Come ti abbiamo già raccontato, sono molti gli eventi che caratterizzano questo quarto appuntamento con The Boys, disponibile su Prime Video, accadimenti che ci conducono ad un finale adrenalinico e sorprendente, ma anche agrodolce in grado di farti desiderare l’arrivo della quinta, e a quanto sembra ultima, stagione il più velocemente possibile. Ma bando alle ciance, ecco il racconto degli ultimi due episodi, come al solito, rigorosamente NO SPOILER.
L’infiltrato (uscita 11 luglio)
Ormai è giunto per Ryan il momento di prepararsi per il suo primo show, una diretta natalizia in compagnia dei simpatici pupazzi dei Sette che abitano in Avenue V, un programma allegro per famiglie ricco di colori e canzonette sdolcinate. Ryan però non è soddisfatto dei brani cantati dai personaggi poiché contengono messaggi che il giovane non reputa adatti a dei bambini ma anzi, richiamano alla memoria momenti bui della storia mondiale… Un altro motivo di frustrazione per Patriota, già alle prese con Sage che non riesce a trovare la talpa nella Vought e il suo piano che non sembra voler progredire, anche se ha ritrovato un piacere “proibito” grazie a Firecracker, ben lieta di entrare nelle grazie del super.
Intanto anche i Boys hanno i loro problemi. Marvin è indeciso se mollare tutto e tornare dalla famiglia, Frenchie e Kimiko sono alle prese con i loro demoni interiori, mentre Hughie, Annie e Butcher stanno cercando di scoprire come Patriota intende portare avanti il suo progetto, ma avranno a che fare con un nemico davvero difficile da prendere…
Furia omicida (18 luglio)
Questo ultimo episodio è sconvolgente, sorprendente e entusiasmante ma purtroppo, per non rovinarti la visione, sono costretta a dirti ben poco. Gli eventi scorrono veloci, le situazioni si ribaltano in un batter d’occhio ma soprattutto, come si evince dal titolo, tanto splatter e follia. Alla fine però, anche tu come me, resterai di stucco nello scoprire che dovremmo attendere a lungo prima di scoprire come si risolverà una situazione che ormai sembra davvero disperata…
The Boys 4, le prime impressioni
Questa quarta stagione di The Boys fa provare una grande sensazione di fastidio. Attraverso le immagini, seppur esasperate (ma lo sono davvero?), ci accorgiamo di quanto può essere facile gettare fango su qualcuno se si hanno i media dalla propria parte, lasciando la vittima quasi impossibilitata a difendersi. Fastidio nel vedere quanto può essere pericoloso lasciare il potere, seppur mostrato nelle sembianze di un super quale Patriota, a quello che, alla fine, nonostante i suoi prodigiosi poteri, è un uomo con tutti i suoi difetti (tanti) e pregi (pochi). Fastidio nel vedere quanto gli sforzi per ristabilire la verità siano molto spesso frustrati da insuccessi e sconfitte, che portano alla volontà di voler lasciare stare tutto.
Si, The Boys ci fa arrabbiare e infastidire poichè, seppur si parli degli USA, non è possibile non fare delle similitudini con quello che accade nel nostro paese, e quanto potrebbe essere facile ritrovarsi con “l’uomo forte al comando” semplicemente usando i mezzi moderni, mass media e AI, che possono manipolare e influenzare una popolazione. Indicare un nemico, come fa Safecracker, demonizzarlo e infangarlo, istigare le persone all’odio verso chi ha un pensiero diverso, fare breccia nel cuore di chi ha perso ogni speranza e fornirgliene una, arrivando anche a fargli compiere gesti estremi, portarle a credere che solo una figura potente possa risolvere le proprie difficoltà quotidiane.
Seppur abbia subito un piccolo rallentamento nella trama durante gli episodi centrali, The Boys 4 ci ha tenuto con il fiato sospeso e gli occhi puntati sullo schermo. Grazie a flashback e alle loro azioni “secondarie” rispetto alla trama principale, iniziamo a conoscere in modo più approfondito Frenchie e Kimiko, di cui scopriamo lati del loro passato che ci fanno comprendere meglio i loro tormenti, Butcher alterna momenti in cui sembra ritrovare in sé un cuore, una bontà a lungo inascoltata, presto però anche lui sarà costretto a fare i conti con il passato ma soprattutto con i suoi demoni interiori.
