Checco Zalone abbiamo imparato a conoscerlo grazie allo storico programma di intrattenimento comico Zelig e in pochissimo tempo è divenuto uno dei personaggi più amati del panorama televisivo cinematografico e musicale italiano. Comico, attore, sceneggiatore, regista, ma anche musicista e cantautore di successo ha praticamente sbancato il box office nostrano con le sue pellicole e anche le sue canzoni hanno riscosso un notevole successo. Oggi vi portiamo alla scoperta di questo artista: dalla biografia agli esordi passando per la vita privata fino a svelarvi alcune piccole curiosità che forse in molti ancora non conoscono su di lui, alla scoperta di Checco Zalone.
Le origini e l’esordio
Checco Zalone nasce a Bari il 3 giugno 1977 ma il suo luogo d’origine è Capurso, un paese nella prima cerniera dell’area metropolitana, a ridosso della periferia del capoluogo. Per un Pugliese Doc è naturale collegare Capurso con la Madonna del Pozzo, una Basilica risalente al 1705 quando un prete la costruì come ringraziamento alla Madonna, che in sogno gli disse di bere l’acqua di un pozzo per guarire da una brutta malattia. La Basilica è meta di molti pellegrini, da tutta la Puglia, che spesso hanno la curiosa abitudine di presentarsi con veicoli di ogni genere appena acquistati, per farli benedire.
E’ un paese di circa 15000 anime nell’entroterra pugliese, fatto di gente umile e onesta, che spesso si esprime utilizzando il dialetto locale. Lo pseudonimo Checco Zalone deriva proprio da questo “slang”, in quanto il vero nome dell’attore è Luca Pasquale Medici; il nome d’arte invece, che sarebbe stato studiato a tavolino da Gino e Michele, storici autori di Zelig insieme a Caludio Bisio, deriva dall’espressione dialettale barese appunto, “che cozzalone” ovvero, “che tamarro”. Il personaggio è la parodia di un cantante napoletano che si esibisce durante comunioni e matrimoni, rielaborando in chiave neomelodica partenopea canzoni di qualsivoglia genere musicale.
Checco Zalone viene da una famiglia umile, una dote che gli è rimasta anche dopo il grande successo ottenuto in Italia. Il padre era agente farmaceutico, con la passione per la musica, mentre la madre era una casalinga.
Quella per la musica infatti, è sempre stata per Checco una passione seria e non un semplice diletto. Ancora giovane, ha studiato sodo per imparare a cantare e suonare e adolescente ha fondato la band I due di picche, con la quale suonava pezzi dei Toto, (gruppo musicale rock statunitense formatosi a Los Angeles nel 1976, famosi per uno stile musicale che combina elementi provenienti dalla musica rock, e jazz), e le canzoni di Pino Daniele. Con il gruppo Luca suonava in matrimoni, cerimonie private, e spettacoli in piazza, ricavandone anche qualche soldo.
Il debutto televisivo di Checco Zalone è stato a Telenorba, importante emittente televisiva pugliese dove fra gli altri, si esibiva anche un certo Emilio Solfrizzi; il comico fa parte del programma I Sottanos, parodia della celebre serie americana I Soprano, e in quegli anni conosce Gennaro Nunziante, lo sceneggiatore e regista con il quale creerà poi il sodalizio artistico che porterà al successo quattro suoi film.
https://www.youtube.com/watch?v=ZfdG-7TqzsA
Conseguita una laurea in Giurisprudenza nel 2005 presso l’università di Foggia con una tesi sul Diritto del lavoro ed una votazione di 104/110, già artista comico del laboratorio Zelig presente nella città di Bari, raggiunge la notorietà a livello nazionale quando, nel 2005, approda sul palco della trasmissione tv “Zelig Off“. Partecipa poi a “Zelig Circus“, in prima serata su Canale 5, dove esplode con tutta la sua verve comica e si consacra con le memorabili imitazioni di Carmen Consoli, Tiziano Ferro, Vasco Rossi e molti altri.
