Stellan Skarsgård è l’attore svedese più celebre della nostra epoca. Un attore di straordinario talento e versatilità, capace di passare abilmente da ruoli intensi e drammatici a commedie e film romantici, senza mai dimenticare le proprie radici. Tra film d’autore europei e grandi blockbusters americani, ripercorriamo insieme la vita e la carriera dell’attore!

Stellan Skarsgård, gli esordi
Stellan John Skarsgård nasce a Göteborg, in Svezia, il 13 giugno del 1951, dalla madre Gudrun e dal padre Jan. Durante l’infanzia dell’attore, la sua famiglia si trasferisce numerose volte, spostandosi tra Helsingborg, Totebo, Kalmar, Marielund, Uppsala e Malmö, a causa dell’ascendente carriera aziendale del padre. Stellan ha quindi dovuto cambiare diverse scuole ed amicizie fino a quando gli Skarsgård non si stabiliscono a Stoccolma.
Stellan debutta sul piccolo schermo giovanissimo: è il 1968 quando, a soli sedici anni, l’attore esordisce nel ruolo di protagonista della serie tv svedese per ragazzi Bombi Bitt e io (Bombi Bitt och jag). Per l’occasione, l’attore incide anche una canzone, vantando quindi una piccola esperienza da cantante. Lo show riscosse un grande successo a livello locale, soprattutto considerando che all’epoca c’era un solo canale televisivo, per cui tutti lo conoscevano.
“Sono diventato famoso come una rockstar quando avevo sedici anni e ho fatto Bombi Bitt. C’erano ragazzine urlanti fuori la porta e così via […] È stata un’esperienza che mi avrebbe rovinato se non avessi avuto dei genitori così straordinari, perché si sono assicurati di mantenermi ancorato alla realtà”.
E infatti Stellan ha sempre tenuto ben separata la sua immagine pubblica dalla sua vita privata, di cui anche oggi conosciamo molto poco. D’altro canto, la carriera dell’attore non era nei piani del giovane Skarsgård: nonostante avesse partecipato a delle recite scolastiche (l’attore ricorda ancora il suo primo ruolo: un cumulo di neve!), il suo sogno era quello di essere un diplomatico, al contrario di suo padre che invece ambiva ad una carriera recitativa, mai decollata.
A diciassette anni Stellan Skarsgård lascia il liceo e, nel 1972, entra a far parte del Teatro Reale Drammatico di Stoccolma, presso il qual lavora e prende parte a diversi spettacoli per ben sedici anni, fino al 1988.
Oltre che sui palcoscenici, la carriera del giovane Skarsgård prosegue anche nelle produzioni cinematografiche locali, nelle quali l’attore verrà inizialmente chiamato per interpretare ruoli secondari. Tra questi film ricordiamo Bocca di Velluto (Anita – ur en tonårsflickas dagbok, 1973, di Torgny Wickman), un titolo a luci rosse di cui Stellan Skarsgård non si pente, visto che allora era interessato esclusivamente al guadagno, ma di cui certamente non va fiero.
Nonostante si conosca davvero poco della vita personale e, soprattutto, sentimentale dell’attore, sappiamo che nel 1975 Stellan sposa la dottoressa svedese My Guenther, con la quale avrà ben sei figli: Alexander (1976), Gustaf (1980), Sam (1982), Bill (1990), Eija (1992) e Valter (1995). La maggior parte di loro seguirà le orme del padre nel cinema, collaborando anche con lo stesso su alcuni set, ad eccezione di Eija che ha lavorato come modella e casting director e Sam.
“Non sono religioso ma per me è molto bello avere tanti figli”.
Ma il vero successo arriva nel 1982 con Den enfaldige mördaren, film di Hans Alfredson, per il quale Stellan Skarsgård è protagonista. Per questo ruolo l’attore si aggiudica l’Orso d’Argento al Festival di Berlino come miglior interprete maschile, ottenendo così visibilità a livello internazionale.
