Figlio del regista Robert Downey Sr., ebreo di origini irlandesi e di Elsie Ann Ford, Robert Downey Jr. nasce il 4 aprile del 1965 a New York. Cresciuto al Greenwich Village di New York con la sorella Allyson, viene iniziato alla marijuana dal padre in tenera età e quella deleteria abitudine, è praticamente tutto ciò su cui si basa il loro rapporto. L’uomo lo inizia anche al cinema e Robert Downey Jr. a soli 5 anni interpreta un cucciolo nel film allegorico Pound.
Da bimbo prodigio, due anni dopo, a soli 7 anni, Robert Downey Jr. recita anche in Greaser’s Palace, una rivisitazione della vita di Cristo che viene duramente stroncata dalla critica.
Trasferitosi per un periodo a Londra, frequenta la Perry House School a Chelsea e studia, tra l’altro, tip-tap. Ma nel 1978, quando ha soltanto tredici anni, i genitori di Robert Downey Jr. divorziano e il padre lo porta con sè in California dove frequenta la Santa Monica High School, ma il ruolo di studente modello non gli si addice affatto, la sua condotta scolastica è discutibile, inizia ad avere i primi problemi con l’abuso di alcool e lascia la scuola. Intervistato sul suo desiderio di diventare attore, ha raccontato un episodio avvenuto mentre era sul set di Up the Academy, una pellicola adolescenziale diretta dal padre
Salina, in Kansas, è lì che stavano girando. Avevo uno scooter della Honda, un cosino minuscolo. Non era nemmeno una moto, perché non avevo l’età per guidarla, e un bel giorno una ragazza che recitava nel film, Stacey Nelkin, una bellezza naturale con due tette da non credere, mi ha chiesto di riportarla dal set all’albergo, è salita dietro di me e mi si è messa vicina vicina, appoggiandomi addosso tutto quanto. Non dico che è lì che mi è venuta voglia di fare l’attore, ma quel giretto in moto mi ha cambiato la vita. Da così a così
Sceglie di perseguire la strada della recitazione tornando a New York per studiare alla Stagedoor Manor e debutta nel 1983 al Joyce Theater in American Passion, di Norman Lear. Nel 1985, entra nel cast del Saturday Night Live, ma il Rolling Stone lo indica come il peggior membro e dopo un anno intero di proteste e pesanti critiche, Robert Downey Jr. viene rimpiazzato. Recita dunque in una serie di film che lo collocano di diritto, con altri attori dell’epoca anch’essi noti per ruoli simili, nel Brat Pack: un gruppo noto per rappresentare nell’arte il fenomeno adolescenziale americano dell’epoca.
In Ehi…ci stai? ottiene il suo primo ruolo da protagonista ed interpreta un affascinante allenatore di baseball, accanto a Molly Ringwald (The Breakfast Club, Riverdale).
Nello stesso anno, diventa Julian in Al di là di tutti i limiti, film in cui appare anche un giovanissimo Brad Pitt e che racconta la vita di giovani ricchi e privilegiati dediti alle droghe e all’apparenza.
Trasferitosi ormai definitivamente a Los Angeles, Robert Downey Jr. nel 1987 recita in La Grande Promessa nel cui cast appare anche una giovanissima Uma Thurman, nella commedia romantica Uno strano caso, in Air America al fianco di Mel Gibson e in Bolle di sapone, una pellicola che ironizza sulle soap opera, con Sally Field, Kevin Kline, Woopi Goldberg e Elizabeth Shue.
Ma quel che, ancora oggi, resta il suo ruolo migliore è quello giunto nel 1992 con Charlot di Richard Attenborough. Per quel film Robert Downey Jr. recita accanto alla figlia di Charlie Chaplin, Geraldine Chaplin, Marisa Tomei, James Woods, Anthony Hopkins, Diane Lane, Kevin Kline e Dan Aykroyd, dà il meglio di sè e si prepara talmente bene da vincere un BAFTA e ricevere una nomination ai Golden Globes e agli Oscar come migliore attore protagonista (quell’anno la statuetta viene assegnata uno straordinario Al Pacino per Scent of a woman – Profumo di donna).
