Arriva il primo film originale italiano prodotto da Netflix. La pellicola, diretta da Antonio Morabito, vede protagonisti Claudio Santamaria e Marco Giallini
Il nuovo film di Antonio Morabito, Rimetti a noi i nostri debiti è in imminente uscita, ma non vi aspettate di vederlo seduti nella sala buia con un bidone di pop corn sulle ginocchia, perché non sarà distribuito in nessun cinema. I diritti di distribuzione sono stati acquisiti da Netflix, e sarà l’unico modo per vedere il film.
Non è stata una scelta di Morabito, semplicemente mentre i distributori cinematografici si sono mostrati piuttosto tiepidi, Netflix ha fatto la classica offerta che non si può rifiutare. A noi questa cosa un po’ fa piacere, perché conferma quanto avevamo osservato a proposito di un’analisi del cinema italiano, poco tempo fa. Ma ci torneremo dopo.
Il film promette molto bene, gli attori sono bravi e la storia è divertente, ma per nulla idiota
Claudio Santamaria (che se avete visto Lo chiamavano Jeeg Robot non potete non amare) è Guido, un poveraccio che ha un debito con la banca. Come se non bastasse perde anche il lavoro, insomma è alla disperazione. Come chi ha mangiato in un ristorante e non ha soldi per pagare il conto deve lavare i piatti, Guido lavorerà come recuperatore di crediti per una finanziaria che lavora per la banca, fino all’estinzione del suo debito. Il suo mentore sarà Franco, ovvero Marco Giallini, che va in giro con una toga con scritto sopra “Recupero crediti”. Non se lo sono inventato, in Spagna lo fanno per davvero. Ovviamente Guido dovrà lottare anche contro i rimorsi di coscienza per vessare gente che è nelle sue stesse condizioni.
Una storia di tutto rispetto, con una valenza politica, che mette anche il dito in diverse piaghe e, allo stesso tempo, diverte.
Il film è appena uscito su Netflix. Non l’abbiamo ancora visto, ma non è difficile immaginarlo
Nella nostra riflessione del 19 aprile sul cinema italiano: Il cinema italiano in crisi di creatività? O è solo colpa di Netflix? avevamo scritto: “La cosa che salta agli occhi, guardando un film italiano, è la grande importanza che viene data alla storia, che spesso è davvero bella e la quasi miracolosa assenza di regia“. Lo so, è doppiamente antipatico; primo l’autocitazione, secondo il petulante sottinteso: “L’avevo detto io”.
Eppure possiamo scommettere fin da ora che sarà una storia godibile e che darà modo di riflettere. Si può scommettere anche che la regia sarà come il veneziano diretto da Enrico Maria Salerno: anonima.
Chi ama il cinema risparmia i suoi 7 euro per qualcosa di più suggestivo, ma tra il guardare un film in sala o guardarlo sul computer c’è una bella differenza
2001 odissea nello spazio su Netflix perderebbe almeno il 50% del suo fascino. Ma anche Habemus Papam, senza dover ricorrere sempre a Hollywood. Rimetti a noi i nostri debiti è bello al cinema tanto quanto su Netflix, perché quello che traina è la storia. Punto.
Saremmo addolorati nel pensare che questa sia considerata una critica negativa. Qualsiasi cosa serva a pensare è ottima, ma ci sono mezzi diversi: un libro non è una canzone, non è un fumetto, non è un film, ma tutti possono raggiungere lo stesso obiettivo. A noi che amiamo il cinema basta solo che continuino a esserci – anche – i film che sono belli solo al cinema.