Basato sul libro omonimo dell’illustratore, oltre che musicista, designer e specializzato in immagini futuristiche digitali, lo svedese Simon Stalenhag, Tales from the Loop è una nuova serie Amazon Video in uscita il 3 aprile con la prima stagione di otto puntate, di cui noi di iCrewPlay abbiamo potuto visionare tre episodi in anteprima. Per chi non lo conoscesse, Stalenhag è famoso per la sua arte, in cui rappresenta una società distopica dove esseri umani, robot e dinosauri convivono in un ambiente rurale costellato di architetture futuristiche ma decadenti, senza nessun protagonista straordinario e nessuna sorpresa, solo disillusione, atmosfera ricreata nella serie di Amazon Video.
Quando è stata proposta questa anteprima in redazione, mi ci sono fiondata come un razzo! Ero così incuriosita da Tales of the Loop dopo aver visto il trailer, ma soprattutto dopo aver fatto una breve ricerca sul libro e il suo autore, che avevo proprio voglia di godermi un altro buon prodotto offerto da Amazon, soprattutto in questo lungo periodo di quarantena, salvo poi scoprire che potevo visionare l’episodio uno, quattro e sei solo in lingua originale. Questa premessa mi sento in dovere di farla poiché potrei aver frainteso alcuni dialoghi o non aver capito fino in fondo cosa la serie volesse trasmettere, per cui per ora mi limiterò a dare un opinione piuttosto limitata, cosa che sistemerò non appena Tales of the Loop sarà disponibile sulla piattaforma e io potrò guardarla dall’inizio alla fine, oltre che comprenderla fino in fondo.
“Non tutto nella vita ha senso. Quando qualcuno dice che qualcosa è impossibile, dimostro che è possibile”
Tales from the Loop è ambientata a Mercer in Ohio dove sorge il Mercer Center for Experimental Phisycs, fondato dal dottor. Russ Willard/ Jonathan Pryce e costruito sotto la cittadina. Conosciuta come The Loop, la struttura mira a sbloccare e ad esplorare i misteri dell’universo e sembra anche consentire che accadano cose impossibili, anche se i cittadini sembrano assuefatti da quegli strani eventi che loro accettano senza chiedersi il motivo per cui avvengono. Anche il dottore e la sua famiglia non sono esenti da questi avvenimenti, ma solo la nuora Loretta/ Rebecca Hall, spinta forse da un trauma della sua giovinezza e anche lei impiegata al The Loop, sembra porsi delle domande filosofiche a cui il suocero sembra non voler dare chiarimenti.
E’ chiaro che c’è una linea comune che lega tutti gli episodi ed è rappresentata dalla famiglia del dottore, composta anche dalla moglie Klara/ Jane Alexander, il figlio Roger/ Paul Schneider e i nipoti Cole/ Duncan Joiner e Jacob/ Daniel Zolghadri, ma probabilmente in ogni episodio ci verranno raccontati gli strani eventi che accadono agli altri abitanti della città, come il portiere del centro il quale si ritrova in una situazione un pò ambigua… Non ho potuto non pensare ad Ai confini della realtà, quella raccolta di racconti fantastici che ci ha tenuto compagnia fin dagli anni 60, anche perchè in Tales from the Loop il tempo è un concetto molto fluido, potremmo trovarci sia negli anni ’50 che negli anni ’80, non ci sono indizi che ci indichino una data in cui si svolge la storia.
I paesaggi rappresentati da Stalenhag sono ben riprodotti nella serie Amazon. Vasti prati, a volte ricoperti di neve, da cui sbucano strane costruzioni che sembrano appartenere ad una archeologia del futuro, alcuni in rovina e arrugginiti, altri chiaramente ancora in funzione. Foreste di latifoglie brulle, oscure le quali sembrano nascondere dei segreti, ma in cui è facile incontrare dei giganteschi robot. In tutto questo, un paese con case distanti, quasi isolate l’una dalle altre, in cui vivono delle persone grigie, anonime, che tutte le mattine si recano al lavoro in quella strana costruzione che dall’esterno appare piccola ma che invece nasconde segreti e tecnologie fantascientifiche.
Il problema di Tales of the Loop è la sua lentezza. Sicuramente incuriosisce la trama e le domande che si pone, ma i circa 52 minuti di durata dell’episodio sono composti in gran parte da dialoghi o lunghi silenzi, anche se arricchiti da paesaggi maestosi, ben poca azione (anche se probabilmente non è prevista ma saprò dirlo con sicurezza quando potrò visionarlo per intero) e lunghe attese per arrivare al dunque.