In questo periodo in cui sembra che molti diritti ormai dati per scontati vengono rimessi in discussione, è sempre bene ricordare le persone che hanno dato una spinta al riconoscimento di quelli che sono tutt’oggi (o dovrebbero esserlo) pilastri di ogni democrazia moderna. Ruth Bader Ginsburg, la cui storia viene raccontata nel film Una giusta causa con Felicity Jones, giurista e magistrata americana, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti D’America, che per anni si è battuta per l’uguaglianza di genere e diritti delle donne.
Ruth Bader Ginsburg, una donna coraggiosa e straordinaria
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Nata a Brooklyn da genitori ebrei emigrati dall’Ucraina il 15 marzo del 1933, nel 1954 Joan Ruth Bader si laurea brillantemente in diritto all‘Università di Cornell, si sposa con Martin D. Ginsburg e si trasferisce con il marito in Oklahoma dove inizia a lavorare per l’Amministrazione si Sicurezza Sociale ma, una volta incinta, lascia il lavoro, mentre Martin diventa avvocato fiscale. Nel 1955, anno di nascita della figlia, Ruth si iscrive a giurisprudenza presso la Harward Law School, dove sono solo 9 le donne su 500 studenti, per poi trasferirsi alla Columbia University per seguire il marito a New York.
Una volta laureata nel 1959, nonostante la sua ottima preparazione e diverse lettere di referenze, Ruth non riesce a trovare un impiego poiché donna, così dal 61 al 63 assume il ruolo di ricercatrice prima e direttrice associata alla Columbia concentrandosi sullo studio delle procedure internazionali. Scoprire che, all’Università di Lund in Svezia la percentuale di studentesse di legge superava il 25% del totale e che una giudice continuava a lavorare pur essendo all’ottavo mese di gravidanza, la colpì molto, probabilmente gettando le basi per quelle che sarebbero diventate le sue battaglie.
Dal ’63 al ’72 Ruth Bader Ginsburg assunse il ruolo di docente di processo civile alla Rutger University con lo stipendio più basso in confronto ai colleghi maschi, con la motivazione che il marito guadagnava già bene, mentre dal ’72 all’80 diventa la prima donna con una cattedra alla Columbia University e fu co-autrice del primo libro scolastico di legge sulla discriminazione sessuale, e collaborò volontariamente alla American Civil Liberties Union come consulente legale patrocinando cause che avevano a che fare con i diritti di genere.
Jimmy Carter nomina Ruth giudice per la corte d’appello nel 1980 per il distretto della Columbia, dove lavora fino al 1993 quando viene nominata da Bill Clinton alla Corte Suprema degli Stati Uniti D’America diventando la seconda donna ad accedervi dopo Sandra Day O’Connor. Purtroppo, nonostante il suo ultimo volere prima della morte, avvenuta a causa di un tumore al pancreas il 18 settembre 2020, che Ruth espresse al nipote con queste parole:
“Il mio desiderio più ardente è che io non venga sostituita fino all’insediamento di un nuovo presidente”, Donald Trump nomina Amy Coney Barrett, giudice con idee ben lontane da quelle di Ruth sia per i diritti di genere, LGTB e aborto, entrata in carica 8 giorni prima dell’elezione di Biden nel 2020.
Dal 2021 Ruth Bader Ginsburg ha una targa che la ricorda al Giardino dei Giusti di Milano.
Una giusta causa (On the basis of sex, 2018)
Diretto da Mimi Leder (The peacemaker, Deep impact), Ruth è interpretata da Felicity Jones (La teoria del tutto), Armie Hammer è il marito Marty, Justin Theroux/ Mel Wulf, Sam Waterston/ Erwin Grinswold, Katy Bates/ Dorothy Kenyon, Cailee Spaeny/ Jane Gisburg, Jack Reynor/ Jim Bozarth e Stephen Root/ Professor Brown.
Il film ci racconta della crescita professionale di Ruth, del suo percorso di studi e le difficoltà incontrate solo perché donna, fino ad arrivare al 1970 quando il marito le propone di aiutarlo in una semplice causa fiscale che coinvolge un uomo che viene discriminato poiché maschio. La vittoria al processo getterà le basi per le future leggi che da allora avranno un occhio di riguardo per la parità e i diritti di genere.