Dustin Lee Hoffman, nasce l’8 Agosto del 1937, da Harry Hoffman, rappresentate di mobili con un passato di allestitore di scenografie alla Columbia Pictures, e Lillian Gold, pianista Jazz. Vive inizialmente una vita semplice, in alcuni momenti ai limiti della soglia di povertà. L’amore per la musica lo convince ad iscriversi al Conservatorio, dove scopre però che, eccezion fatta per la batteria, che inizierà a suonare regolarmente, la musica non è proprio nelle sue corde e, non particolarmente attirato dagli studi scolastici, deciderà di iscriversi ad un corso di teatro per il quale sembra nessuno sia mai stato bocciato.
Nel farlo, probabilmente non si sta rendendo conto che quello è il suo primo passo verso una sfolgorante carriera cinematografica.
Negli anni successivi, Hoffman sbarca il lunario lavorando come camieriere. Nel frattempo però, porta avanti quella che sta diventando a tutti gli effetti la sua nuova passione, il teatro. Recita infatti in diverse produzioni secondarie Off Broadway, praticamente quasi gratis e proprio in una di queste, viene notato e invitato a presentarsi ai provini per il ruolo da protagonista nel nuovo film di Mike Nichols, regista emergente, ai tempi conosciuto solo per Chi ha paura di Virginia Woolf?. Siamo nel 1967 e Dustin Hoffman sta per vestire i panni (rifiutati da Robert Redford) di Benjamin Braddock, il protagonista de Il Laureato.
Il film, decisamente controverso e trasgressivo per l’epoca in cui è uscito, racconta la relazione tra un ragazzo di 25 anni e una donna più grande di lui di ben vent’anni. Sono tanti gli elementi che rendono un successo questo film, inserito, nel 1998, al settimo posto dei migliori film statunitensi di tutti i tempi, dall’American Film Institute. Oltre alla regia di Nichols, si ricorda senza dubbio la colonna sonora, composta dal duo Paul Simon e Art Garfunkel, artisti per i quali il regista aveva una vera e propria ossessione in quei tempi e che ha fortemente voluto come parte del cast artistico della produzione. Due brani in particolare, The Sound of Silence e Mrs. Robinson, sono passati alla storia.
Il film è però anche un vero e proprio trampolino di lancio per Dustin Hoffman che si vedrà di fronte a tantissime nuove opportunità che gli permetteranno di lavorare con grandi registi e grandi nomi dello scenario di Hollywood. Oltre a questo, già al suo primo vero ruolo, verrà candidato agli Oscar come Miglior Attore Protagonista. Il premio verrà poi vinto da Rod Steiger per La calda notte dell’ispettore Tibbs ma Hoffman si guadagnerà il Golden Globe nella stessa categoria. Il film, nel frattempo fa comunque incetta di premi internazionali e Mike Nichols vince l’Oscar per la Miglior Regia.
L’attore nel frattempo avvia in pieno la sua nuova carriera e dimostra la sua grande versatilità passando con disinvoltura dai film drammatici, come Un Uomo da Marciapiede, assieme a Jon Voight, diretto da John Schlesinger, alle commedie, come John e Mary di Peter Yates, in cui recita al fianco di Mia Farrow. Si apre per lui anche una piccola parentesi italiana. Viene contattato dal regista Pietro Germi, che lo vuole sul set con Stefania Sandrelli in Alfredo, Alfredo.
All’inizio degli anni ’70, Dustin Hoffman recita in alcuni importanti lavori, come Papillon, di Franklin J. Schaffner, e Lenny di Bob Fosse. Per quest’ultimo viene nuovamente candidato agli Oscar e ai Golden Globe. Pochi anni più tardi, prende parte alla produzione di Tutti gli uomini del Presidente che lo vedrà recitare nel ruolo di Carl Bernstein, il giornalista che diede il via a quello che ormai è universalmente conosciuto come Scandalo Watergate. Anche questo film si rivela un gigantesco successo. Candidato a 8 Oscar, compresi Miglior Film e Miglior regia, vincerà le statuette per il sonoro, la scenografia e la sceneggiatura non originale di William Goldman, mentre Jason Robards si guadagnerà il premio come Miglior Attore non Protagonista.
Osannato da pubblico e critica, anche per l’attore del nostro ritratto, arriverà finalmente il giorno in cui potrà stringere l’agognata statuetta. Nel 1980, infatti, vince l’Oscar per la sua interpretazione di Ted Kramer in Kramer contro Kramer. Meryl Streep, sua compagna sul set del film diretto da Robert Benton, si guadagnerà il premio come Miglior Attrice non Protagonista. Dopo la vittoria dell’Oscar, Hoffman deciderà di prendersi un breve periodo di pausa, prima di tornare in una delle sue migliori e, forse, più complicate interpretazioni.
