C’è una leggenda che gira su internet, diventata quasi una barzelletta virale: Sean Bean, celebre attore inglese, muore in ogni film. Eppure, dietro questo cliché bizzarro si nasconde una carriera straordinaria fatta di interpretazioni intense, di volti tormentati e di personaggi che, proprio morendo, sono riusciti a lasciare un segno profondo nell’immaginario collettivo.
Sean Bean, le radici

Nato il 17 aprile 1959 a Sheffield, nel sud dello Yorkshire, Shaun Mark Bean cresce insieme a sua sorella Lorrain in una famiglia della working class inglese. Suo padre Brian gestiva un’azienda di saldature, mentre sua madre Rita Tuckwood Bean lavorava come segretaria.
Dopo un infortunio che gli precluse una carriera nel calcio, Bean si avvicina alla recitazione frequenta la Royal Academy of Dramatic Art (RADA), dove affina le sue doti drammatiche e costruisce una solida base teatrale, soprattutto shakespeariana.
Dai villain ai guerrieri
Dopo i primi ruoli in TV e teatro, arriva al cinema con Caravaggio (1986), ma la notorietà esplode con GoldenEye(1995), dove interpreta Alec Trevelyan, il villain con il quale dovrà fare i conti James Bond. Da lì in poi, Bean si specializza in ruoli intensi e spesso tragici. La sua fisicità, lo sguardo tagliente e la voce roca gli permettono di incarnare uomini d’onore, combattenti o martiri. E sì, spesso muore sullo schermo: trafitto, decapitato, giustiziato. Un destino ricorrente che gli ha regalato meme, compilation su YouTube e un’ironica fama immortale.
Boromir: l’uomo che cade, l’eroe che si rialza
Il suo ruolo in Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello (2001) è forse il più emblematico: Boromir è un uomo diviso tra il desiderio di proteggere il proprio regno e la tentazione dell’Anello. La sua caduta e la sua redenzione lo rendono uno dei personaggi più umani della saga di Peter Jackson.
La scena della sua morte, colpito da tre frecce mentre protegge Merry e Pipino, è entrata nella storia del cinema fantasy. E’ una di quelle morti cinematografiche che dimostra non solo per l’eroismo, ma anche la vulnerabilità che il personaggio di Bean porta sullo schermo.
Bean riprenderà il ruolo di Boromir anche nei successivi capitoli della trilogia de Il Signore degli Anelli, Le due torri (2002) e Il ritorno del re (2003), comparendo in alcuni flashback presenti nelle versioni estese dei due film.
Ned Stark: l’integrità che non sopravvive
Nel 2011 Bean torna alla ribalta con una delle serie fantasy più cult nella storia della televisione, Il Trono di Spade, dove interpreta Eddard “Ned” Stark nella prima stagione. Patriarca della casata Stark, Ned è un uomo d’onore che si ritrova invischiato nei giochi di potere di Approdo del Re.
La sua morte, avvenuta per decapitazione, segna una svolta storica nella serialità: nessun personaggio è al sicuro, neanche quello con il volto più noto. Eppure, Ned Stark resta vivo nel cuore degli spettatori, simbolo di giustizia e rigore morale in una cinica realtà.
Gli anni recenti: il BAFTA e alcuni film
Negli ultimi anni Sean Bean ha continuato a dimostrare una notevole versatilità, scegliendo ruoli intensi e profondamente umani. Nel 2017 prende parte alla serie inglese Broken, in cui interpreta un prete tormentato alle prese con i dilemmi morali e spirituali della sua comunità. La sua interpretazione, intensa e toccante, gli vale nel 2018 il prestigioso British Academy Television Award (BAFTA) come miglior attore protagonista.
Nel 2020 partecipa a Possessor, il disturbante horror sci-fi diretto da Brandon Cronenberg (figlio del celebre regista David Cronenberg).
Nello stesso anno presta la voce al saggio Bill Goodfellowe nel film d’animazione Wolfwalkers – Il popolo dei lupi, acclamato per la sua bellezza visiva e la grande emotività che la pellicola esprime.
Nel 2021 ritorna al piccolo schermo con Time, un’intensa miniserie drammatica ambientata in un carcere britannico, accanto a Stephen Graham.
Infine, nel 2023 prende parte a I Cavalieri dello Zodiaco – Saint Seiya: The Beginning, adattamento live-action dell’amatissimo anime giapponese, che al momento è la sua ultima interpretazione sul grande schermo.
Una complessa vita privata
Sean Bean ha avuto una vita sentimentale piuttosto movimentata, con ben cinque matrimoni alle spalle.
Il primo risale all’11 aprile 1981, quando sposò Debra James, una parrucchiera, da cui divorziò sette anni dopo.
Nel 1990 convolò a nozze con l’attrice Melanie Hill, madre delle sue prime due figlie: Lorna, nata nell’ottobre 1987, e Molly, nata nel settembre 1991. Anche questo matrimonio si concluse con un divorzio nell’agosto 1997.
Pochi mesi dopo, il 22 novembre dello stesso anno, Bean si risposò con un’altra attrice, Abigail Cruttenden, dalla quale ebbe una terza figlia, Evie Natasha, nata nel novembre 1998. Anche questa unione finì, con il divorzio arrivato nel luglio 2000.
Il quarto matrimonio avvenne il 19 febbraio 2008, con l’attrice Georgina Sutcliffe, ma anche questa relazione terminò. Dal 2013 è legato ad Ashley Moore, che ha sposato il 30 giugno 2017. Nel 2015, è diventato nonno, in quanto sua figlia Molly ha avuto un bambino.
Conclusione
Sean Bean è ben più di un attore “che muore spesso”. È un interprete capace di dare spessore anche ai ruoli più brevi, di costruire eroi fragili, uomini tormentati, padri, traditori, cavalieri.
La sua carriera è una galleria di figure tragiche che rimangono impresse proprio per come vivono… e per come muoiono. Ed è paradossale che, pur morendo così spesso sullo schermo, la sua presenza rimanga immortale per il pubblico.