Di Bridgerton (qui la nostra recensione) si parla ormai da mesi; la serie tv targata Netflix ha raggiunto un successo senza precedenti e può vantare un seguito di più di 82 milioni di spettatori. Tutti ne parlano e sembra che anche le più grandi star hollywoodiane non siano del tutto immuni al suo fascino. Se per Netflix questo significa tanti guadagni in più, per le attrici e gli attori protagonisti questo significa tanta notorietà in più. Uno dei meriti di Bridgerton, infatti, è sicuramente quello di aver fatto (ri)scoprire al pubblico interpreti eccezionali, che fino ad ora erano passati più o meno inosservati.
Uno tra questi è proprio il nostro Jonathan Bailey, attivo nel mondo dello spettacolo fin dal 1995, quando aveva soli sette anni. Sappiamo che la seconda stagione di Bridgerton sarà incentrata sul suo personaggio, Anthony, e questo contribuirà a renderlo ancora più famoso, ma sono tanti i ruoli, anche di un certo spessore, che Jonathan ha interpretato. Andiamo a scoprire insieme qualcosa in più sulla sua carriera e sulla sua vita e prepariamoci a vederlo spiccare il volo.
Jonathan Bailey: gli inizi in teatro
Jonathan Bailey nasce il 25 aprile del 1988 a Wallingford, nel Regno Unito, ma passa la sua infanzia a Benson, un piccolo villaggio nello Oxfordshire, insieme ai genitori e alle tre sorelle maggiori. E’ molto legato alla sua famiglia e in particolare alle tre sorelle, che in più interviste ha definito “le mie compagne di giochi, le mie migliori amiche, le mie eroine“; in un’intervista in particolare, l’attore ha rivelato uno dei suoi ricordi d’infanzia preferiti, raccontando come da piccolo le sorelle lo costringessero a indossare abiti da donna e a imitare le Sister Sledge.
Anche se l’attore sostiene in modo scherzoso che proprio quei pomeriggi passati a imitare la band disco statunitense abbiano contribuito a far nascere in lui la passione per la recitazione, in realtà decide di diventare attore a soli cinque anni, dopo aver visto la produzione teatrale di Oliver! a Londra. Dopo soli due anni realizza il suo sogno e ottiene una parte in Canto di Natale, rappresentazione teatrale dell’opera di Dickens portata in scena al Barbican Theatre di Londra nel 1995. Qualche anno dopo gli viene offerta anche una piccola parte in Bramwell, serie tv molto di moda a fine anni ’90. Negli anni riesce a ottenere anche altri ruoli, ma sempre minori, non sufficienti a fare della recitazione la sua vita: “se non fossi riuscito a diventare un attore penso che mi sarebbe piaciuto essere un pilota. Era il mio asso nella manica ogni qualvolta i miei genitori o i miei insegnanti, con il terrore negli occhi, mi chiedevano se fossi davvero sicuro di diventare un attore. In realtà credo che mi sarebbe piaciuto di più diventare un musicista…“
Il debutto e i primi successi
E’ a partire dal 2003 che le cose cominciano a cambiare. Bailey recita in teatro in tragedie e commedie come King John di Shakespeare e Beautiful Thing di Harvey, per lui particolarmente importante: “Beautiful Thing è stata a dir poco eccezionale! Ho lavorato duramente, mi sono messo alla prova da tutti i punti di vista, anche vocalmente, coma mai prima. Interpretare un personaggio nato in un mondo molto diverso dal mio non era facilissimo. Ricordo che la produzione fu ben accolta e questo fu enormemente importante per me, soprattutto perché mi aiutò a credere in me stesso e nelle mie capacità“. Anche sul piccolo schermo partecipa a produzioni più importanti, come The Golden Hour e Doctors, e nel 2004 fa il suo debutto anche nel mondo del cinema con 5 bambini & It, in cui recita al fianco di Kenneth Branagh.
Il vero successo, però, arriva nel 2011, quando gli viene offerto il ruolo di protagonista nella sitcom Campus e il ruolo di Leonardo Da Vinci nella serie Leonardo. Nel 2012 si aggiudica il Premio Milton Shulman come migliore esordiente per la sua performance in South Downs di David Hare.
2013, 2014, 2016: tre date importanti, tre ruoli importanti
Broadchurch
Nel 2013 Jonathan Bailey entra a far parte del cast di Broadchurch, al fianco di David Tennant, Olivia Colman e Jodie Whittaker. Nella serie interpreta Oliver Stevens, giovane reporter del giornale locale, il Broadchurch Echo, e nipote del sergente Ellie Miller (Olivia Colman).
Doctor Who
Nel 2014, invece, Bailey appare nel quinto episodio dell’ottava stagione di Doctor Who, Rapina temporale, accanto a Peter Capaldi. Per ogni attore britannico riuscire a recitare in Doctor Who è un traguardo notevole, visto quanto è amata la serie e quanto è seguita in tutto il mondo; Jonathan Bailey non solo riesce a entrare nel mondo del dottore, ma con il suo personaggio Psi, hacker e rapinatore, entra anche nel cuore di tutti i whovians.
Crashing
Uno dei personaggi più belli che Jonathan Bailey ha interpretato è sicuramente quello di Sam in Crashing (che puoi trovare su Netflix), serie del 2016 scritta dalla geniale Phoebe Waller-Bridge, ideatrice anche di Fleabag e Killing Eve. In soli sei episodi Bailey riesce a conquistare il suo pubblico e a creare un personaggio a dir poco adorabile, che non possiamo non amare.
Tutti questi ruoli, interpretati magistralmente, in serie tv di alto livello sicuramente lo hanno aiutato a ottenere la parte di Anthony in Bridgerton. Se nella prima stagione non si era lasciato più di tanto spazio al suo personaggio, nella seconda stagione, dove Anthony farà da protagonista, avremo invece modo di ammirare la bravura di Jonathan Bailey. Siamo sicuri che non ci deluderà.
Vita privata
Come tanti suoi colleghi britannici, anche Jonathan Bailey è molto riservato per quanto riguarda la sua vita privata. Anche sui social, su cui è molto attivo, evita di pubblicare foto di eventuali partner e quindi non sappiamo se stia o meno frequentando qualcuno. Quel che sappiamo è che Bailey è dichiaratamente gay e ne ha parlato più volte in molte interviste. Per un attore non è mai facile fare coming out, come racconta lui stesso:
“molti miei colleghi mi dicevano di non farlo, mi avevano avvisato che negli studios accettano che tu sia “gay, ma non troppo”. E’ lampante come nel mondo del cinema esista una linea di pensiero secondo la quale uomini apertamente gay non possono diventare protagonisti maschili etero. Il fatto che molti uomini etero abbiano continuato a interpretare ruoli gay iconici e ad essere lodati per questo è fantastico. Ma non sarebbe ugualmente fantastico vedere uomini gay interpretare la propria esperienza? Penso che non dovrebbe importare chi sei e quale ruolo interpreti, eppure le cose stanno così“.