Nel 1982, Sydney Pollack, celebre regista di film del calibro di Corvo rosso non avrai il mio scalpo e I tre giorni del condor, si tufferà a capofitto in una commedia che sembra scritta apposta per Dustin Hoffman, che sarà chiamato a vestire i doppi panni di Michael Dorsey e del suo alter ego donna Dorothy Michaels in Tootsie.
Il film ruota attorno alle vicende di un giovane attore di talento, Michael Dorsey che si trova in difficoltà a causa del suo difficile temperamento che gli ha marchiato quasi indelebilmente la reputazione e che non riesce quindi, neanche tramite il suo agente (interpretato dallo stesso Sydney Pollack) a trovare lavoro. Quasi al verde, decide di tentare il tutto e per tutto vestendosi da donna e “costruendo” l’identità dell’intraprendente Dorothy Michaels che riuscirà ad ottenere l’ingaggio in una serie TV molto popolare. Da qui inizierà la difficile doppia vita del personaggio che si troverà di fronte a situazioni imbarazzanti ed esilaranti, ma dovrà anche riuscire a imparare dai suoi errori e a trovare un modo di uscire allo scoperto prima che il suo nuovo alter ego prenda totalmente il sopravvento su di lui.
Un Oscar vinto su ben 10 candidature (la vittoria è andata a Jessica Lange, come Miglior Attrice non Protagonista) e 3 Golden Globe vinti su 5 (miglior film commedia o musicale, miglior attore a Dustin Hoffman e miglior attrice non protagonista, sempre a Jessica Lange) sono solo alcuni dei premi vinti da uno dei migliori film di Sydney Pollack che, con un budget di poco 20 milioni di dollari, ne incassò quasi 180 solo in Nord America, piazzandosi, nel 1982, al secondo posto della classifica dei film con il più alto incasso, subito dietro a E.T. – L’extra-terrestre.
L’attore si allontana nuovamente per qualche anno dai set dei film destinati al grande schermo per dedicarsi temporaneamente ad alcuni show nelle TV locali, per tornare, in pompa magna, nel 1988, a recitare per il cinema, in un altro ruolo iconico. Diretto da Barry Levinson, Dustin Hoffman interpreta il ruolo di Raymond Babbitt in Rain Man – L’uomo della pioggia. Accanto ad un giovanissimo Tom Cruise, reduce dal successo di Top Gun, Hoffman incanta pubblico e critica per la magistrale interpretazione del personaggio, un uomo affetto da autismo, sequestrato dal fratello, che ignorava la sua esistenza, per ragioni esclusivamente economiche legate al testamento del padre.
Coadiuvato anche dalle splendide musiche di Hans Zimmer, Rain Man – L’uomo della pioggia segna un altro punto nella brillante carriera dell’attore. Curiosamente i piani per la produzioni, inizialmente erano molto diversi. Il film infatti avrebbe dovuto dirigerlo Steven Spielberg, che però era troppo impegnato con la produzione di Indiana Jones e l’Ultima Crociata. Hoffman, invece, avrebbe dovuto interpretare Charlie Babbitt, e non Raymond, il cui ruolo era stato affidato a Bill Murray (che con Hoffman ha lavorato anche in Tootsie). Dopo aver frequentato un centro di cura per persone autistiche, però, l’attore espresse il desiderio di prendere il ruolo di Charlie e così la produzione decise di puntare su un fratello più giovane di lui.
Il film guadagnò ben quattro Oscar, tra cui proprio quella per il Miglior Attore Protagonista, per Dustin Hoffman, oltre a quella per Miglior Film, regia e sceneggiatura originale.
Si aprono quindi gli anni ’90. Ormai Dustin Hoffman è richiesto da decine di case di produzione, e si prospetta per lui un futuro intenso in tutti gli ambiti cinematografici. Lo vediamo nel ruolo del Capitano Giacomo Uncino nello strepitoso Hook – Capitan Uncino di Steven Spielberg, assieme a Robin Williams. Lavorerà con Barry Levinson in altri tre lavori: Sleepers, Sesso & Potere e Sfera. Memorabili inoltre saranno le sue partecipazioni a film commedia o per famiglie. Basti pensare al ruolo di Bernie Fotter, il padre del protagonista della saga di Ti Presento i Miei, comparso, assieme a Barbra Streisand in Mi Presenti i tuoi? e Vi presento i Nostri. Interpreta il ruolo di Mr. Magorium, il magico proprietario di una bottega di giocattoli in Mr. Magorium e la Bottega delle Meraviglie assieme a Natalie Portman.
Negli ultimi anni, inoltre, si dedica anche al doppiaggio interpretando soprattutto il ruotlo del Maestro Shifu in Kung Fu Panda. Lo troviamo inoltre alla regia di Quartet, film del 2010 con Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connolly e Pauline Collins. Le sue ultime collaborazioni invece lo vedono recitare in The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach, con Ben Stiller e Adam Sandler, mentre lo scorso anno lo abbiamo visto nel film del nostro Donato Carrisi, L’uomo del labirinto, in cui interpreta, al fianco di Toni Servillo, il ruolo di uno psicologo, il Dottor Green.