Nel 1993 interpreta una sorta di angelo custode nel film 4 fantasmi, diretto da Ron Underwood, che abbiamo visto tutti almeno una volta nella vita, nel corso di qualche sonnecchiosa domenica pomeriggio. Nello stesso anno, recita in America oggi di Robert Altman, che vince il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale di arte cinematografica di Venezia.
Da questo momento in poi, la brillante e promettente carriera di Robert Downey Jr. subisce una brusca battuta d’arresto. I suoi vizi, le dipendenze, gli eccessi e la pessima gestione della rabbia lo mettono in guai seri e l’attore finisce ripetutamente al fresco. Viene arrestato per possesso di eroina, cocaina e di una Magnum 357, ma mentre è fuori per buona condotta, entra in casa del vicino e si addormenta ubriaco sul suo divano. Viene dunque arrestato per violazione di domicilio e condannato a tre anni di libertà condizionale con obbligo di test di droga periodici. Nel 1997, però, il nostro svampito Robert non si presenta ad un test e finisce per sei mesi nella Los Angeles County Jail. Siccome sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico, Robert salta un altro test di controllo e venne arrestato di nuovo e condannato a tre anni di detenzione presso un istituto specializzato in tossicodipendenza: Corcoran II.
Dopo l’arresto, gli consentono di ultimare In Dreams, ma viene licenziato dalla NBC per non essersi presentato alla prove della serie God, the Devil and Bob. Nel 2000 viene rilasciato e si unisce al cast di Ally McBeal al fianco di Calista Flockhart, la sua interpretazione però è insofferente e si percepisce, ricordo di aver apprezzato molto le puntate della serie in cui ha recitato, ma devo ammettere che ho ammirato Robert più per il suo fascino che per la sua verve. Per questa interpretazione, vince il Golden Globe come miglior attore non protagonista in una serie.
Nonostante il successo, lo stesso Robert Downey Jr. ritiene che la sua performance sia stata altamente sopravvalutata: ‘Era il mio punto più basso in termini di dipendenza. A quel punto non mi importava se non avessi più recitato‘. Ancor prima della fine del suo primo anno in Ally McBeal, viene nuovamente arrestato per possesso di cocaina. Durante il processo, firma un contratto per comparire in altri otto episodi. Ma nel 2001, mentre si trovava in libertà vigilata, un poliziotto lo trova a vagare scalzo vicino Los Angeles sotto l’effetto di stupefacenti e lo sbatte di nuovo al fresco. A seguito di questo episodio, il produttore di Ally McBeal, David E. Kelley, lo licenzia. Perde anche l’occasione di recitare nel film I perfetti innamorati e costringe Mel Gibson a cancellare la rappresentazione teatrale di Amleto, per cui era stato scritturato. Nel luglio 2001 si svolge il processo, ma in forza della disposizione di legge “California Proposition 36” che si propone di aiutare i tossicodipendenti a guarire anziché a finire in carcere, Robert non viene condannato.
Il suo primo lavoro dopo l’ennesimo processo, è l’apparizione nel video di I Want Love di Elton John. Nel 2003, grazie all’intercessione del suo storico amico Mel Gibson partecipa a The Singing Detective e quello stesso anno, recita in Gothika, prodotto da Joel Silver.
Dopo Gothika, accetta una serie di ruoli in alcuni film semi–indipendenti: Guida per riconoscere i tuoi santi, Good Night, and Good Luck., A Scanner Darkly – Un oscuro scrutare, nel quale interpreta proprio un tossicodipendente, e Fur – Un ritratto immaginario di Diane Arbus, con Nicole Kidman e partecipa al misterioso poliziesco Kiss Kiss Bang Bang e al film Disney Shaggy Dog – Papà che abbaia…non morde.
