Diverse sono le celebrità che ci hanno lasciato nel corso di questi ultimi anni. Il lutto ha toccato il mondo della musica con grandi mostri sacri che ci hanno lasciato dopo aver fatto per lungo tempo parte della nostra vita, come non ricordare David Bowie, Prince o Dolores O’Riordan. Anche il cinema non è stato risparmiato, come niente in verità, dalla morte. Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci, Vittorio Taviani, Carlo Vanzina e l’indimenticabile Stan Lee, il giovane Gaspard Ulliel, tanti nomi e personalità che hanno fatto parte dell’infanzia e dell’adolescenza di molti di noi e che ci hanno regalato una miriade di emozioni con le loro opere.
Tra di loro, un grande attore dei nostri tempi, un uomo dai tratti somatici spigolosi e quasi “antipatici”, ma che ha saputo adattarsi ad ogni ruolo a cui ha prestato il volto, sia esso un cavaliere eroico e innamorato o un umanoide in cerca di risposte, un attore che ha sempre evitato lo star system, fino alla sua improvvisa e inaspettata fine.
Rutger Hauer, vita privata
Rutger Oelsen Hauer nasce a Breukelen, nella provincia di Utrecht in Olanda, il 23 gennaio del 1944 figlio di Arend e Teunke, attori drammatici, ma si può dire che la sua infanzia e quella delle tre sorelle fu seguita dalla governante dato che i genitori erano sempre in tourneè. Da adolescente la sua irrequietezza lo porta a seguire le orme del nonno e si imbarca su di un mercantile, desideroso poi di proseguire la carriera militare in Marina, ma i suoi sogni sono stroncati a causa del daltonismo di cui è affetto. Così, dopo varie esperienze come elettricista e carpentiere, i genitori lo iscrivono alla scuola serale di arte drammatica, anche se il giovane Rutger preferisce comporre poesie alla recitazione.
Preferendo sedersi nei coffee shop a scrivere poesie, presto viene espulso dalla scuola e decide di tentare nuovamente la carriera in Marina, ma presto capisce che la vita militare non fa per lui, così inizia ad accusare problemi mentali, finendo in un istituto psichiatrico fino a quando non riesce finalmente a farsi cacciare. Rutger Hauer si trasferisce in Svizzera dove si guadagna da vivere prima come guida alpina e successivamente come macchinista in un teatro di Basilea. Dopo il suo rientro ad Amsterdam nel 1966 diventa padre di Aysha, anche lei attrice, avuta dalla prima moglie Heidi Merz. Nel 1967 finalmente Rutger ottiene il diploma di arte drammatica. Nel 1985 si era sposato con Ineke ten Kate, scultrice e pittrice, conosciuta nel 1968.
Rutger Hauer si è sempre molto impegnato per l’ambiente e il sociale, ha istituito la Rutger Hauer Starfish Association per la ricerca e l’aiuto ai malati di AIDS e si è battuto per la liberazione di Paul Watson, fondatore di Greenpeace che fu arrestato con l’accusa di aver affondato una baleniera. Durante il cinquantenario della sua carriera artistica, evento che Rutger Hauer ha celebrato al Lucca Film Festival- Europa Cinema, durante la serata a lui dedicata e in cui era stato omaggiato del Premio alla Carriera, l’attore aveva rilanciato il suo appello ambientalista con queste parole
“La terra è buona. Dovete schierarvi dalla parte della terra. E forse potrete tenervi strette questa storia e la terra”. Ci tengo anche a ricordarti queste parole che ha pronunciato sempre durante la manifestazione, una piccola consolazione che può allietarci il cuore dopo la sua scomparsa: “Sono onorato di festeggiare i miei cinquant’anni nel mondo del cinema proprio qui, a Lucca. L’Italia per me è come una seconda casa, mi sono innamorato di questo paese durante le riprese di Ladyhawke, periodo in cui ho potuto ammirarne tutte le meraviglie artistiche”.
Nel 2007 ha pubblicato una autobiografia scritta con Patrick Quinlan All those moments: Stories of heroes, Villains, Replicants and Blade Runner.
