“Mia figlia Angela è stata ammazzata sette mesi fa. La polizia è troppo impegnata a torturare la gente di colore per risolvere un crimine vero.”
Recensire un film non è mai facile anche perché bisogna scostarsi da quelle che sono le proprie opinioni emotive e personali cercando di essere più distaccati possibile ma, soprattutto, si deve raccontare la storia cercando di non fare spoiler che rovinerebbero la visione della pellicola. Per Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri) questa difficoltà appare ancora più evidente, perché è quasi impossibile raccontare la sua trama senza svelare alcuni avvenimenti, perché questo è un film che si sviluppa sulla base della legge di azione-reazione, un’azione di per sé giusta e liberatoria per cercare sollievo dopo una tragedia o quel senso di giustizia che una vittima vuole sentirsi riconosciuta, ma che scatena una sequenza di reazioni molto spesso incalcolabili.
Tre manifesti
Tre grandi spazi pubblicitari, tre grandi cartelloni ormai in rovina, seminascosti dalla nebbia ai lati di Drinkwater Road che portava in città, “una strada che non fa nessuno tranne che non si sia perso” dopo l’arrivo dell’autostrada; una donna seduta in macchina fuma una sigaretta e riflette, mentre un’idea prende forma nella sua testa.
“Stuprata mentre moriva / E ancora nessun arresto / Come mai, sceriffo Willoughby?”
In un paese come Ebbing, molto simile alle piccole realtà che molti di noi vivono quotidianamente, in cui esistono figure ancora considerate “intoccabili”come lo sceriffo, il dottore e il prete, immerso in un Missouri che ancora non si è scrollato di dosso antichi riverberi di razzismo violento, Mildred Hayes affigge tre manifesti rossi con scritte nere in cerca di giustizia da poliziotti che appaiono distratti ma sempre pronti a coprire un collega violento, a suo parere immobili di fronte alla terribile tragedia che l’ha colpita. Un paese che cercherà in tutti in modi di forzare la donna a togliere quei manifesti, tentando di convincerla che la malattia che sta colpendo lo sceriffo Willoughby meriti molta più comprensione da parte sua; un paese che si schiera come al solito dalla parte degli intoccabili considerati alla stregua di esseri perfetti che mai possono sbagliare o cadere nel peccato. Solo in pochi mostreranno solidarietà nei confronti di Mildred, anche qualcuno che non sospetteremmo mai…
Tre grandi personaggi
Frances McDormand, premio Oscar 2018 come miglior attrice, interpreta Mildred Hayes, una donna forte, temprata dalla vita, caparbia e intelligente, in cerca di giustizia dopo che qualcuno le ha ucciso la figlia adolescente Angela in un modo raccapricciante, con un altro figlio da gestire il quale non condivide la sua idea, un ex marito violento che la incolpa della morte della figlia il quale si è riaccompagnato con una diciannovenne poco sveglia, e in lotta contro un intero paese. Fumando una sigaretta dietro l’altra Mildred prenderà le sue decisioni con tenacia, affrontando chiunque tenti di convincerla a rimuovere quei cartelloni con risposte ironiche, volgari e sagaci, andando avanti per la sua strada cercando un modo di lenire quel dolore e quel senso di colpa che non riesce e reprimere, sperando di trovare sollievo da tutto quel male dopo che avrà visto l’assassino della figlia dietro le sbarre.
Woody Harrelson è lo sceriffo Bill Willoughby, onorato da tutta la città, marito premuroso e affettuoso padre di famiglia, deve combattere contro un tumore al pancreas il quale non gli dà molte speranze di vita. Bill comprende appieno il dolore di Mildred, ma allo stesso tempo non può fare più di quanto ha già fatto per scoprire l’assassino di Angela; dopo una bella giornata di vacanza al fiume con la famiglia, Bill scriverà tre lettere, una a Mildred, una a James e una alla moglie, le quali avranno anch’esse le loro forti ripercussioni nel paese di Ebbing, ma soprattutto per Mildred. Uno sceriffo incapace di gestire il dolore, spingendolo ad un gesto che lascerà la città incredula, ma anche a venire in soccorso a Mildred nel momento del bisogno pur avendo peggiorato la sua reputazione agli occhi degli abitanti di Ebbing.
Il miglior attore non protagonista agli Oscar 2018 Sam Rockwell interpreta il poliziotto Jason Dixon, alcolizzato e violento, in paese circola la voce che abbia torturato un afroamericano in custodia, molto spesso cade in preda all’ira, che gli causa anche il licenziamento dal corpo di polizia. Dopo (scusate ma qui lo spoiler è quasi obbligato!!!) la morte dello sceriffo Willoughby, che lui considera come un mentore, intraprenderà una specie di viaggio interiore che lo spingerà a tentare di diventare colui che avrebbe sempre voluto, o che almeno Bill pensava che potesse diventare, viaggio che lo porterà ad aiutare Mildred, seppur inizialmente fosse uno dei suoi più agguerriti antagonisti. All’inizio del film appare un uomo disturbato, come afflitto da problemi mentali, succube della madre con cui vive, una donna ancora profondamente legata alle antiche idologie razziste del Sud, ma poi il suo personaggio subisce una redenzione acquistando una consapevolezza la quale lo rende finalmente “adulto”.
“Mi dispiace per Angela ma la città è contraria a questi cartelloni.” Padre Montgomery
Anche se a tratti la storia sembra procedere lentamente, Tre manifesti a Ebbing, Missouri è un film da vedere, con una protagonista femminile fuori dagli schemi forte e caparbia la quale non si arrende al suo dolore ma cerca di uscire in tutti i modi da quella situazione di stallo in cui l’ha lasciata quel crimine, una donna che ha sopportato le violenze del marito e che ancora quella figura le incute timore, ma da quei tre manifesti saprà trovare la forza di ribellarsi a quell’uomo che ancora si diverte ad umiliarla ed a una città che si mostra in tutta la sua ipocrisia. Anche se forse sono un po’ di parte dato che adoro Woody Harrelson in ogni ruolo che interpreta, come al solito anche in questo caso la sua recitazione è accattivante, emozionante e con quella sottile vena ironica che permea ogni suo personaggio.
Un film di Martin McDonagh con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish e Lucas Hedes.
Che dire di più! Adoro questa donna, attrice di un livello stratosferico! L’aspetto della lentezza secondo me sembra voluto, per far capire il ritmo della vita di un paesello, accelerato poi con l’escalation di eventi scaturiti dalle azioni dei protagonisti.
Uno dei migliori film che abbia mai visto.
Hai fatto un’ottima e giusta osservazione! Ti ringrazio ?