Durante l’estate del 2006, in concomitanza con l’inizio dei campionati mondiali di calcio che si svolgono in Germania, Checco Zalone dedica alla Nazionale italiana di calcio la canzone “Siamo una squadra fortissima“: il brano viene trasmesso quasi per scherzo su Radio Deejay, durante il programma radiofonico condotto da Ivan Zazzaroni, e riscuote subito un successo di pubblico inaspettato; partita dopo partita che l’Italia di Lippi vince (ricordiamo che l’Italia porterà a casa il titolo mondiale), la canzone di Zalone sembra diventare un vero e proprio portafortuna e si porta in cima alle classifiche conquistando addirittura il Disco di Platino.
Il successo
Sembra che in realtà sia stato il gioco del calcio a portare fortuna al nostro Checco, si perché dopo lo scandalo di calciopoli, che vede coinvolti Luciano Moggi e i massimi dirigenti della Juventus, Checco Zalone pubblica il brano “I juventini“, (2006) satira sui tifosi della squadra bianconera, presentata prima da Piero Chiambretti nel suo programma tv “Markette” (su La7) e poi da Paolo Bonolis a “Il senso della vita” (su Canale 5).
Il 2007 è l’anno di un nuovo singolo campione di ascolti “Se ce l’ò fatta io… ce la puoi farcela anche tu” che sarà poi contenuto anche nell’omonimo album, un invito in chiave ironica, a non arrendersi mai nonostante le porte sbattute in faccia. Tutti possono farcela, basta crederci. Alla fine dello stesso anno Checco Zalone è co-conduttore con Amadeus, su Italia 1, di una puntata speciale del quiz musicale “Canta e vinci“.
Nel 2008, dopo l’esperienza in Zelig Off e Zelig Circus, entra ufficialmente nel cast di Zelig in qualità di “trascinatore comico-musicale”; sono numerosi i personaggi con cui duetta in esilaranti parodie di loro canzoni, storpiate da improbabili usi della grammatica italiana e farciti di doppi sensi, tra questi ci sono Jovanotti e Laura Pausini.
https://www.youtube.com/watch?v=vN9ptHnYtnc
Nel marzo 2009 per Luca arriva anche il teatro, con uno spettacolo comico che non trascura mai la musica “Checco Zalone & bend laiv tur”. Non si tratta solo di una riproposizione dei maggiori successi del cantante neomelodico Checco, ma anche è l`occasione per assistere ad una serie di performance in cui fa il verso ai più noti cantautori italiani e non, con la sua solita pungente e mai volgare ironia, il tutto intervallato da gustosi momenti “raccontati”; Checco è inoltre accompagnato da una band sorprendente, un gruppo musicale di grande impatto: I mitili ignoti.
Questo è un anno inteso e fortunato per il nostro comico, infatti a novembre dello stesso anno, debutta al cinema il suo primo film, “Cado dalle nubi” per la regia di Gennaro Nunziante e in contemporanea esce il disco che contiene tutte le canzoni del film. Arriva anche una candidatura ai David di Donatello nel 2010 per la miglior canzone, “Angela” ma perde contro “Baciami ancora” di Jovanotti, e la candidatura al Nastro d’argento 2010 come miglior commedia e per la miglior canzone originale; nel cast anche Giulia Michelini, Fabio Troiano e Raul Cremona.
Il film, autobiografico, racconta di Checco, giovane cantante pugliese che sogna il grande successo nel mondo dello spettacolo e, per mantenersi, lavora come muratore nella ditta dello zio a Polignano a mare. È fidanzato con Angela, parrucchiera, che lo lascia perché desidera avere accanto un uomo con un lavoro più stabile, con il quale costruire una famiglia. Per Checco è una doccia fredda: triste e amareggiato lascia la Puglia per Milano, sperando che la moderna metropoli del nord gli possa spalancare le porte del successo. Il comico pugliese arriva come un uragano sul grande schermo mostrando grande padronanza scenica e una scioltezza da attore esperto.
