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Recensione: Inferno.

Jessica 7 anni fa Commenta! 4
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“L’umanità è la malattia. L’inferno è la cura.” –Inferno.

Dieci anni fa, lo scrittore Dan Brown fece scalpore con “Il codice Da Vinci” proseguendo poi con “Angeli e Demoni”. L’uscita di questi libri, diventati poi pellicole cinematografiche di successo, creò enorme scalpore a causa delle sue “teorie” complottiste e religiose.

“Inferno” è meno enigmatico dei precedenti film; ci troviamo a Firenze con l’esperto di simbologia religiosa Robert Langdon, ma successivamente l’ambientazione si sposterà a Venezia e Instanbul. Forse, già il titolo e il fatto che ci troviamo a Firenze fa sospettare un collegamento con Dante Alighieri, infatti il suo “Inferno” è proprio quello che ha ispirato questo viaggio infernale.

Langdon si sveglia in un letto di ospedale con una forte amnesia ed allucinazioni disturbanti, finché una donna vestita da carabiniere cercherà di ucciderlo. Il professore fuggirà con l’aiuto della dottoressa Sienna Brooks.

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Alla base di tutto vi è un complotto per ridurre la popolazione mondiale per limitare la fame del mondo: un genio della genetica ha deciso di salvare l’umanità diffondendo un virus mutato della peste.

Una teoria complottista che spesso e volentieri è stata discussa.

Recensione: inferno.

Diciamo che, Inferno, partito dal romanzo e facendo riferimento a Dante Alighieri, ha una forte base legata alla letteratura e offrendo agli spettatori di tutto il mondo un modo per approfondire spiegazioni di luoghi e opere d’arte che si trovano a Firenze, ma anche tutto ciò che è legato alle vecchie opere del poeta Toscano.

Almeno rispetto alle volte precedenti, sono state risparmiate critiche riguardante il rapporto con la fede cattolica e con coloro che la professano, ma apre un tema che può essere considerato attuale.

Infatti lo scienziato Zobrist innesca questo percorso distruttivo a partire da dati reali, ovvero, la crescita della popolazione mondiale e le sue devastanti conseguenze sul futuro del pianeta. Ovviamente la sua soluzione è drastica.

Qui, rispetto a “Il codice da vinci” e “Angeli e Demoni” è una costante corsa contro il tempo per evitare una vera e propria apocalisse, o meglio, un vero e proprio INFERNO sulla terra. Tutta l’azione viene fusa con allucinazione e spezzoni di memoria che lo perseguitano.

Io mi soffermerei per qualche istante sul messaggio inquietante di questo film, forse perché rispetto agli altri corrisponde alla realtà: sovrappopolazione mondiale, distruzione del pianeta e eliminazione di massa. Sarò ripetitiva, ma c’è un motivo: A un anno di distanza dall’uscita del libro, il fondatore del Front Nationale francese Jean-Marie Le Pen dichiarò che il virus Ebola avrebbe potuto risolvere in tre mesi il problema dell’immigrazione dall’Africa.

Avete avuto un brivido vero? Raccapricciante?

A questo punto ben vengano questi film che cercano di ricordare che il confine tra finzione e realtà, a volte, è veramente sottile e che, come recita il romanzo:

“I luoghi più caldi dell’Inferno sono riservati a colore che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali”.

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