Solos: l’insostenibile complessità dell’essere

Solos: fantascienza o presagio? Cosa accade quando la tecnologia dirige e domina anche le nostre più profonde emozioni?

Luana
20 giugno, 2021

Solos.

Regia: David Weil, Melina Matsoukas, Sam Taylor-Johnson, Zach Braff, Tiffany Johnson; soggetto: David Weil; sceneggiatura: David Weil, Bekka Bowling, Tori Sampson, Stacy Osei-Kuffour; fotografia: William Rexer; scenografia: Ruth Ammon; costumi: Shiona Turini; effetti speciali: Andrew Woolley, John Decker; montaggio: Simon Smith, Luke Dunkley; interpreti: Morgan Freeman, Uzo Aduba, Anthony Mackie, Dan Stevens, Constance Wu, Nicole Beharie, Anne Hathaway ed Helen Mirren; produttore: Pixie Wespiser; produttore esecutivo: Laura Lancaster, Melina Matsoukas, Sam Taylor-Johnson, David Weil per Amazon Studios; origine: Stati Uniti d’America – 2021; episodi: 7.

Trama

La serie antologica in sette episodi esplora le strane, bellissime, struggenti, divertenti, straordinarie verità di cosa significhi essere umani. La serie è ambientata nel nostro presente e nel futuro e sottolinea come, anche nei momenti in cui ci sentiamo più soli, siamo in realtà tutti connessi attraverso l’esperienza umana.

Una serie antologica che raccoglie, in sette episodi, sette storie. Storie di vita, storie di morte, storie di solitudine, storie di fragilità, storie tragiche…semplicemente storie di esperienza umana. Solos è un percorso di riflessione sul senso di profonda interconnessione tra le persone, da intendersi come legame sentimentale che trascende ed infrange spazio e tempo e non meramente tecnologico.

Innumerevoli vite ed intrecci nell’impatto di ogni esistenza su questo mondo. Una perfetta rappresentazione del butterfly effect con sfumature e influenze alla Black Mirror, con una tecnologia che rende tutto possibile, anche l’isolamento totale e volontario, una giustizia arbitraria e vendicativa, la clonazione.

La sotto trama di ciascun episodio è talmente ricca e particolareggiata da non poter essere anticipata senza il rischio di spoilerare aspetti salienti della storia; senza contare che l’esperienza visiva è talmente personale che c’è il pericolo di influenzare la percezione dello spettatore. Con una durata di 30 minuti circa, ogni puntata è una vera e propria esperienza di vita: in talune ci si riconoscerà, di altre si avrà terrore e in altre ancora ci si chiederà come ci comporteremmo noi.

Ho adorato Solos e non sono riuscita a smettere di guardarla e ne sono lieta, ne consiglio infatti la visione per intero, per avere un quadro completo e lineare degli intrecci proposti dallo show. L’investimento emotivo e professionale fatto per la produzione e la realizzazione della serie è evidente in ogni frame, in ogni dialogo o monologo, nella fotografia e nell’attenta e particolareggiata composizione e degli ambienti e delle scenografie.