A guerra finita, iniziata la sua carriera artistica, fu proprio il padre a giudicare prudente che cambiasse nome e fu la sua amica Silvana Mauri, futura moglie dello scrittore Ottiero Ottieri e appassionata della poesia di Paul Valéry, a suggerirle il nome di Valeri, che sarebbe Valéry italianizzato.
Franca Valeri fu un’eclettica e frequentò ogni tipo di recitazione, fu la doppiatrice ufficiale di Simone Signoret, ha lavorato al cinema con registi come Fellini e Lattuada, la sua esperienza teatrale è vasta e importante, ma è conosciuta dal grande pubblico soprattutto attraverso il nuovo mezzo di intrattenimento degli anni Sessanta: la televisione. I suoi sketch nei quali interpreta la sora Cecioni
dove recita da sola, al telefono, divennero presto celeberrimi e piacquero tanto che anche Bice Valori, altra stella comica televisiva dell’epoca, la omaggiò con un altro personaggio che recitava al telefono: la centralinista della rai:
Franca Valeri è sempre stata un’appassionata di opera lirica e ha curato la regia di molte rappresentazioni. Il suo amore per la lirica l’ha dimostrato anche adottando, in età avanzata, la cantante lirica Stefania Bonfadelli.
Ma il motivo per il quale non è possibile dimenticarla è che, già ultranovantenne, sostenne e partecipò all’occupazione dell’ex Cinema Palazzo a Roma e del Teatro Valle, il più antico fra i moderni teatri romani, chiuso nel 2011 e riaperto nel 2018 grazie all’impegno di attori e registi fra i quali Franca era la più vecchia, ma non certo la meno battagliera.
Dopotutto, a 98 anni suonati, già continuava a dire: “mi rifiuto di essere una vecchia priva di interessi“. Siamo sicuri che questo suo proposito personale non sia certo venuto meno con lo spegnimento di 100 candeline.