Il sodalizio con Hans Alfredson prosegue nell’anno successivo P & B, Falsk som vatten nel 1985 e Jim & piraterna Blom nel 1987.
Il primo film straniero al quale prende parte è L’insostenibile leggerezza dell’essere (The Unbearable Lightness of Being), titolo del 1988 diretto da Philip Kaufman, tratto dall’omonimo romanzo di Milan Kundera. Con protagonisti Daniel Day-Lewis e Juliette Binoche, narra la storia d’amore fra un neurochirurgo e una modesta cameriera sullo sfondo dei fatti tragici della Primavera di Praga.
Dopo altri titoli svedesi tra cui Vargens tid di nuovo di Hans Alfredson (1988), e Le donne sul tetto (Kvinnorna på taket) di Carl-Gustav Nykvist (1989), Stellan Skarsgård torna nuovamente in una produzione statunitense: Caccia a Ottobre Rosso (The Hunt for Red October, 1990), di John McTiernan. tratto dal romanzo La grande fuga dell’Ottobre Rosso di Tom Clancy, il film è ispirato all’ammutinamento dello Storozhevoy del novembre 1975 e vanta un cast d’eccezione con Sean Connery, Alec Baldwin, Scott Glenn, James Earl Jones e Sam Neill. Skarsgård, invece, interpreta un ruolo secondario, molto sacrificato a causa dei tagli in fase di montaggio.
Degli anni successivi ricordiamo God afton, Herr Wallenberg (Kjell Grede, 1990); Il bue (Oxen, Sven Nykvist, 1991); Wind – Più forte del vento (Carroll Ballard, 1992); Colpo di fionda (Kådisbellan, Åke Sandgren, 1993). Nel 1995 è in Kjærlighetens kjøtere, diretto dal regista Hans Petter Moland, con il quale collaborerà poi in diverse occasioni ed instaurerà una splendida amicizia:
“Siamo come una vecchia coppia sposata e io soffro di ansia da separazione”.
Il sodalizio con Lars von Trier
Nel 1996 è la volta de Le onde del destino (Breaking the Waves), diretto dal celebre regista danese Lars von Trier. Il titolo vede protagonisti Emily Watson e Stellan Skarsgård, nei ruoli della timida Bess e dell’inquieto operaio Jan. Quest’ultimo, in seguito ad un grave incidente, è costretto alla sedia a rotelle, non può più muoversi e convince la moglie ad avere rapporti sessuali con altri uomini.
Il film, estremamente drammatico, si inserisce tra i capolavori del regista, ed è il primo della cosiddetta trilogia dal cuore d’oro, con Idioti e Dancer in the Dark, in cui i protagonisti vanno incontro ad un doloroso destino a causa della loro bontà. Le onde del destino segna un trampolino di lancio per Von Trier nel cinema internazionale, aggiudicandosi il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes e la candidatura agli Oscar per la struggente interpretazione di Emily Watson.
Anche per la carriera di Stellan Skarsgård si è trattato di un titolo particolarmente significativo, assicurandogli un maggior successo a livello internazionale che finalmente lo porterà ad interpretare ruoli di maggior rilievo nelle successive pellicole. Skarsgård aveva già collaborato con Lars von Trier in The Kingdom – il Regno, miniserie horror ambientata in un ospedale, dando il via ad un prolifico sodalizio tra i due:
“Siamo molto amici. Ci divertiamo molto quando lavoriamo insieme. Non mi sembra proprio di lavorare. Non ci sono responsabilità come attore, non devi andare lì e dare qualcosa di specifico, perché con lui il processo cinematografico è un processo di continua scoperta. Ma fondamentalmente adoro passare il tempo con lui”.
