Direttamente dal manga seinen di Tetsuya Tsutsui arriva sul grande schermo Prophecy. Questa volta in formato film, una produzione tutta italiana seguita da Andrea Sgaravatti con la regia di Jacopo Rondinelli. Al centro le famigerate avventure di Paperboy, l’uomo dalla maschera di carta, che combatte i soprusi e le ingiustizie tramite un sistema di autovendetta efferato e irrintracciabile. La maestria nell’aggirare gli algoritmi del web, gli permette di sfuggire a qualsiasi tentativo della polizia di agganciarlo. Il robin hood moderno che a suoni di profezie vendica i soprusi e le frodi.
Prophecy: al centro Paperboy, l’eroe dei giorni nostri
Prophecy porta sul grande schermo la storia di “Paperboy”, un misterioso individuo il cui volto nascosto da un foglio di giornale appare in brevi video nel web in cui denuncia ingiustizie e fatti di cronaca preannunciando la punizione dei colpevoli.
Gli spiragli per capire la sua identità sono pochissimi, ma Paperboy riesce pian piano a conquistare seguaci e sostenitori che come lui hanno sete di verità e di giustizia. A fare da collante alla trama, tematiche di forte attualità come gli effetti amplificatori del web, il mondo dei riders e del food delivery, le potenzialità della realtà virtuale e del mondo delle start up tecnologiche.
Un gruppo di ragazzi, si riunisce in una lotta contro un nemico invisibile, radicato nelle profondità più oscure della società. L’ingiustizia, quella a volte tramite la legge viene per le più delle volte celata e archiviata, lasciando spazio all’indifferenza e al senso di rivalsa. Ma Gates (Damiano Gavino) e i suoi amici, tra cui l’ironico e rivoluzionario Tizio (Nanni Bruschetta), sono stanchi di continuare a vedere davanti ai loro occhi un mondo che va avanti con falsità e iniquità. Sono pronti per cambiare il mondo, a modo loro però, tramite una maschera e il potere del web.
Ogni profezia dettata dallo sconosciuto mascherato puntualmente si avvera e ogni criminale preso di mira, vede scaraventarsi contro tutte le minacce legate alle cattive azioni commesse. Un video di pochi minuti sul web, cancellato dopo secondi, diventerà l’incubo per qualsiasi ipocriti, truffatori e datori di lavoro disonesti, predicendo «quel che accadrà» loro il giorno dopo.
Una scelta coraggiosa che nasce dopo il successo i Dampyr, realizzato in collaborazione con Eagle Pictures e Sergio Bonelli Editore, e l’annuncio dell’acquisizione dei diritti per la trasposizione cinematografica di Tiger Mask, Brandon Box propone così un nuovo appuntamento cinematografico dedicato a tutti gli appassionati di fumetti e manga. Prodotto con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Prophecy è distribuito nei cinema italiani in esclusiva da Nexo Studios in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY, MYmovies, Lucca Comics & Games, Cultura Pop e JPop.
Come protagonista nel ruolo di “Paperboy” troviamo Damiano Gavino (che gli spettatori hanno imparato a conoscere grazie alle serie Un professore e Shake, e al film Nuovo Olimpo di Özpetek)”, affiancato da Federica Sabatini, Ninni Bruschetta, Haroun Fall, Denise Tantucci e Giulio Greco. La colonna sonora è di Matteo Buzzanca.
Prophecy: una regia scoordinata e una messa in scena irrealistica
Non è facile come sembra, traslare un’opera seinen in un contesto cinematografico dove la storia e i personaggi prendono vita in forma reale. La via forse (più facile) sarebbe stata l’anime, che seppur complicato avrebbe seguito in maniera più fluente la ricostruzione dei fatti e delle scene. Prophecy è una sfida che pone una rivisitazione dell’originale manga di Tetsuya Tsutsui, portandola in Italia, e trasformandola in un prodotto autoriale senza troppe premesse. E apprezziamo l’impegno ma a volte non basta.
Il film ci porta tra Torino e Milano, due città urban ma allo stesso tempo moderne che fanno da sfondo alle vicende cluo del giovane protagonista. Da futuro milionario grazie al suo programma di start up finanziaria a rider di food delivery. Una prospettiva che in due secondi cambierà il futuro di Gates e di Ade amico in affari e nella vita. Un solo click che rovinerà anni di lavoro dei due ragazzi per mezzo di un ricco imprenditore che ruberà loro l’idea.
Una riscrittura quasi fedele al manga, che però manca di originalità e lascia tutto al caso. Come ad esempio la scena, dove nasce l’eroe della rete, una maschera che forgia un collettivo, ricavata da un pezzo di giornale, dove il protagonista si imbatte dopo un’attacco d’ira. Una presa di coscienza frettolosa, quasi confusa che toglie ogni tipo di suspense allo spettatore. Tutto a volte accade o troppo frettolosamente o troppo lentamente.
L’uso delle inquadrature è anonima, a volte troppo ingombrante. Come gli stessi movimenti di macchina sui primi piani dei protagonisti, che non mettono in evidenza la potenza espressiva ma solo la presenza della cinepresa lì davanti a loro, e qui la maschera della finzione crolla, distaccando emotivamente lo spettatore.
Una serie di dettagli lasciati al caso, che non corrispondo alla realtà effettiva dei fatti. Nonostante l’idea di base funziona, Prophecy si dimostra un prodotto quasi autoriale, girato con poche pretese e altrettanta poca cura scenica. La regia si distingue tra vari stili diversi, anche se il regista è solo uno, la resa è quasi forzata e a volte diventa un miscuglio di scene e punti di vista, visti e rivisti.
Man mano che si prosegue la visione, poco dopo che entra in scena il nostro Paperboy diventa una corsa a inserire più elementi possibile senza troppa logica e razionalità. Il livello di recitazione è pessimo, salvano Ninni Bruschetta, il resto degli attori o carica troppo il personaggio oppure proprio non lo fa affatto. Come il protagonista, che è piatto, senza sfumature, anticonvenzionale al carisma che dovrebbe avere. Tutto scorre lentamente, il ritmo è un sali e scendi che non enfatizza le vicende eroiche dei ragazzi. Non c’è un margine di personalità nei protagonisti, c’è quasi sempre uno specchio davanti a loro che non fa trasparire la tridimensionalità della loro storia.
Da riconoscere è il fatto, che, nel film sono inseriti molti temi di attualità come il mondo dei riders sempre in crescita economica nelle grandi città. Ma dietro c’è un mondo, che nel film non viene raccontato ma solo toccato e usato come scenario su cui appoggiarsi per far evolvere il film. Anche la realtà del network, i pericoli e le minacce, sono affrontati in maniera generica, prendendone solo una parte e approfondendola poco e in maniera precipitosa.
Prophecy: al cinema solo il 24,25 e 26 marzo
Per chi è legato al manga originale potrebbe rimanere deluso, ma per chi va a vedere Prophecy senza troppe pretese potrebbe imbattersi in un film leggero e poco impegnativo (sotto tutti i punti di vista). Il film evento sarà presente in sala solo il 24,25 e 26 marzo. A cura di Brandon Box e diretto da Jacopo Rondinelli e ispirato al celebre manga giapponese scritto e disegnato da Tetsuya Tsutsui.
Presentato in anteprima mondiale alla scorsa edizione di Lucca Comics & Games, Prophecy è tratto dalla storia, pubblicata in Giappone da Shueisha e in Italia da J-Pop, che ha conquistato decine di migliaia di lettori in tutto il mondo. Il film sarà distribuito in esclusiva nei cinema italiani da Nexo Studios.