Tutti abbiamo sentito parlare di Sherlock Holmes e ci siamo innamorati del grande genio investigativo penetrato nella cultura letteraria, poi cinematografica ed infine seriale. Quella di cui ti parlerò oggi è una serie dalle componenti straordinarie, con uno sviluppo via via sempre più interessante e con protagonisti che sanno il fatto loro: Sherlock – la serie.
Sherlock Holmes – Cenni storici
Forse non sai che l’investigatore più famoso al mondo ha più di cent’anni, è nato dal genio di Sir Arthur Conan Doyle che nel 1887 lo inserì all’interno del romanzo Uno studio rosso. Da quel momento il personaggio inventato da Doyle farà la comparsa in due romanzi e numerosi racconti, estendendosi poi ad altri media, fino a diventare una vera e propria icona letteraria, in particolare nei romanzi gialli.
Fisicamente gli sono state conferite tante fisionomie diverse, anche se originariamente il romanzo portava la seguente descrizione:
“Il suo sguardo era acuto e penetrante; e il naso sottile aquilino conferiva alla sua espressione un’aria vigile e decisa. Il mento era prominente e squadrato, tipico dell’uomo d’azione. Le mani, invariabilmente macchiate d’inchiostro e di scoloriture provocate dagli acidi, possedevano un tocco straordinariamente delicato, come ebbi spesso occasione di notare quando lo osservavo maneggiare i fragili strumenti della sua filosofia.”
Attenendosi a questa descrizione, Sidney Paget nel 1904 ne fece un ritratto che riprende, infatti, le caratteristiche del romanzo.
Ben presto Sherlock Holmes attirò l’attenzione anche del cinema, (ricordiamo i più recenti film con Robert Downey Junior), fino alla serie di cui parlerò in quest’articolo che stravolge un po’ la percezione dell’intero personaggio rispetto al romanzo.
Sherlock – Un personaggio bizzarro
Ebbene, dopo un brevissimo accenno alla figura storica di Sherlock Holmes, veniamo al cuore dell’argomento.
La serie di Sherlock è stata una grande idea di Steven Moffat e Mark Gatis, i quali avevano lavorato in precedenza anche per altre serie giallo/thriller. Data la passione che entrambi gli sceneggiatori avevano la figura creata da Doyle, pensarono seriamente di lavorare ad uno show che potesse coniugare la genialità e l’unicità del personaggio originale e l’era moderna in cui viviamo.
Per l’appunto, lo Sherlock della serie non odia il fumo, ma si impone di non farne uso, utilizza gli SMS, il GPS, internet, PC e smartphone per risolvere i casi, inoltre è giovane ed ha un’amicizia con Watson che emerge molto di più rispetto alle altre opere che abbiamo visto.
Ciò che resta di tradizionale è l’indirizzo del 221b di Baker Street a Londra (non avremmo mai voluto vedere uno Sherlock Holmes in California, siamo onesti), inoltre John Watson è reduce anche qui della guerra in Afghanistan e, dulcis in fundo, è presente la figura antitetica di Jim Moriarty.
Insomma, un signor Holmes con emozioni e strumenti del mondo in cui attualmente viviamo, ma l’impegno che gli sceneggiatori hanno messo nel non renderlo banale come tanti altri personaggi deduttivi ed intelligenti è qualcosa per cui questa serie merita una visione attenta ed assoluta.
Il punto di forza della serie è, senza ombra di dubbio, un cast spettacolare. Inutile dire quanto sia stata funzionale la scelta di Benedict Cumberbatch nei panni di Sherlock Holmes: la sua compostezza, l’aria seria, per non parlare del suo accento perfettamente britannico ed austero danno allo show il giusto tono (la serie rende il doppio se vista in lingua originale). Cumberbatch è un attore che si spalma magnificamente sui ruoli di persone mentalmente potenziate, l’abbiamo visto anche con The imitation game.
Scelta giusta anche quella di Martin Freeman come John Watson, ottima spalla che sa regalare anche momenti molto divertenti allo spettatore. Tuttavia la punta di diamante del cast, a parte Cumberbatch, è Andrew Scott nei panni dello spietato Jim Moriarty, egli non compare spesso, non lo si può certo definire un personaggio principale, ma trasmette un’energia elevatissima ogni volta che è in scena. Vedere lui e Sherlock in azione è qualcosa che fa davvero rimanere incollati allo schermo.