Nel 1997 Stellan Skarsgård recita in Insomnia, film norvegese di Erik Skjoldbjærg di discreto successo di cui Christopher Nolan realizzerà poi, nel 2002, il remake statunitense con protagonisti Robin Williams e Al Pacino. Nello stesso anno interpreta il professore di matematica in Will Hunting – Genio ribelle (Good Will Hunting), di Gus Van Sant, sulla sceneggiatura premio Oscar dei giovani Matt Damon e Ben Affleck ed il cui cast è completato dallo straordinario Robin Williams. Quest’ultimo, raccontando di Skarsgård sul set, ha affermato:
“È come se avesse tre cervelli che lavorano intensamente e allo stesso momento. Improvvisava molto. Sembrava ogni volta un attore diverso, o persino un regista. Non sapevi mai cosa aspettarti durante le scene con lui.”
Il film segue la storia di Will, un ventenne genio della matematica che lavora nelle pulizie e ha piccoli precedenti penali. Grazie all’aiuto di un terapista e di una ragazza, riuscirà a fare i conti con il proprio passato e a sfruttare il proprio talento.
Sempre nel 1997 Stellan lavora per Steven Spielberg in Amistad: ambientato nel 1839, in seguito a un ammutinamento su una nave schiavi viene istituito un processo contro l’uomo, libero, che ha guidato la rivolta. L’attore, accanto ad Anthony Hopkins, Matthew McConaughey, Morgan Freeman e Djimon Hounsou, interpreta ancora una volta un ruolo secondario.
Nonostante si tratti della sua prima ed unica collaborazione con il grande Spielberg, in realtà Skarsgård era stato preso in considerazione anche per il ruolo, decisamente più rilevante, di Oskar Schindler in Schindler’s List, al quale rinunciò a causa di altri impegni lavorativi. Osservando la lunga e prolifica carriera dell’attore, infatti, si può notare come in diverse occasioni abbia rifiutato di prendere parte a diversi blockbusters, a favore del cinema d’autore europeo.
Dopo Ronin (John Frankenheimer, 1998); Blu profondo (Deep Blue Sea, Renny Harlin, 1999); Passion of Mind (Alain Berliner, 2000); Timecode (Mike Figgis, 2000); Stellan torna a collaborare con Lars von Trier in un ruolo minore nel tragico Dancer in the Dark (2000), film Palma d’oro a Cannes con protagonista un’incredibile Björk.
Lo stesso anno fa ritorno anche al fianco di Hans Petter Moland per Aberdeen. Dopo altri titoli europei e statunitensi, è poi nuovamente su un set di Von Trier, questa volta dell’acclamato Dogville (2003), con Nicole Kidman.
Successivamente, l’attore è in King Arthur (Antoine Fuqua, 2004); L’esorcista – La genesi (Exorcist: The Beginning, di Renny Harlin, 2004); Dominion: Prequel to the Exorcist (Paul Schrader, 2005).
Pirati dei Caraibi e MCU: dal cinema d’autore ai blockbusters americani
Nel corso della sua variegata carriera, Stellan Skarsgård ha sempre dimostrato un’immensa versatilità nella sua capacità di passare da ruoli estremamente intensi e drammatici, personaggi cupi e crudeli, fino ad arrivare ad interpretazioni più leggere e romantiche, destreggiandosi abilmente tra i generi cinematografici più disparati.
Dopo anni in cui sembra aver prediletto il cinema d’autore, Stellan prende parte al celebre franchise dei Pirati dei Caraibi, nel ruolo di Sputafuoco Bill Turner, a partire dal secondo film Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma (Pirates of the Caribbean: Dead Man’s Chest), di Gore Verbinski (2006). Il personaggio tornerà poi anche nel capitolo successivo, Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (Pirates of the Caribbean: At World’s End, Gore Verbinski, 2007).
“Mi piace quel personaggio. […] Non mi interessa se è un ruolo primario o meno. È qualcosa che ha a che fare con… quando trovi una personalità unica, che sia esteriore o interiore, da recitare, è fantastico.”