Nel 2007, divide lo schermo con Jake Gyllenhaal interpretando un giornalista del San Francisco Chronicle in Zodiac, thriller di David Fincher basato sulla storia vera di un serial killer statunitense diventato noto come “Killer dello Zodiaco“, intorno agli anni ’60.
Nel 2006 venne scritturato per recitare la parte di Tony Stark nel film, Iron Man, diretto da Jon Favreau, che riesce a convincere i produttori a scommettere su di lui proprio grazie alla popolarità di Robert. Il film, distribuito nel 2008, è un gran successo e riceve critiche decisamente positive.
Nel 2008 recita, nel film Il solista, prodotto dalla Paramount Pictures e nel film di Ben Stiller Tropic Thunder con lo stesso Ben Stiller e Jack Black. I tre interpretano attori hollywoodiani scritturati per un’importante interpretazione. Nel film Robert giunge persino a scurirsi chirurgicamente la pelle pur di ottenere la parte. La pellicola riscuote un successo tale che l’attore viene nominato sia ai Golden Globe sia all’Oscar come migliore attore non protagonista (che quell’anno viene assegnato al prematuramente scomparso Heath Ledger per Il Cavaliere Oscuro).
Nel 2010, Robert Downey Jr. si aggiudica il Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale recitando al fianco di Jude Law in un divertente, irriverente, appassionante ed immancabilmente affascinante Sherlock Holmes.
Dopo il successo di Iron Man, appare in una scena finale di L’incredibile Hulk, per poi riprendere il ruolo di Tony Stark in Iron Man 2. Nello stesso anno, è protagonista della commedia Parto col folle, accanto all’esilarante Zach Galifianakis (Una notte da leoni).
Nel 2011 recita in Sherlock Holmes – Gioco di ombre e l’anno seguente riprende il ruolo di Iron Man in The Avengers, diretto da Joss Whedon. Il film, che riscuote un successo stratosferico, segna il legame indissolubile di Robert Downey Jr. con l’universo Marvel. L’attore infatti, negli anni a seguire torna ripetutamente a vestire i panni di Tony Stark in Iron Man 3, in Avengers: Age of Ultron (2015), Captain America: Civil War (2016), Spider-Man: Homecoming (2017), Avengers: Infinity War (2018), che incassa oltre 2 miliardi di dollari diventando il quarto film di maggior incasso di tutti i tempi! Il bellissimo Robert Downey Jr., ha commosso tutti con il capitolo finale della saga dell’infinito Avengers: Endgame.
Robert Downey Jr. è stato anche doppiatore del personaggio Patrick Pewterschmidt in qualità di guest star ne I Griffin (Se non son matti) ed ha tentato di cimentarsi con la scrittura firmando un contratto con la HarperCollins per la stesura di un’autobiografia, ma ha deciso di annullare il progetto restituendo l’anticipo ricevuto. Ma l’uomo dalle mille risorse ha anche debuttato come musicista realizzando The Futurist per cui ha disegnato la copertina con il suo primogenito: Indio. In qualità di produttore, invece ha presentato al Festival Internazionale del Cinema di Toronto l’intenso film indipendente, The Judge in cui probabilmente tratta il difficile rapporto padre-figlio, probabilmente attingendo alla sua esperienza personale e a seguito del quale, ha dichiarato di aver chiuso definitivamente con questioni e rancori nei confronti del suo eccentrico e discutibile genitore.
Vita privata
La prima storia nota di Robert Downey Jr. è quella con la bella Sarah Jessica Parker, conosciuta e conquistata sul set di Voglia di ballare. Che i due siano affiatati e fatti l’uno per l’altra, è indubbio; i paparazzi adorano fotografarli ed al pubblico piacciono insieme ancor più che presi singolarmente, ma la droga li allontana irrimediabilmente. Robert è più legato ai suoi vizi che a Sarah e la donna lo lascia.
