I grandi musicisti, nello scrivere testi e melodie delle loro canzoni, traggono spesso ispirazione dalle fonti più disparate. C’è chi copia, ritaglia e incolla frasi prese da articoli di giornale, come Michael Stipe dei R.E.M., chi invece osserva le vite degli altri per poi immaginarsi delle storie, chi si lascia ispirare da film, chi da grandi opere della letteratura, Caparezza è un mago in questo, chi, addirittura, da sogni, come Paul McCartney per la sua Let It Be. Sempre di Paul e di Beatles parliamo anche oggi e in particolare di una canzone che nasce nel 1966 sotto l’influenza di un grande capolavoro del cinema, Psycho di Alfred Hitchcock.
McCartney ama molto parlare delle sue canzoni, raccontare come sono nate e perché. Su Internet si trovano miliardi di interviste in cui parla del suo brano preferito, proprio Let It Be, e della sua curiosa origine, tanto che i fan hanno cominciato a prenderlo bonariamente in giro e a far circolare meme a proposito:
Quale canzone dei Beatles si ispira a Psycho di Hitchcock?
Durante una delle sue tante interviste, Paul si è però concentrato su un’altra sua canzone, la celebre e bellissima Eleanor Rigby, brano del 1966 e seconda traccia dell’album Revolver. A detta del musicista, l’ispirazione nacque dal film Psycho di Alfred Hitchcock, uscito sei anni prima. A colpire l’attenzione di McCartney non fu tanto l’inquietante protagonista, l’omicida Norman Bates, quanto la colonna sonora della pellicola, che accompagnava e rendeva ancora più angoscianti ed efficaci i momenti più drammatici del film. La colonna sonora, scritta da Bernard Herrmann, è una delle più famose e riconoscibili nella storia del cinema e grazie all’uso particolarissimo degli archi, che si fanno taglienti, quasi frenetici, è tuttora considerata una delle più innovative di sempre.
-Per un bell’approfondimento su Revolver dei Beatles: Revolver: l’album della svolta dei Beatles–
George Martin, storico produttore dei Beatles, ricorda: “Un giorno Paul venne da me con in mano una canzone, Eleanor Rigby, quasi ultimata ma alla quale mancava qualcosa. Gli dissi che secondo me c’era bisogno di un arrangiamento d’archi, ma che non fossero gli stessi di Yesterday, dolci e fluidi. Dovevano essere più pungenti, incalzanti, spigolosi… Fu così che Paul mi fece ascoltare la colonna sonora di Psycho“.
I due cominciarono a lavorare sull’arrangiamento e si lasciarono ispirare anche da un altro grande capolavoro del genio Hermann, la colonna sonora per l’adattamento cinematografico di Fahrenheit 451 di François Truffaut. Proprio come nelle soundtrack dei due famosissimi film, anche in Eleanor Rigby gli archi, suonati con un ritmo serrato, quasi a scatti, vennero infine combinati con strumenti elettronici.
Sicuramente il testo della canzone, dove la solitudine esistenziale fa da protagonista (“Look at all the lonely people”), ha probabilmente contribuito a rendere celebre Eleanor Rigby, ma è stato senza dubbio l’arrangiamento per ottetto d’archi di Martin e di McCartney a renderla immortale.