La filmografia di Rutger Hauer è davvero molto vasta, ma pochi sono stati i riconoscimenti che si è aggiudicato, tra cui un Golden Globe nel 1988 per il film Tv Fuga da Sobibor e come miglior attore al Seattle Film Festival per La leggenda del Santo Bevitore di Ermanno Olmi, film che il solito anno vinse il Leone d’Oro a Venezia. Due piccole curiosità: Paul Verhoeven avrebbe voluto lui per Robocop e sarebbe stato sempre lui ad aver ispirato Ann Rice per il personaggio di Lestat in Intervista col vampiro, ma per il film del 1994 fu scelto Tom Cruise perché più giovane.
Rutger Hauer ci ha lasciato il 19 luglio 2019 dopo una breve malattia, ma la comunicazione, nel rispetto della sua vita passata lontano dai riflettori, ci viene data cinque giorni dopo dal suo agente, il giorno delle esequie.
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire.
Buon viaggio Rutger!
I Falchi della notte 1981
La carriera di Rutger Hauer inizia già nel 1969, ma la sua apparizione sugli schermi è limitata solo alle produzioni olandesi. Per il suo debutto ad Hollywood deve attendere il 1981 con la pellicola I Falchi della notte con Sylvester Stallone, dove Rutger interpreta Heymar Wulfgar Reinhardt, un mercenario di fama mondiale.
Blade Runner 1982
Personalmente, il monologo finale di Rutger nel ruolo del replicante Roy Batty è il momento più commovente della storia del cinema di fantascienza, scena che non manca mai di farmi scendere qualche lacrima. Il capolavoro di Ridley Scott (ambientato nel 2019) ci mostra un futuro distopico, in cui gli esseri umani hanno creato questi replicanti al solo scopo di renderli schiavi; se uno di loro prova a fuggire o a tornare sulla terra, diventerà la preda dei Blade Runner, i quali hanno l’unico scopo di eliminare i replicanti “ribelli”. Nel cast anche Harrison Ford/ Rick Deckard, Sean Young/ Rachael, Daryl Hannah/ Pris e Edward James Olmos/ Gaff.
“Io non so perché mi salvò la vita, forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata… Non solo la sua vita: la vita di chiunque, la mia vita. Tutto ciò che volevano erano le risposte che noi tutti vogliamo: da dove vengo? Dove vado? Quanto mi resta ancora? Non ho potuto far altro che restare lì e guardarlo morire….” Rick Deckard.
Ladyhawke 1985
Sempre insieme, eternamente divisi. Finché il sole sorgerà e tramonterà. Finché ci saranno il giorno e la notte.
Diretto da Richard Donner, un’eterna e magica storia d’amore, due personaggi innamorati e tormentati che cercano in ogni modo di sconfiggere quella tremenda maledizione che li tiene separati. Anche io che non adoro le storie romantiche ho sofferto con i due innamorati Michelle Pfeiffer/ Isabeau D’Anjou e Rutger/ Etienne Navarro, ho sperato che i goffi tentativi di Matthew Broderick/ Philippe Gaston o Il Topo per aiutare i due avessero sempre un buon fine ed ho odiato il malefico John Wood/ Vescovo di Aguillon.
The Hitcher La lunga strada della paura 1986
Diretto da Robert Harmon, nel film Rutger interpreta uno psicopatico autostoppista che si fa chiamare John Ryder il quale diventa una persecuzione per il giovane C. Thomas Howell/ Jim Hasley che ha avuto la sfortuna di incrociare la sua strada. Nel cast anche Jennifer Jason Leigh.
Spot Guinness 1987
Definito un capolavoro d’arte cinematografica, nel 1987 Rutger impressiona così tanto i britannici con la sua interpretazione nello spot della famosa marca di birra, che le vendite della Guinness aumentano del 22% in 3 mesi.
Sin City 2005
Scritto e diretto da Robert Rodriguez, Frank Miller e Quentin Tarantino, tratto dal fumetto omonimo, Rutger interpreta il Cardinale Roarke.
Rutger Hauer a Lucca
La piccola televisione locale NoiTv e il suo servizio in occasione della presenza di Rutger Hauer al Lucca Film Festival- Europa Cinema.