La sceneggiatura del film non è mai volgare ma divertente nella sua spiazzante semplicità che rivela uno spaccato dell’Italia quanto mai reale, trattando il tema dell’omosessualità visto con gli occhi di Checco. Ecco allora presentati tutta una serie di luoghi comuni propri dell’omofobia dilagante: gay è sinonimo di malato, eterosessuale è invece sinonimo di persona normale, gay è una persona che ha bisogno di aiuto e di essere protetta perché, appunto, affetta da “una grave malattia” come recita la canzone e colonna sonora del film I uomini sessuali; tutto questo con tempi comici perfetti, senza mai in realtà ridicolizzare i gay, ma la mentalità ottusa di una buona fetta del paese. Costato pochissimo, il film riesce ad incassare 14.073.000 euro, piazzandosi al primo posto del box office e sopravanzando film di rilievo internazionale, tra cui New Moon, il secondo capitolo della saga di Twilight; Zalone riesce a portare a casa il Globo d’oro come miglior attore rivelazione.
Nel 2011 sono invece televisione, tetro e cinema a farla da padroni. E’ protagonista incontrastato di due prime serate su Canale 5 con lo spettacolo “Resto umile world show” riscuotendo incredibile successo e incassando critiche positive non solo dal pubblico a casa e da quello presente in sala presso il Teatro Fiera Milano City, ma anche dall’allora direttore della rete Massimo Donelli che di lui dirà:
“è un comico completo, moderno e coraggioso al punto di non adagiarsi sugli allori cinematografici ma capace, invece, di rischiare, a distanza di pochi mesi, un ritorno in tv senza la rete protettiva del grande teatro di Zelig”.
Dalla televisione al tetro il passo è breve, così lo show chi Checco diventa un vero e proprio spettacolo teatrale, il Resto umile world show tour dove da nord a sud solca i più importanti palcoscenici, da Roma a Bologna, da Trieste alla sua Bari proponendo, oltre le canzoni che lo hanno reso celebre, anche una serie di imitazioni, tra cui quelle di Roberto Saviano, Antonio Cassano, Nichi Vendola, dei cantanti Albano, Vasco, Carmen Consoli, dei gruppi musicali Negramaro e Modà.
Sul grande schermo sarà invece la volta di “Che bella giornata” sempre con la regia di Gennaro Nunziante con Rocco Papaleo, Tullio Solenghi e la partecipazione del cantante pugliese Caparezza.
La capacità di trattare tematiche forti e attuali, come quella del terrorismo e rivisitarle in chiave ironica, è un’impresa in cui solo Zalone poteva riuscire. La vicenda è infatti incentrata sul protagonista Checco, buttafuori in una discoteca brianzola, sognando di entrare nelle forze dell’ordine, si trasferisce a Milano per ricoprire il ruolo delicato di addetto alla sicurezza del Duomo. Qui conosce Farah (Nabiha Akkari), una ragazza araba che si finge studentessa per potersi avvicinare alla Madonnina e farla saltare in aria, come atto terroristico per vendicare l’uccisione della sua famiglia. Checco abbocca all’amo di Farah, ma la maggior minaccia per il prossimo e per il patrimonio artistico italiano è lui stesso: un esplosivo connubio di ignoranza e beata, razzista, ingenuità.
Questo secondo lavoro nato ancora dalla collaborazione Checco/Nunziante nel giorno del suo esordio, guadagna 2,6 milioni di euro, entrando al terzo posto nella classifica dei migliori debutti di sempre al box office italiano in compagnia di Spider-Man 3 e di Harry Potter e il principe mezzosangue. Ancora più sorprendente è quello che successe alla fine, perché con i suoi 43,4 milioni il film di Zalone incassa addirittura più de La vita è bella e Titanic. A superarlo solo Avatar e proprio il film successivo di Checco Zalone, Sole a catinelle che nel 2013 completerà la trilogia “meteorologica” del comico barese. Coppia che vince non si cambia, e ancora una volta la regia è di Nunziante.
