The dead don’t hurt – I morti non soffrono, il secondo film diretto da Viggo Mortensen con Vicky Krieps, Viggo Mortensen, Solly McLeod, uscirà nelle sale italiane il 24 ottobre 2024. Il film sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024, nella sezione Grand Public, secondo il seguente calendario:
- 18 ottobre 2024 – ore 18:15 – Sala Petrassi – Official Screening
- 19 ottobre 2024 – ore 20:30 – Giulio Cesare – sala 1
- 20 ottobre 2024 – 14:30 – Giulio Cesare – sala 3 (solo per accreditati)
La conferenza stampa ufficiale, alla presenza di Viggo Mortensen, sarà il 18 ottobre alle ore 14:00 in Sala Petrassi. The dead don’t hurt – I morti non soffrono sarà distribuito in Italia da Movies Inspired.
Sinossi e significato di The dead don’t hurt
The dead don’t hurt – I morti non soffrono è una sfortunata storia d’amore che si svolge sulla frontiera occidentale degli Stati Uniti, negli anni ‘60 dell’Ottocento. Vivienne Le Coudy (Vicky Krieps) è una donna molto indipendente, che stringe una relazione con l’immigrato danese Holger Olsen (Viggo Mortensen). Dopo aver incontrato Olsen a San Francisco, accetta di trasferirsi nella di lui casa, vicino alla tranquilla cittadina di Elk Flats, Nevada, per iniziare una vita insieme. Lo scoppio della Guerra Civile li separa, quando Olsen decide di combattere per l’Unione.
Lascia così Vivienne a cavarsela da sola, in un luogo controllato dal corrotto sindaco Rudolph Schiller (Danny Huston) e dal suo spregiudicato socio in affari, il potente ranchero Alfred Jeffries (Garrett Dillahunt). Il figlio violento e sbandato di Alfred, Weston (Solly McLeod), perseguita in modo aggressivo Vivienne, determinata a resistere alle sue indesiderate avances. Quando Olsen torna dalla guerra, lui e Vivienne sono costretti a fare i conti con la persona che ciascuno di loro è diventata.
The dead don’t hurt – I morti non soffrono è allo stesso tempo una tragica storia d’amore, una sottile rappresentazione del conflitto tra vendetta e perdono e il ritratto di una donna piena di passione, determinata a difendere sé stessa da un mondo spietato, dominato da uomini senza scrupoli. La pellicola rappresenta la seconda esperienza di Mortensen come sceneggiatore e regista, dopo il suo acclamato debutto alla regia di quattro anni fa con Falling – Storia di un padre.
Con il film del 2020 l’attore candidato all’Oscar® ha elaborato alcuni aspetti emotivi legati alla scomparsa della madre attraverso un avvincente dramma familiare che affronta la complessità del rapporto genitore-figlio: la riapertura di vecchie ferite può rendere teso e offrire, al contempo, l’occasione di un doloroso processo di guarigione. Con The dead don’t hurt – I morti non soffrono Mortensen si è nuovamente ispirato alla madre, ma cimentandosi in un film di genere molto diverso, il western.
A tal proposito il regista di The dead don’t hurt ha raccontato:
“Questa storia è nata da un’immagine di mia madre. Ho libri illustrati degli anni ‘30 che lei leggeva da bambina, storie di cavalieri, avventure medievali. Era cresciuta vicino a boschi d’acero nel nord-est degli Stati Uniti, vicino al confine canadese, e la immaginavo da bambina che correva in quei boschi, sognando di essere in una delle storie che aveva letto in quei vecchi libri. Questa era l’immagine iniziale che avevo in testa quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura de The dead don’t hurt, durante il lockdown per il COVID nella primavera del 2020”.
L’artista statunitense ritrova alcune figure importanti del team creativo del suo primo film da regista: il direttore della fotografia Marcel Zyskind (As in Heaven), gli scenografi Carol Spier (La promessa dell’assassino) e Jason Clarke (Black Mirror) e la costumista Anne Dixon (The Song of Names). Prodotto da Regina Solórzano, Jeremy Thomas e da Mortensen stesso, The dead don’t hurt ha conosciuto la sua prima mondiale, come proiezione speciale, al Toronto International Film Festival.