Sconosciuti Puri, film documentario diretto da Valentina Cicogna e Mattia Colombo, uscirà il 14 marzo 2024 al cinema, dopo essere stato proiettato in prima mondiale al Vision du Réel 2023 e in prima italiana al Biografilm Festival 2023.
Prodotto da Jump Cut, Amka Films Productions, Sisyfos Film Production e distribuito da OpenDDB, la pellicola mette al centro il lavoro svolto dal Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano, coordinato dal medico legale Cristina Cattaneo. Quest’ultima, insieme al suo team, ha il delicato compito di restituire la dignità e l’identità ai defunti non identificati.
La pellicola di Cicogna e Colombo è finalista ai David di Donatello, ha ottenuto il premio Cecilia Mangini del 2024 come miglior documentario ed è stata inserita nella cinquina dei finalisti ai Nastri d’Argento nella categoria “Cinema del Reale”.
La sinossi ufficiale di Sconosciuti Puri
A volte le forze dell’ordine vengono chiamate su una scena del crimine perché qualcuno ha scoperto un cadavere, di cui non è possibile stabilire l’identità. Quel corpo senza vita e senza nome potrebbe facilmente rimanere un mistero irrisolto se, nel suo viaggio dall’obitorio a una tomba anonima in un casuale cimitero di periferia, non incrociasse Cristina Cattaneo, medico legale e docente all’Università Statale di Milano, e la sua squadra del LABANOF.
Sono centinaia i cadaveri senza nome che Cristina ha analizzato dall’inizio degli anni 2000, quando il suo ex professore la scelse per succedergli alla guida del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense, il LABANOF, da lui fondato otto anni prima. Era stata la sua studentessa più brillante, dedita alla medicina legale e spinta dal bisogno di fare giustizia. Ora a capo del Labanof, la forte spinta etica verso la giustizia porta Cristina ad occuparsi proprio di coloro che, nella morte ancor più che nella vita, vengono dimenticati, gli Sconosciuti Puri.
Si tratta di cadaveri o scheletri che vengono ritrovati senza documenti che ne attestino l’identità. Persone che in vita appartengono spesso ai margini della società. Una giovane donna scappata di casa e uccisa. Un senzatetto morto di freddo. O le innumerevoli vittime dei naufragi nel Mediterraneo. Muoiono lontano da casa, quasi sempre in solitudine, invisibili, anonimi.
Cristina e il suo team intercettano questi corpi, riportando alla luce la vita che c’era una volta, restituendo loro una dignità, un peso, un’esistenza, un’unicità. Ma ripristinare l’identità di una persona sconosciuta non è facile. Perché? Cosa succede se nessuno ha presentato una denuncia di scomparsa? O se la denuncia è stata fatta in un Paese straniero e lontano? Oppure se il corpo è irriconoscibile e l’unica conferma dell’identità potrebbe venire da un test del DNA, ma gli unici parenti in vita non possono raggiungere il luogo del ritrovamento? Questi sono i tipi di ostacoli che Cristina e il suo team cercano di superare ogni giorno, quando si trovano di fronte ad un nuovo Sconosciuto.
Secondo Cristina, il nome è un diritto che non deve essere negato a nessuno. E ha un obiettivo. Vuole portare l’attenzione dell’Unione Europea sulla negazione del diritto al nome. Vuole che l’Europa riconosca ufficialmente questo diritto e metta in atto gli strumenti necessari affinché questo diritto sia assicurato a tutti. Anche ai migranti morti. Perché ciò avvenga, è necessario creare una banca dati europea in cui i dati degli Sconosciuti Puri possano essere incrociati con quelli degli scomparsi raccolti in qualsiasi Paese venga presentata una denuncia di scomparsa.
Cristina porta avanti la sua battaglia in un continente dove i governi litigano ferocemente sul destino dei migranti vivi, dove gli Stati non raggiungono accordi o li raggiungono faticosamente annacquati. Porta avanti la sua battaglia anche quando il mondo si dimentica degli sbarchi dei migranti per proiettare la propria attenzione sui disastri portati dalla pandemia di Covid-19.
Sembra una battaglia contro i mulini a vento. Eppure, Cristina non si arrende e non abbandona nessuno degli Sconosciuti Puri. Perché ha imparato che restituire un cadavere a chi lo ha amato significa prendersi cura dei vivi, di chi resta. Salvando entrambi dalla tortura del non sapere. Salvando l’Europa dalla sua indifferenza.
Sconosciuti Puri, il commento dei registi
In merito al proprio film, Valentina Cicogna e Mattia Colombo hanno dichiarato che “Sconosciuti Puri è un documentario d’osservazione che cerca di affrontare il tema dell’identità da un punto di vista insolito e, attraverso l’indagine, di rispondere alla domanda su cosa ci rende noi stessi, cosa ci rende riconoscibili, in ogni sfumatura del termine. In sostanza, cerca di toccare alcuni temi che fanno parte della nostra vita quotidiana, come le stragi nel Mar Mediterraneo e le piccole/grandi storie di invisibili che leggiamo sui giornali.
Ma raccontiamo anche la storia di una donna, che accompagniamo passo dopo passo, e quella dei suoi colleghi, al suo fianco da anni, più di semplici collaboratori. Come in ogni film, i protagonisti devono misurarsi con degli antagonisti, dei “nemici” che, a differenza degli aiutanti, non hanno volto e spesso si nascondono dietro i rifiuti, dietro le porte che si chiudono o non si aprono affatto. Sono l’indifferenza e la lentezza della burocrazia. L’apatia delle istituzioni. L’ignoranza di chi non capisce l’importanza di occuparsi dei morti per prendersi cura dei vivi“.