«Se sarai promosso con tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno».
È questa la promessa che Checco fa al figlio Nicolò (Robert Daancs), all’inizio del film. Fin qui tutto bene. Il problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi sia con il fatturato che con la moglie Daniela (Miriam Dalmazio), non può permettersi di regalare al figlio nemmeno un giorno al mare.
Nicolò invece, prende la cosa estremamente sul serio e porta a casa una pagella perfetta Come mantenere la promessa senza un soldo? Fortuna che a Checco non manca l’ottimismo: partito verso il Molise con la speranza (vana) di vendere qualche aspirapolvere ai suoi parenti (strategia che fino a poco tempo prima aveva pagato), si ritrova a casa di Zoe (Aurore Erguy), ricchissima ragazza che ha un figlio proprio dell’età di Nicolò e che finisce per “adottare” i due, portandoseli dietro in party esclusivi, yacht e campi da golf.
Nunziante ha raccontato che l’idea per questa storia gli è venuta nel 2011
“volevamo far interagire Luca con un bambino, legare il concetto di paternità al profondo cambiamento del Paese. Anche per non fare sembrare Luca un irresponsabile che passa attraverso le cose senza capirne il senso”.
Zalone in questo film spinge al massimo ironia e autoironia, prendendo in giro in maniera dissacrante, questa volta, il mondo dei ricchi industriali, dei cineasti, dei radical-chic e tutto ciò non mettendosi mai al di sopra, ma bene nel mezzo tra battute, gag, cafonerie e canzoncine parodistiche.
A fronte degli 8 milioni di euro di budget, il film ha riscosso ancora una volta un enorme successo di pubblico. Soltanto nei primi quattro giorni di programmazione la pellicola ha incassato più di 18,6 milioni di euro con più di 2,7 milioni di biglietti venduti, risultando il miglior incasso cinematografico in Italia del 2013. Al 31 dicembre 2013 gli incassi totali hanno raggiunto 51.763.459 euro con 7.992.539 di spettatori. Sole a catinelle, fino al 2016, è stato il film italiano con i maggiori incassi di sempre.
E si, fino al 2016, ovvero fino a quando Zalone supera ancora una volta Zalone, con il suo quarto film, Quo vado? ancora con la regia di Nunziante, ancora con numeri da capogiro (65,2 milioni di euro nelle prime sette settimane di programmazione), ancora con importanti riconoscimenti (un nastro d’argento, due candidature al David di Donatello). Filo conduttore della pellicola, è un must tipico italiano, l’ossessione del posto fisso
A quasi 40 anni infatti Checco vive quella che ha sempre ritenuto essere la sua esistenza ideale: scapolo, servito e riverito dalla madre e dall’eterna fidanzata che non ha alcuna intenzione di sposare, accasato presso i genitori, assunto a tempo indeterminato presso l’ufficio provinciale Caccia e pesca, dove il suo incarico consiste nel fare timbri comodamente seduto alla scrivania. Un giorno però tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi (Sonia Bergamasco), Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e pur di mantenerlo accetta il trasferimento. Per metterlo nelle condizioni di dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località, fino al Polo Nord, in mezzo alle nevi perenni e agli orsi bianchi. Qui Checco conosce Valeria (Eleonora Giovanardi), una ricercatrice che cambierà il suo destino e gli farà scoprire i piaceri e le responsabilità di una vita civile.
La pellicola affronta ancora una volta un tema molto attuale, come la mobilità nel mondo del lavoro, in un’epoca che invece è in bilico tra certezza e incertezza. Come accaduto con gli altri film di Checco Zalone, anche questo riesce a parlare a tutti, dal pubblico più colto e impegnato a quello più spensierato, con una comicità che non necessita di volgarità o estremizzazioni e che lascia addirittura qualcosa su cui riflettere.
