Il regista di Soldado e Gomorra lascia temporaneamente le crime fiction per affrontare la regia di un western nato da un soggetto di Sergio Leone
In questi giorni Ennio Morricone da il via al suo ultimo tour di concerti che partiranno da Verona, per toccare poi Roma, Mantova e Lucca durante gli ultimi giorni di Giugno, e proprio nello stesso periodo si torna a parlare di Sergio Leone, grande regista italiano di film western tra i più conosciuti e apprezzati al mondo (Per un pugno di dollari, C’era una volta il West e ll buono, il brutto e il cattivo solo per citarne alcuni) le cui colonne sonore scritte dal compositore premio Oscar sono diventate famose quasi quanto le pellicole stesse. E in particolare si parla di Colt, film tratto da un soggetto di Sergio Leone che sarà diretto da Stefano Sollima, autore di crime movie come Suburra e Gomorra, quest’ultimo diventato anche una serie TV che è stata poi venduta in oltre 160 paesi in tutto il mondo diventando internazionale.
Stefano Sollima è noto anche per aver girato Soldado con Josh Brolin e Benicio Del Toro, sequel dell’americano Sicario (negli Stati Uniti il film è uscito con il nome di Sicario: Day of the Soldado) girato da Dennis Villeneuve nel 2015.
Il regista romano ha deciso di abbandonare per un po’ il genere del crime movie per dedicarsi proprio al progetto ideato inizialmente da Sergio Leone, Colt, che vedrà protagonisti tre ragazzini di circa 12 o 13 anni che si troveranno a utilizzare la famosa arma di cui fa riferimento il titolo del film e che li vedrà lentamente ma inesorabilmente diventare dei criminali.
Il regista ha dichiarato di voler riportare in auge il genere dello spaghetti western portato al successo proprio da Sergio Leone, soprattutto negli anni ’60, ma anche da un altro regista omonimo, il padre di Stefano, Sergio Sollima, scomparso nel 2015 e noto soprattutto per la serie TV Sandokan con Kabir Bedi, ma noto anche per aver portato al cinema alcuni western di taglio più politico, La resa dei conti, Faccia a Faccia e Corri uomo corri tutti con protagonista Thomas Milian.
Negli anni il genere si è decisamente perso, salvo il tentativo di Quentin Tarantino di riportarlo in auge con Django Unchained e con The Hateful Eight, quest’ultimo avente come colonna sonora proprio una partitura di Ennio Morricone, per la quale si è aggiudicato l’Oscar nel 2016. Staremo a vedere se Stefano riuscirà a seguire le orme del padre e a riportarci, come molti anni fa, in un autentico spaghetti western, uno dei generi più amati e imitati dai cineasti di tutto il mondo.