Passando alla trama, anche qui abbiamo delle concessioni che si sono permessi gli sceneggiatori, in quanto spesso e volentieri Sherlock sembra comprendere bene lo stato emotivo altrui ed egli stesso vive dei turbamenti psicologici (come in Scandalo a Belgravia). In ogni episodio si segue un caso diverso, anche se resta costante la minaccia principale di Moriarty che verrà poi svelata nell’epilogo.
E’ presente inoltre un episodio speciale che è fedele allo Sherlock Holmes del passato perché ambientato nella Londra dell’epoca vittoriana, trattasi de L’abominevole sposa, in cui Sherlock e Watson si ritrovano a dover affrontare il caso bizzarro di una sposa che prima si suicida e poi viene vista compiere altri omicidi.
Elementi che catalizzano l’attenzione dei più attenti ed esperti sono la regia, cambiata diverse volte nel corso della serie, ma che rimane fedele con riprese dinamiche, le quali danno l’impressione che lo spettatore stia correndo con Sherlock da un luogo all’altro per risolvere i misteri. Altro fattore è la spettacolare fotografia, molto ricercata e meticolosa, per cui Neville Kidd ha ricevuto anche una candidatura al Primetime Emmy Award.
Cos’altro aggiungere? Ma certo, le curiosità!
Il manga
Lo sai che dalla serie è stato creato un manga? Pare che abbia riscontrato così tanto successo che un fumettista di nome Jay ha creato dei manga che rispecchiano i primi episodi. In Italia il primo volume è stato pubblicato da Panini Comics.
Amanda Abbington non sapeva del colpo di scena
Chi ha visto la serie saprà che il personaggio interpretato da Amanda Abbington (Mary Watson) è artefice di uno dei colpi di scena più grandi della serie. Tuttavia l’attrice non ne era a conoscenza e lo scoprì solo quando lesse l’ultima versione del copione.
La Baker Street non corrisponde a quella vera
Ebbene sì, questo potrà far storcere un po’ il naso, ma è anche intuibile perché il 221b Baker Street che vediamo in Sherlock, non combacia con quello reale di Londra, infatti gli episodi sono stati girati a North Gower Street. A Londra, in quella via, si trova lo Sherlock Holmes museum ed un negozio di souvenir.
Il Blog di Watson esiste davvero!
Diverse volte John Watson ci ha strappato un sorriso rispetto alle sue imprese con il blog su cui scriveva tutte le imprese svolte insieme al suo amico Sherlock Holmes. Era divertente vedere che Holmes si confrontava con persone che avrebbero potuto descrivergli ogni suo caso, senza che lui le conoscesse. Ecco, questo famoso sito esiste: Il blog di Watson.
Andrew Scott ha costruito il suo personaggio
Abbiamo già detto che Andrew Scott è stato un elemento importantissimo per conferire successo alla serie, forse sarà perché egli stesso ha voluto creare Jim Moriarty da zero, volendo che non somigliasse a nessun altro cattivo.
Quello che non vorresti sapere
Bene, arrivati all’ultima curiosità, c’è un punto che non vorresti sapere, ma che è doveroso dire. Pare che uno dei motivi principali che non hanno permesso il continuo di Sherlock è il rapporto tra Cumberbatch e Freeman, totalmente diverso da come lo vediamo nella serie. Si dice che Freeman fosse contrariato dal fatto che la figura del suo collega avesse oscurato la sua. Tempo fa ha parlato della sua avversione nel doversi confrontare con le aspettative dei fan:
“Non è più divertente. Interpretare ancora Watson? È più probabile vedermi suonare vecchia musica jazz.”
Pare che poi la replica del suo collega non sia stata delle più docili:
È piuttosto patetico, se ciò (la pressione dei fan) ti basta per non avere il controllo della tua realtà. Per cosa? Per colpa delle aspettative? Non so, non mi sento d’accordo.
Insomma, non c’è molta simpatia tra i due, ma si sa che nelle serie in cui c’è una coppia esplosiva, o ci si ama (vedi per esempio Bryan Cranston e Aaron Paul) o ci si odia.
Caro lettore, non voglio lasciarti con l’amaro in bocca, quindi concludo dicendoti che non puoi assolutamente perderti questa serie (che purtroppo non puoi più trovare su Netflix), proprio perché la bravura dei produttori nel renderla trasversale e versatile vale tutte le guerre e gli intoppi che ci sono stati sul set!