Un’adolescente piena di rabbia, un rapporto madre figlia disturbato, un desiderio di vendetta e di morte che non porterà a niente di buono. Di questo parla l’horror canadese scritto e diretto da Adam MacDonald.
Pyewacket è un film di non facile classificazione. Che sia un horror è indubbio; il sovrannaturale aleggia per tutta la sua durata, di atmosfere cupe che fanno contrarre lo stomaco è pieno. La suspense, la tensione palpabile in ogni scena lo rendono anche un perfetto thriller. Ma il film di MacDonald forse è anche di più.
Vediamo di cosa parla
Una ragazzina adolescente, innamorata del macabro e dell’occulto, si trova improvvisamente a vivere un incubo. Dopo la morte del tutto inaspettata del padre, la madre di Leah, devastata dalla perdita, fatica a continuare con la sua solita vita. L’amore per l’alcool supera l’amore per la figlia, che si trova a convivere con una mamma che non è certo tra le migliori. Quando poi questa decide di trasferirsi in un posto disabitato, costringendo la figlia a dire addio ai suoi migliori amici e alla sua scuola, Leah decide di intervenire. Accecata dall’odio verso la madre cerca un modo per vendicarsi. E quale modo migliore che evocare un demone? Che questo fosse solo un tentativo di sfogo e non un vero e proprio tentativo di uccidere la madre è probabile, se non certo. Una stupida decisione, fatta d’impulso, da ricordare come una sciocchezza adolescenziale. Una sciocchezza, però, che avrà conseguenze fin troppo reali per Leah e per tutti coloro che le stanno attorno.
L’elemento psicologico di questo film è molto forte. Non è certo una cattiva idea, infatti, quella di centrare il film sul rapporto madre figlia. Un tema di cui si è parlato e straparlato in letteratura come nel cinema.
Solamente limitandoci agli horror vengono in mente film come Shining, in cui colpisce l’amore smisurato di Wendy per il figlio, la forza e la risolutezza nel cercare di salvarlo, mettendo a rischio la propria vita. O The Others, in cui fa da protagonista una madre un po’ diversa, sempre molto innamorata dei figli ma fino all’eccesso, iperprotettiva fino alla morbosità.
In Pyewacket invece di amore se ne vede ben poco. Né Leah né la madre sono figure particolarmente positive e l’immagine che viene fuori non è certo quella di una famiglia modello con un meraviglioso rapporto idilliaco. Forse proprio per questo il film ha la possibilità di essere meno banale, nonostante alcuni cliché che spesso sono quasi inevitabili nel genere.
Quello che compare in questo film è particolarmente efficace; l’evocazione del demone, il Pyewacket, da parte di una ragazzina inesperta che si troverà poi coinvolta in qualcosa che non può controllare. Come succede a Topolino in L’apprendista stregone di Fantasia.
Attento a quello che desideri, perché potrebbe avverarsi. Questo il messaggio finale del film Pyewacket.