio del vinile, regala un tocco unico al film, impreziosito dalla perfetta colonna sonora di Mark Orton: oltre a diverse canzoncine che ci ricordano il periodo natalizio, troviamo il successo del 1967 The Time Has Come Today della band soul americana The Chambers, ma anche Venus della rock band olandese Shocking Blue. Tra le citazioni sottolineiamo la scena cult nel cinema del western Il Piccolo Grande Uomo.
“Si tratta probabilmente della connessione più felice che io abbia mai avuto con un attore e posso assicurarvi che ho avuto ottimi rapporti nel corso della mia carriera. Considero Paul Giamatti un attore eccezionale. Lo rispetto per ogni sua scelta e credo che sia un sentimento reciproco. Ogni inquadratura con Paul è incredibilmente vera e completamente nuova. Non c’è nulla che non sia in grado di fare.”
Dall’esperienza del 2004 in Sideways – In Viaggio con Jack, Alexander Payne aveva sempre sperato di tornare a dirigere Paul Giamatti e aveva pensato subito a quest’ultimo per il ruolo del protagonista in The Holdovers. Burbero, cinico, dal multiforme sapere e molto odiato, il suo professore è al centro di questo film e riesce addirittura a farsi amare dallo spettatore: Paul Hunham è l’insegnante che nessun alunno vorrebbe, il collega con cui nessun docente si confronta, ma questa scorza dura può liberarsi quando riesce a vedere che non è l’unico emarginato e cerca di uscire dalla sua routine.
Per questo ruolo l’attore ha vinto un Golden Globe come Miglior attore in un film commedia o musicale, un National Board of Review come Migliore attore e un Critics’ Choice Awards come Miglior attore. La chimica con l’esordiente Dominic Sessa è evidente sul grande schermo: l’occhio pigro del docente è stata un’idea di Paul Giamatti ed è iniziata come uno scherzo fatto al co-protagonista prima di essere inclusa nella sceneggiatura. L’interprete di Angus Tully in The Holdovers è stato scoperto dopo che aveva recitato nella commedia teatrale Rumors di Neil Simon, al seguito di 800 audizioni visionate dalla direttrice del casting.
Studente ribelle, riesce a farsi odiare dai suoi compagni e cerca di evitare i propri problemi familiari. La sua ottima prova gli vale un Critics’ Choice Awards come Miglior giovane interprete, oltre ad altre candidature. Nel trio di protagonisti di The Holdovers Da’Vine Joy Randolph è colei che si aggiudica più riconoscimenti, tutti come Miglior attrice non protagonista: un Oscar e un Golden Globe, un Los Angeles Film Critics Association, un National Board of Review, un New York Film Critics Circle e un Critics’ Choice Awards. La sua straordinaria performance trasuda il dolore e la compassione del personaggio che si sente più solo e che cerca allo stesso tempo di mantenere saldi i legami con le resta accanto.