Mentre Hughie riesce a fare pace con il passato, cambiando anche la sua prospettiva per quanto riguarda il futuro e gli atteggiamenti che assume nei confronti dei nemici, per Starlight è più difficile e tormentato, soprattutto dopo che la sua vita privata viene messa in piazza, e ha meno autocontrollo, anche se forse questa sua nuova veste da donna dura è molto più accattivante della precedente versione più “mollacciosa”.
Non ti sarà sfuggito il cambiamento fisico di Marvin. Se nelle stagioni precedenti l’uomo appariva in grande forma fisica, stavolta l’uomo è più magro e il suo atteggiamento meno “da duro”, forse per meglio rappresentare, come dichiarato dai creatori di The Boys, il tormento e lo stress a cui è sottoposto? O ci saranno ulteriori sorprese nella quinta stagione?
Ormai Abisso appare come una macchietta comica, un personaggio senza spina dorsale e incredibilmente facile da manipolare, il quale nella sua debolezza inizia a provare un immenso piacere nell’uccidere deliberatamente le persone, azione che lo fa sentire più forte e importante di quello che è, seguito a ruota da Black Noir, quasi ridotto a spalla di un personaggio così inutile nella sua personalità.
Che dire delle new entry in The Boys? L’ambiguità di Sorella Sage è palpabile e la sua intelligenza invidiabile, anche se non conosciamo mai davvero le sue reali intenzioni, il suo sarà un piano ben architettato fino al suo completo compimento, o semplicemente sta portando avanti una sua personale vendetta? Firecracker, che potremmo definire “la voce della Vought e dei Sette”, così accecata dall’amore e dalla dedizione verso Patriota, ma al tempo stesso spaventata dal super, risulta immediatamente odiosa e antipatica, probabilmente avrà comunque un ruolo risolutivo nella prossima stagione (nonostante il suo scarso potere da super), o fornirà solo “nutrimento” a Patriota? Vedremo.
Ormai Patriota è quasi del tutto libero di comportarsi come vuole. Se nelle stagioni precedenti mostrava il suo lato psicotico solo lontano dalle telecamere e dal pubblico, in questa quarta parte si lascia andare a episodi di violenza senza preoccuparsi di nient’altro che soddisfare se stesso, convinto della sua investitura divina, ci si domanda solamente perchè, essendo in possesso di un grande potere a cui nessuno può opporsi, non sottometta il mondo.
Alla fine, come ogni stagione di The Boys, il personaggio più amato e odiato resta lui, Patriota. In possesso di poteri prodigiosi, basterebbe un suo sguardo per ridurre in cenere ogni cosa, ma alla fine, pur idolatrando quella sua parte che considera divina, non riesce a stare senza l’ammirazione e la devozione di quegli esseri inferiori che sono gli umani. O sarà quella parte paterna in lui che vorrebbe offrire a Ryan i bei momenti che non ha potuto avere, figlio al quale, nella nebbia della sua estrema follia, vorrebbe dare un padre affettuoso da cui prendere esempio? O semplicemente, per la consapevolezza della sua mortalità?
Eppure, nonostante tutti i suoi difetti e le sue psicosi, la sua pericolosità e instabilità, non possiamo non provare un moto di empatia verso Patriota quando si vendica sugli scienziati della Vought e, diciamocelo francamente, se dovessimo scegliere chi essere tra i Sette, opteremmo inevitabilmente lui.
Razzismo, omofobia, indifferenza, estremismi religiosi, violenza, il mondo che ci mostra The Boys 4 è spaventoso, ma così reale. La serie non vuole dare una morale, non mostra gli eventi giudicandoli, ci fa vedere quello che potrebbe essere, quello che potrebbe diventare un mondo che ha perso la speranza e l’empatia, che si fida di ciò che vede e sente attraverso uno schermo ma non di quello che prova sulla propria pelle.