Ma Checco è instancabile, e per il prossimo 1 gennaio siamo già pronti a gustarci la sua ultima creazione; si intitola Tolo Tolo e lo vedrà debuttare anche come regista, rompendo lo storico sodalizio con Nunziante. Vestirà i panni di un comico napoletano minacciato da un boss malavitoso e volerà fino in Kenya, più precisamente nella città di Malindi, affiancato anche da un carabiniere, che diventa suo amico e compagno di peripezie.
Quello che ancora oggi sorprende dei film di Checco Zalone è la loro resistenza alla noia. Che sia la prima volta che lo vedete o la quinta, il risultato non cambia, la visione risulta sempre leggera, piacevole e intelligente e la risata è assicurata.
La vita privata
Luca ha due fratelli più piccoli, Francesco e Fabio, che oggi sono rispettivamente un assistente cinematografico e un assistente di volo.
E’ sentimentalmente legato dal 2006 a Mariangela Eboli, ma non hanno ancora fatto il grande passo; sono diventati genitori nel 2013 della piccola Gaia, per la quale Zalone ha scritto il brano Dall’ovaia a Gaia, e nel 2017 di Greta. Sul suo primo incontro con Mariangela Eboli ha raccontato a La Repubblica:
“L’ho conosciuta dieci anni fa. Cantava in una pizzeria. Mi sono presentato: ‘Sono un musicista matrimonialista e avrei bisogno di una che canta nei matrimoni. Ma, sfigato come sono, non mi capitano più matrimoni’.
Poi ho scoperto che Mariangela aveva vissuto in America e che era di religione evangelica. Allora l’ho convertita alla religione domestica: la casa, la buona cucina”.
Tra i due è stato amore a prima vista e da allora sono inseparabili. La compagna di Zalone è presente anche nei suoi film, seppure in piccoli cammei.
Curiosità
Come spesso accade, la strada dello spettacolo è lunga, tortuosa e imprevedibile. Prima di diventare famoso Checco Zalone ha fatto il rappresentante per Amuchina, lavoro con il quale racimolava i primi soldi utili per costruire la propria piccola indipendenza.
A proposito di amori invece, sembra che ai tempi del liceo abbia corteggiato a lungo Miss Bitonto, ossia Bianca Guaccero; durante una gita scolastica, all’interno di un bar, prese un’asta da usare come microfono e s’improvvisò conduttore dell’allora famoso programma Colpo di fulmine. All’epoca Bianca, fidanzata, respinge le avances di Zalone, non senza avergli prima fatto i complimenti per l’audacia.
Nonostante lui sia famoso per la sua battuta pronta, ha raccontato:
“È difficilissimo che io rida. Per i miei film non rido proprio. Non voglio neanche rivederli”.
E’ molto devoto a Padre Pio: a otto anni andò con la madre in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e da allora ha sempre il Santo nel cuore e prima di intraprendere la carriera comica, ha partecipato ai concorsi per vice ispettore di Polizia e all’Inail ma è stato bocciato. Non ha tatuaggi, è molto attivo sul web, ha un sito, un profilo Instagram e uno Facebook e vive in una casa completamente hi-tech nella sua città natale, nel quartiere di Bari Vecchia. Nel 2006 e nel 2007, caso unico nella storia di Smemoranda, per due anni consecutivi Checco è stato il testimonial del video di lancio della Smemo.
Insomma, artista poliedrico, mai noioso, il merito di Zalone, universalmente riconosciuto, è quello di far ridere il pubblico in maniera praticamente quasi costante e anche se interpreta un personaggio di cultura medio bassa; la sua bravura consiste nel non scadere mai nella volgarità gratuita, come invece siamo spesso abituati a vedere in molti film del suo genere. Una formula che funziona la sua, con dettagli che non sono mai scontati e la simpatia di un personaggio che ci fa genuinamente sorridere senza alcuna difficoltà.