Il 2007 è segnato anche dal divorzio con la prima moglie, dopo ben oltre trent’anni di matrimonio. L’anno successivo, nel 2008, è poi la volta di Mamma Mia!, adattamento cinematografico del musical cult diretto da Phyllida Lloyd. Donna (Meryl Streep) ha cresciuto da sola su un’isola della Grecia la figlia Sophie (Amanda Seyfried), ormai prossima alle nozze. Sophie, che sogna di farsi accompagnare all’altare dal suo vero padre, invita al matrimonio tre uomini del passato di Donna, interpretati da Colin Firth, Pierce Brosnan e Stellan Skarsgård. L’attore tornerà poi nello stesso ruolo nel sequel Mamma mia! Ci risiamo (Mamma Mia! Here We Go Again, Ol Parker, 2018).
“Non so cantare, non so ballare, ma quando ho saputo che neanche Firth e Brosnan sapevano farlo mi sono sentito più a mio agio.”
Nel 2009 è nel cast di Angeli e demoni (Angels & Demons), secondo film della trilogia firmata da Ron Howard basata sui romanzi di Dan Brown. Nel cast stellare spiccano i nomi di Tom Hanks, Ewan McGregor e Pierfrancesco Favino. Nello stesso anno Stellan si sposa nuovamente, questa volta con l’attuale moglie Megan Everett, produttrice e sceneggiatrice irlandese, con cui avrà altri due figli: Ossian (2009) e Kolbjörn (2012).
L’attore torna poi a recitare per i suoi amici: nel 2010 è in En ganske snill mann di Hans Petter Moland e, nello stesso anno, prende parte al cortometraggio di Lars von Trien, Dimension 1991-2024.
Nel 2011 Stellan Skarsgård entra ufficialmente a far parte del Marvel Cinematic Universe con Thor, diretto da Kenneth Branagh, nella parte del professor Erik Selvig, che riprenderà poi anche nei successivi The Avengers (2012), Thor: The Dark World (2013) e Avengers: Age of Ultron (2015).
“Il film è stato divertente. […] Non sapevo molto di Thor… o meglio, sapevo del vero Thor, ma non molto sui fumetti. Ma il fatto è che era Kenneth Branagh il regista e lui è bravo. Allora ho detto ‘Ok, lo farò’ ma il punto è che, quando firmi per uno di questi film, firmi per quattro; quindi, mi sono sentito come se avessi venduto l’anima al diavolo, ma non è stato così, perché soprattutto nel primo, mi sono divertito molto. […] Perché ho continuato dopo? Avevo un contratto, ed è stato divertente fare quelle piccole cose. non devi essere troppo pretenzioso su ciò che fai. Non è un crimine fare qualcosa di non intellettuale ogni volta”.
Sempre nel 2011 l’attore recita in Melancholia, film cult di Von Trier, con Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg ed il figlio Alexander Skarsgård, per la prima volta insieme al padre sul grande schermo:
“Quando ho lavorato con alcuni dei miei figli non riuscivo a prenderli sul serio, sai? Ma è bello perché hai lo stesso tipo di umorismo, e quindi ti diverti”.
Il film segue la storia di Justine che, dopo essersi sposata, prova un grande sconforto che la porta ad allontanarsi dalla festa, quando accade qualcosa di inaspettato e sorprendente, destinato a cambiare il suo futuro e quello dell’umanità intera.
Segue, sempre nel 2011, Millennium – Uomini che odiano le donne (The Girl with the Dragon Tattoo, David Fincher). Nel 2013 è poi nuovamente davanti la macchina da presa di Lars von Trier per Nymphomaniac: volume I e volume II.
Collabora poi nuovamente con Kenneth Branagh nel film del 2015 Cenerentola (Cinderella). Nel 2018 è ne L’uomo che uccise Don Chisciotte (The Man Who Killed Don Quixote), diretto da Terry Gilliam. Il film è noto come uno dei più estremi esempi di development hell della storia del cinema, con ben otto tentativi di realizzazione da parte del regista nell’arco di quasi vent’anni.
