Regia: Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson; sceneggiatura: Phil Lord e Christopher Miller, David Callaham; musiche: Daniel Pemberton; voci originali: Miles Morales / Spider-Man (Shameik Moore), Gwen Stacy / Spider-Woman (Hailee Steinfeld), Jefferson Davis (Brian Tyree Henry), Rio Morales (Luna Lauren Velez), Peter B. Parker / Spider-Man (Jake Johnson), Dr. Jonathan Ohm / La Macchia (Jason Schwartzman), Jessica Drew / Spider-Woman (Issa Rae), Pavitr Prabhakar / Spider-Man India (Karan Soni), Hobart Brown / Spider-Punk (Daniel Kaluuya), Miguel O’Hara / Spider-Man 2099 (Oscar Isaac); produzione: Phil Lord e Christopher Miller, Avi Arad, Amy Pascal, Christina Steinberg; Compagnia di produzione: Marvel Studios; paese di produzione: Stati Uniti d’America -2023; durata: 150’
La parola al film…
Mi chiamo Spider-Man: Across the Spider-Verse, sono il sequel di Spider-Man: Un nuovo universo e mi pongo il difficile obbiettivo di superare quel capolavoro che conquistò l’Oscar, il Golden Globe e il BAFTA come miglior film d’animazione nel 2019. Forse ci sto riuscendo, i numeri parlano chiaro: 95% di recensioni positive della critica e 97% del pubblico su Rotten Tomatoes rappresentano uno strabiliante risultante. Con i 51.7 milioni di dollari incassati nei primi due giorni negli USA supero gli incassi dell’intero primo weekend del primo film e divento il miglior giorno d’esordio dell’anno, nonché il terzo miglior esordio di sempre per un film d’animazione.
Il merito è sicuramente della regia e degli effetti speciali che mi rendono un fumetto in movimento ancora più dettagliato del prequel, con stili diversi per ogni personaggio e per ogni situazione, quasi come se ogni mio capitolo fosse disegnato dalla matita di un artista diverso. Sin dai primi minuti le linee dei disegni e i balloon fumettistici si muovono a ritmo di musica, una componente fondamentale per questa saga d’animazione. Mona Lisa è la mia canzone preferita e nel video è riassunta la magia di Spider-Man: Across the Spider-Verse:
Mi chiamo Spider-Man: Across the Spider-Verse e approfondisco il Ragnoverso introdotto dal mio predecessore, una ragnatela multidimensionale che unisce tutti gli Spider-Men appartenenti a realtà alternative, ispirandomi all’omonima saga fumettistica scritta da Dan Slott e disegnato da Olivier Coipel e Giuseppe Camuncoli nel 2014. Come nel 2018 Sony ripropone il certificato della Comics Code Authoritycon la psichedelica siglaMarvel all’inizio della visione di un film ancora più multiversale e multimediale: alle numerose citazioni ai fumetti si uniscono ora quelle ai videogiochi, giocattoli, film in live action, serie tv animate del nostro amichevole Uomo ragno di quartiere.
Il multiverso sembra una tematica ormai troppo diffusa negli ultimi anni: il Marvel Cinematic Universe si concentra su questo argomento, Everything Everywhere All at Once ha trionfato con 7 Premi Oscar, i DC Studios si apprestano a presentare The Flash e resettare il proprio universo; ma io, Spider-Man: Across the Spider-Verse, mi concentro sul supereroe più amato, ti porto infinite versione di quest’ultimo e una storia avvincente in cui ognuno è tenuto a rispettare le regole del Ragnoverso e o a stravolgere i canoni e tutto ciò che conosciamo delle classiche storie dell’Arrampicamuri.
Mi chiamo Spider-Man: Across the Spider-Verse e porto l’evoluzione delle storie di due adolescenti, che vivono in due dimensioni parallele, ma che sono accomunati dal loro potere e dalle responsabilità che ne derivano: Gwen Stacy sente la mancanza del suo amico di Brooklyn e alla prima occasione non ci pensa due volte per incontrarlo di nuovo, ma nel frattempo deve convivere con i problemi legati alla sua doppia identità e a suo padre che ricerca Spider-Woman; d’altro canto Gwen è il soggetto prevalente dei disegni di Miles Morales, che parallelamente non riesce a far combaciare la vita da supereroe con quella da liceale e figlio modello.
Mi chiamo Spider-Man: Across the Spider-Verse e ti presento Miguel O’Hara, lo Spider-Man più tormentato del multiverso: versione futuristica del personaggio creato da Peter David e Rick Leonardi nel 1992, ha tentato di oltrepassare i canoni del Ragnoverso sperimentando sulla sua pelle le terribili conseguenze; con la Spider Society e gli infiniti Uomini Ragno a sua disposizione cerca di salvaguardare le tele che uniscono le diverse storie delle varianti per non farle collassare. Si presenta come “uno dei buoni”, ma solo il tempo ci dirà quale sarà il suo vero ruolo. Spot è colui che, invece, diventa man mano il villain, da “macchietta” inesperta dei suoi poteri a nemesi impegnativa per il protagonista.
Come già saprai, ti devo lasciare perché la mia storia continua il 29 Marzo dell’anno prossimo con il mio fratello minore, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse.
Curiosità con spoiler di Spider-Man: Across the Spider-Verse
Solo per chi ha visto già il film mi volevo soffermare su alcuni interessanti riferimenti. Donald Glover (Han Solo: A Star Wars Story), grande fan di Spider-Man, dopo l’omaggio nel prequel, riprende il ruolo di Aaron (zio di Miles) da Spider-Man Homecoming. In Spider-Man: Across the Spider-Verse il multiverso è spiegato con un flusso simile a quello visto alla fine di Loki, poi stilizzato nelle tele del Ragnoverso: tra gli eventi canonici degli Spider-Man notiamo la morte dello zio Ben con Tobey Maguire e la morte del Capitano Stacy con Andrew Garfiled, riprese dal materiale d’archivio dei loro film.
Infine, Miguel O’Hara fa riferimento agli eventi di Spider-Man: No Way Home, il compagno di stanza non vuol essere “l’uomo sulla sedia” per Miles (come Ned lo è per il Peter Parkerdi Tom Holland) e quando inizia a testare i suoi poteri la Macchia arriva anche nell’universo di Venom.