Sposa nel 1992, Deborah Falconer musicista e cantante, con cui resta per ben dodici anni e con cui ha il suo primo figlio: Indio. Il divorzio arriva nel 2004 proprio nel momento di maggior debolezza di Robert che tenta in qualsiasi modo di restare sobrio e sconfiggere la dipendenza, ma Deborah non sopporta più i continui arresti, le sue intemperanze e non se la sente di restare al suo fianco. Qualcuno però, sospetta che l’attore avesse già incontrato il vero amore della sua vita dal momento che l’incontro tra i due, attualmente più affiatata che mai, risale al 2003.
Robert Downey Jr. infatti, nel 2005 sposa la sua attuale compagna: la produttrice cinematografica Susan Levin. I due si incontrano sul set di Gothika e si legano, a detta dello stesso Robert, per ‘Creare insieme una terza entità. Qualcosa che separatamente non saremmo mai diventati‘. E proprio come in una favola, come June Carter fece con Johnny Cash, Susan lo cambia e lo strappa via alle droghe. Robert definisce “Darth Vader” l’uomo che diventava sotto l’uso di stupefacenti e la donna, che ha dichiarato di aver visto soltanto una volta Robert diventare quella sorta di Darth Vader in cui le droghe lo trasformavano, mette subito in chiaro che tra loro non avrebbe mai funzionato se lui non avesse smesso. E Robert smette davvero. Diventa un altro uomo o forse torna ad essere l’uomo che è sempre stato. La coppia ha due figli: Exton Elias Downey (2012) e Avri Roel Downey (2014) e insieme ha fondato il Team Downey, una casa di produzione il cui primo lavoro è stato il film The Judge e che ha moltissimi progetti in cantiere, tra cui Sherlock Holmes 3 e Il Viaggio del Dottor Dolittle.
Robert Downey Jr. è stato a lungo soltanto un numero: il detenuto P50522 presso il penitenziario Corcoran II, specializzato in tossicodipendenti. Ma il merito della sua ritrovata sobrietà va anche alla madre di Robert: Elsie. L’attore ha dichiarato al Vanity Fair:
Era l’estate del 2004, ero messo davvero male. Mi chiamò all’improvviso, e confessai tutto. Non ricordo che cosa mi disse, ma ricordo che da allora non ho più toccato droghe né alcool… È stata il mio modello, come attrice e come donna capace di cambiare la sua vita… E allora, a chiunque di voi abbia una madre che non è perfetta, dico: chiamala, e dille che le vuoi bene lo stesso
Nel 2015, ha ottenuto la grazia dal Governatore Jerry Brown e la cancellazione dei reati di possesso di droga, possesso non autorizzato di armi, rissa e guida in stato d’ebbrezza dietro segnalazione del tribunale per cui dopo il suo ultimo rilascio ‘Downey Jr. ha vissuto in modo onesto e retto, mostrando doti morali e comportandosi come un cittadino rispettoso della legge‘. Robert incarna la perfetta dimostrazione di un uomo che ha fallito tante volte, che è inciampato ed ha commesso innumerevoli errori, ma che ha trovato in sè la forza di rialzarsi, di rinascere dalle ceneri senza perdere il suo argentovivo e riprendere in mano una carriera che gli sembrava ormai preclusa. Non si può dire che non si sia sudato il successo raggiunto. Tra l’altro, mentre solitamente c’è una abissale differenza tra l’attore e l’uomo, Robert è sostanzialmente molto simile a Tony Stark nella sua vita di tutti i giorni. Possiede diverse auto, tra cui una Corvette del ’65 con cui ama sfrecciare, colleziona orologi, fa un caffè delizioso, ha un cuoco e un tuttofare con il tatuaggio “Iron Man” sul polpaccio e sul prato di casa sua (una proprietà di tre ettari sul Pacifico) c’è un’enorme R piazzata proprio al centro. E’ un divo e non finge di non esserlo, non è un falso ipocrita, anzi è la sua sfacciata autenticità a piacere così tanto! Insomma, si è dimostrato ripetutamente una testa calda, non ha freni e non ha filtri e questo non è esattamente un fattore che aiuta a diventare Mr. Popolarità, ma l’autenticità a lungo andare premia ed ora il suo nome è più noto che mai.