Dopo Out Stealing Horses – Il passato ritorna (Ut og stjæle hester, 2019), del caro Hans Petter Moland, Stellan è nel colossal Dune (2021), di Denis Villeneuve, nei panni del terribile Barone Vladimir Harkonnen. Il film può definirsi come il primo adattamento cinematografico riuscito della celebre saga di romanzi sci-fi anni Settanta di Frank Herbert, dopo il fallimentare tentativo di Alejandro Jodorowsky ed il flop diretto da David Lynch.
In un distante futuro dell’umanità, il duca Leto Atreides accetta la gestione di un pericoloso pianeta, Dune, l’unica fonte di una droga in grado di allungare la vita e fornire eccezionali capacità mentali.
Per il ruolo, Skarsgård si è dovuto sottoporre ad ore infinite di trucco prostetico, dando vita ad un personaggio iconico che farà poi ritorno sul grande schermo nel sequel Dune: Parte Due del 2024.
Dal grande al piccolo schermo: Chernobyl e Andor
Non mancano poi i ruoli televisivi. Nel 2019 Stellan è nella miniserie Chernobyl, creata e scritta da Craig Mazin (The Last of Us) per HBO. L’attore svedese interpreta Boris Ščerbina, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e capo dell’Ufficio per il Combustibile e l’Energia. Sul set ha modo di tornare accanto ad Emily Watson, dopo vent’anni dalla loro collaborazione ne Le onde del destino. Grazie alla sua splendida interpretazione, Stellan Skarsgård riesce ad aggiudicarsi il Golden Globe per il miglior attore non protagonista.
Nel 2022 l’attore prende parte anche al cast di Andor, serie TV ambientata nell’universo di Star Wars:
“È Star Wars per adulti. Finalmente un personaggio che avrei voluto interpretare quando avevo dieci anni. Chi non vorrebbe poter pilotare una navicella? […] Voglio dire, è il piccolo ragazzo che è in me.”
In occasione del Festival di Cannes 2025 è stata presentata l’ultima pellicola in cui potremo presto veder tornare Stellan Skarsgård: Sentimental Value (Affeksjonsverdi, di Joachim Trier), vincitore del Gran Premio della Giuria al festival cinematografico francese. Elle Fanning, tra i protagonisti del film, ha avuto occasione di raccontare la sua esperienza sul set con l’attore:
“Con Stellan si è creato un legame magnifico, è stato quasi una figura paterna per me. È gentile, intellettuale ma anche un orsacchiotto. Sul set ci siamo molto uniti”.
Oggi Stellan Skarsgård, nonostante la sua lunghissima carriera ed una fama di livello internazionale, vive a Stoccolma con la sua famiglia, lontano dai riflettori:
“Non vedo perché dovrei andarmene. Si pagano tasse alte, nessuno muore di fame, c’è assistenza sanitaria gratuita, scuole e università gratuite. È un posto civile in cui vivere e mi piace”.
Stellan, dichiaratamente laico e razionalista, parla fluentemente svedese, inglese, tedesco, francese, danese ed anche un po’ d’italiano, la sua partecipazione è dunque molto richiesta nei diversi festival cinematografici internazionali.
Tra cinema d’autore e blockbusters statunitensi, da ruoli drammatici a musical e commedie, l’attore ha sempre dato prova del suo immenso talento e versatilità, spesso scegliendo i film semplicemente per la troupe ed i rapporti d’amicizia piuttosto che per la sceneggiatura ed il ruolo proposti, dando maggior valore ai rapporti umani, sul lavoro così come nella vita privata. Non vediamo l’ora di scoprire quanto altro ha ancora da offrirci, certi di non rimanere delusi dalle sue straordinarie interpretazioni!