Salvatrice Elena Greco, in arte Sandra Milo (il cognome deriva dalla celebre Venere di Milo, la scultura che si trova al Louvre) nasce a Tunisi nel 1933, per la precisione l’11 marzo. Si sposa giovanissima, a soli quindici anni col marchese Cesare Rodighiero del quale è rimasta incinta, ma perde il bambino e i due ottengono l’annullamento del matrimonio dalla Sacra Rota, dopo soli 21 giorni dalla loro unione.
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Esordisce al cinema nel 1955 con Lo scapolo di Antonio Pietrangeli, nel quale recita accanto al protagonista Alberto Sordi. Alta 1,70 m è dotata di un fisico dalla ‘rassicurante opulenza‘ e di una voce sottile da bambina, che molti giudicavano inadatta per il cinema tanto che in alcune vecchie pellicole è doppiata. Si fa notare da Roberto Rossellini che – su consiglio del produttore Moris Ergas col quale ella avrà una relazione – la sceglie per interpretare una prostituta ne Il generale Della Rovere (vincitore del Leone d’oro a Venezia) con Vittorio De Sica.
Segue Adua e le compagne, ancora di Pietrangeli e nel 1960 è diretta dal francese Claude Sautet in Asfalto che scotta con l’affascinante Jean Paul Belmondo. Da quel momento inizia una stagione fortunata, che la vede partecipare a moltissimi film d’autore, come Fantasmi a Roma (1961) nel quale ha modo di confrontarsi con mostri sacri del calibro di Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni.
La sua carriera sembra in irresistibile ascesa, ma subisce una battuta d’arresto l’anno successivo, quando Vanina Vanini di Rossellini, presentato a Venezia, subisce numerose stroncature da parte della critica, molte delle quali riguardano l’interpretazione della Milo, ribattezzata dal feroce addetto stampa Enrico Lucherini Canina Canini.
Sandra Milo: l’incontro con Fellini e i ruoli memorabili
‘Sandrocchia’ così Federico Fellini aveva affettuosamente ribattezzato Sandra Milo, cui riserva un ruolo in due dei suoi capolavori: 8½ (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). Nei due film l’attrice incarna l’immaginario erotico del regista (con il quale ha una relazione clandestina durata 17 anni), la donna fatale provocante e disinibita che tenta il protagonista e viene presentata in contrasto con la figura della moglie, donna pudìca dalla mentalità borghese. Sono queste le parti della maturità, molto simili, che consentono a Sandra Milo di vincere due volte il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista.