Il 18 dicembre 2019, vedremo nei cinema l’atto finale (?) della saga che ha appassionato intere generazioni, abbracciando un pubblico estremamente vasto da una storia che visto la luce grazie al genio di George Lucas, ideatore di Star Wars, conosciuto anche come Guerre Stellari in una, a parer mio ormai superata, traduzione del titolo originale.
Era il 1977 quando per la prima volta, hanno risuonato le note di quella che poi sarebbe diventata l’inconfondibile colonna sonora di John Williams, accompagnate dai titoli di apertura a scorrimento obliquo, tipiche dei film di Star Wars.
Ha fatto estremamente discutere la presenza, non si comprende ancora bene in quale forma e in che qualità, dell’ex imperatore dell’Impero Galattico: Palpatine (Ian McDiarmid) personaggio appartenente alla seconda trilogia di Star Wars e che francamente non ci saremmo proprio aspettati potesse ritornare. Lo abbiamo sentito ridere nel primissimo trailer ed ora, non soltanto lo sentiamo parlare, ma ne vediamo anche il trono.
Cosa ci attende, dunque, in quest’ultima ed entusiasmante pellicola della durata di ben 2 ore e 35 minuti? Rivedremo tutti i personaggi ai quali ci siamo tanto affezionati e, grazie all’utilizzo della CGI, ritroveremo anche la principessa Leia Organa (interpretata dall’indimenticata Carrie Fisher).
Rey (Daisy Ridley) sarà attratta dal fascino e dal misterioso richiamo del lato oscuro o sarà Kylo Ren (Adam Driver) a convincersi ad ascoltare la sua coscienza e ad unirsi alla resistenza? E perché la figura incappucciata, con quella straordinaria nuova arma laser a scatto, sembra somigliare terribilmente a Rey? Che si tratti di una visione o di un serio indizio? Probabilmente la chiave di lettura del finale, è da ricercarsi nel titolo, io ho una mia teoria, ma anziché rivelartela, mi piacerebbe se fossi tu a raccontarmi come pensi che si concluderà questa trilogia e allora ti dirò quale astrusa idea mi sono fatta! Nell’attesa, che la forza sia con te. Sempre.