The great saga of the children of atom prosegue anche questa settimana, in concomitanza con il nuovo film degli x-men da poco uscito in sala, stiamo parlando di Dark Phoenix
Ultimo capitolo della saga dedicata alla generazione “vintage” degli X-men che conclude tutto l’arco narrativo della fase prequel dedicata all’universo dei mutanti Marvel. Ma oggi spetta al nostro simpatico e burbero artigliato canadese farsi strada con il secondo film dedicato alla trilogia che lo vede coinvolto in prima persona: è tempo di Wolverine l’immortale.
Wolverine – L’immortale (The Wolverine) è un film del 2013 diretto da James Mangold, dedicato a Wolverine, supereroe dei fumetti della Marvel Comics e liberamente ispirato alla miniserie a fumetti Wolverine del 1982 scritta da Chris Claremont e illustrata da Frank Miller. È il secondo film della saga dedicata a Wolverine, seguito da Logan – The Wolverine (2017). Inoltre, è il sesto film della saga cinematografica degli X-Men; la storia è collocata tra X-Men – Conflitto finale e X-Men – Giorni di un futuro passato.
Vedremo un Wolverine più affranto e rattristito da quanto avvenuto nel capitolo X-men: Conflitto finale, ossessionato dal ricordo di Jean Grey, morta per mano dello stesso Logan al fine di debellare definitivamente (non è vero) la minaccia di fenice nera. I continui incubi che in maniera ricorrente tormentano il nostro protagonista lo rendono rassegnato e in una fase depressiva della sua vita (per ricordare al meglio l’episodio che vi sto citando siete invitati a leggere l’articolo dedicato).
Una vera Wolverine mania
Al personaggio viene dedicata una prima testata omonima nel 1982, una miniserie di quattro numeri, Wolverine, scritta da Chris Claremont e disegnata da Frank Miller. A questa seguirà nel 1988 una serie regolare mensile. A metà degli anni ottanta Wolverine era già diventato l’elemento più rappresentativo degli X-men, tanto da meritare diverse miniserie tra cui, in particolare questa serie di volumi con il quale si suggerì che Logan aveva vissuto per molti anni in Giappone. Il pubblico allora iniziò a chiedere più dettagli sul passato di Wolverine fino a ottenere, giustamente una serie regolare interamente dedicata a lui che esordì nel 1988. A narrare le peripezie del protagonista all’inizio fu sempre il solito Claremont, che scelse di ambientare le storie in un’esotica isola indonesianadi sua invenzione, Mandripoor, e di proporre l’eroe canadese nell’insolita veste di un avventuriero a metà strada fra Indiana Jones e l’Hemphrey Bogart di Casablanca, con l’aggiunta di una benda nell’occhio necessaria a giustificare il nomignolo di “Guercio”. E anziché svelarci chiaramente il passato di Logan, lo scrittore si divertì a inserire dozzine di indizi e suggerimenti che da un lato svelano qualcosa, ma dall’altro aprivano strade fino ad allora mai immaginate, rendendo il personaggio ancor più enigmatico e misterioso, con un passato molto più remoto del previsto, tutto ancora da svelare!
Gli appassionati di comics e i fan degli X-men oggi sanno quasi tutto di Wolverine, ed esistono svariati siti internet che ne studiano la vita al dettaglio, aggiornando i dati mese dopo mese, come se si trattasse di una persona reale. Perché il personaggio è entrato ormai nell’immaginario collettivo, grazie anche a queste sue numerose apparizioni sul grande schermo tra i film sugli X-men i lungometraggi in solitaria che hanno reso ancor più popolare l’eroe con gli artigli, finora sempre interpretato da Hugh Jackman. Trent’anni or sono, tuttavia, la situazione era molto diversa. Hollywood non aveva ancora iniziato a interessarsi ai mutanti Marvel, e le fattezze e gli artigli di Wolverine erano noti soltanto ai lettori di fumetti, mentre il passato del personaggio era avvolto da un alone di mistero che gli donava ancora più fascino.
Trama
Durante il bombardamento atomico di Nagasaki alla fine della II Guerra Mondiale, Wolverine salvò il soldato Yashida, diventato decenni dopo un anziano magnate della tecnologia. Il vecchio manda la fidata Yukio a recuperare Wolverine, Yashida non mira solo a un addio: vuole anche offrire a Logan il dono prezioso della mortalità, ovvero la possibilità di porre fine alla sequela di perdite che Wolverine ha subito nella sua sempiterna esistenza. Egli rifiuta ma accetta di proteggere la nipote Mariko, minacciata dalla Yakuza.
Wolverine – L’immortale è un film del 2013 di genere Azione/Avventura/Fantascienza, diretto da James Mangold, con Hugh Jackman, Tao Okamoto, Rila Fukushima, Hiroyuki Sanada, Svetlana Khodchenkova, Brian Tee. Durata 107 minuti. Titolo originale: The Wolverine.
Riflessioni
Finalmente un passo in avanti rispetto al capitolo precedente, che permette quantomeno di dare un po’ di giustizia, in fatto di qualità e narrazione, al personaggio di Wolverine. Un film che prende spunto da una serie di fumetti che trattano con elementi molto introspettivi il passato di Logan. Siamo tutti contenti, paradossalmente, di non aver visto un silver samurai (nemesi in questo film) fedele alla sua controparte cartacea, risparmiandoci cosi di andare a sfociare nel demenziale, difatti il super cattivone che affronterà il nostro mutante artigliato non avrà le sembianze di un samurai inferocito con un’armatura scintillante e delle spade affilate ma quelle di una sorta di corazza biomeccanica dalla dimensioni e forme alquanto minacciose.
Bello anche il messaggio profondo che si riesce a raccogliere dal film per quanto riguarda il pensiero e l’evoluzione del personaggio, che inizialmente vuole rinunciare ad una vita immortale per assaporare il piacere di non sopravvivere alle persone che ama a cui è sempre destinato dire addio. Una scelta che cambia nel corso dello svolgersi delle vicende che porteranno Logan, in maniera anche un po’ brusca, di non perdere di vista il suo scopo, la sua utilità e la sua responsabilità come X-men, ma soprattutto come uomo.
Alcune curiosità di Wolverine l’immortale sono quelle che riguardano Hugh Jackman che non ha assunto liquidi per 36 ore prima di girare le scene in cui appare a petto nudo perché voleva sembrare più muscoloso, definito e sotto sforzo possibile. La scelta gli ha provocato un senso di giramento di testa durante la ripresa ma l’attore s’è poi detto molto soddisfatto del risultato. Oppure che il film è uscito in Giappone un mese e mezzo dopo che nel resto del mondo per evitare che cadesse troppo vicino all’anniversario dello sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Anche perché la pellicola si apre proprio con l’esplosione della bomba di Nagasaki.
Non è il migliore dei tre film dedicato a Wolverine ma, come ho ripetuto in precedenza, un gran bel passo in avanti rispetto alle origini narrate nello scorso film, stiamo sempre parlando di un film in cui recita Hugh Jackman il che rende le cose ancora più funzionali soprattutto se veste i panni di un personaggio così iconico e carismatico. Il vostro capitano Alexander vi saluta e vi invita ad affilare gli artigli in previsione del prossimo articolo, la grande avventura degli X-men prosegue la prossima settimana con un altro entusiasmante episodio di The Great Saga Of The Children Of Atom, ciao a tutti!