Il 7 marzo 1999 ci lasciava Stanley Kubrick: sono trascorsi 20 anni dalla morte del genio cinematografico, gli stessi dalla messa in onda del suo ultimo film, le cui riprese terminarono circa 100 ore prima che un infarto fulminante lo colpisse nella sua abitazione a Hertfordshire, nella campagna inglese.
Parliamo di Eyes wide shut
Promosso come il film più sexy mai realizzato, Eyes Wide Shut ci ha messo vent’anni per smarcarsi dall’immagine glaciale di un fallimento creativo, nonostante vedesse due attori protagonisti stellari come Tom Cruise e Nicole Kidman che tuttavia dopo meno di due anni divorziarono, lasciando il dubbio, mai fugato, che l’inizio della loro fine sia cominciato proprio su quel set blindatissimo.
La pellicola è stata tratta da Rhapsody (Doppio sogno), romanzo del 1925 di Arthur Schnitzler. Il titolo fa riferimento agli occhi semichiusi e semiaperti, un’immagine con diverse valenze: il momento dell’orgasmo ma anche quello tra sonno e veglia mentre a livello cinematografico, è il confine sottilissimo tra realtà e finzione.
Kubrick pensò alla realizzazione di una pellicola tratta dal libro, fin dal 1971, l’anno di Arancia meccanica e anche il film avrebbe dovuto chiamarsi Rhapsody, titolo con il quale americani e inglesi conoscevano il racconto dello scrittore viennese. Bene, è passato un quarto di secolo perché quel progetto ricominciasse a lievitare nella mente del regista, fino a trasformarsi nel suo ultimo film, Eyes Wide Shut.
L’alchimia tra letteratura e cinema ha conosciuto così uno dei suoi esempi più suggestivi e fecondi con le dovute differenze e i relativi adattamenti, dovuti al tempo tempo trascorso. La storia di Schnitzler, ambientata nella Vienna degli anni ’20 viene infatti trasposta da Kubrick nella New York di fine anni ’90. Parla di un medico, Bill, sposato con la bella e affascinante Alice, che dopo una festa sprofonda in un tunnel di sogni e desideri inespressi. Durante il party a casa dell’amico Victor Ziegler (Sydney Pollack, che abbiamo visto accanto a Cruise anche in Rain Man) dove una ragazza necessita del soccorso del giovane medico per un’overdose, sia Bill che Alice ricevono avance da sconosciuti, e la sera dopo, a casa, lei confida al marito di aver fantasticato sessualmente su un ufficiale della marina incontrato un’estate in vacanza.
Turbato e finora convinto della propria fedeltà, Bill viene chiamato dalla famiglia di un suo paziente appena morto e, dopo essere passato a casa sua, vaga per una New York notturna in preda a incontri strani, pensieri inediti e incontri inaspettati.
Si imbuca con l’inganno all’interno di una “riunione” di una setta di personaggi altolocati della New York bene, che compiono riti strani fra orge e sostanze allucinogene e viene invitato ad allontanarsi prima di essere smascherato. Questa messa in scena porterà però il medico a una profonda crisi personale, che incrinerà i capisaldi che credeva ferrei in lui, come la stessa fedeltà alla moglie.
L’ultima scena mostra Bill e Alice in un contesto quotidiano, come lo shopping di Natale insieme alla figlia. In mezzo a Barbie e orsacchiotti, i due parlano dei propri sogni erotici e delle derive a cui sono arrivati negli ultimi giorni.
Alice dice che i due devono ringraziare il destino.
“Perché ci ha fatto uscire senza alcun danno da tutte le nostre avventure, sia da quelle vere che da quelle solo sognate”
Poi scoppia a piangere, svelando di essere sicura di essere uscita davvero senza danni da questi sogni/incubi quanto lo sia del fatto che la realtà di una sola notte, come quella di una vita intera, corrispondano alla verità.
Una domanda su tutte ci assilla dopo aver assaporato il film: un tradimento sognato vale quanto quello reale?
Bill inizialmente lo nega ma poi si ritrova a vagare nella notte newyorchese tra vivi e morti, tra baby squillo e incontri inaspettati, tra slavi e russe, piombando infine nel luogo eletto della perdizione: la festa in maschera, un’orgia per cui occorre la parola d’ordine (fidelio) e dove il medico, guidato dall’amico pianista, mai avrebbe dovuto trovarsi.
Bill si rende conto di aver messo in atto un’infedeltà vera come risposta alla confessione di un’infedeltà sognata.
Eppure è un uomo di successo, che ha tutto, e può desiderare qualsiasi cosa, ma non ottenerla, e quando il suo castello dorato sta per crollare, decide di fare la cosa giusta, fa un passo indietro, e ritorna sui suoi passi, ritorna da Alice.
Il film che fu presentato in anteprima europea alla 56ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, lasciò il pubblico piuttosto indifferente, abituato com’era a roba bollente come Basic Instinct e Orchidea Selvaggia. Lo si dimenticò in fretta ma al cinema ci andarono in parecchi. Del resto, se le aspettative di scene esplicite furono disattese, i protagonisti di Eyes Wide Shut erano pur sempre la coppia (allora) più potente di Hollywood: Tom Cruise e Nicole Kidman
All’inizio, infatti, Eyes Wide Shut era considerato un progetto vanitoso, al limite della pornografia, per cui la coppia più potente e più glamour di Hollywood era stata tenuta in ostaggio per 400 giorni di riprese. Sembra addirittura che Kubrick chiese a Tom e Nicole di interpretare i personaggi di Eyes Wide Shut anche terminate le riprese quotidiane, dormendo nella camera da letto sul set, arredando la casa fino alla scelta delle tende, lasciando i vestiti per terra e le monete nello svuota tasche.
Stanley era fermamente convinto che per interpretare la coppia di Doppio sogno sarebbe stato perfetto utilizzarne una vera. La prima a essere presa in considerazione fu quella formata da Alec Baldwin e Kim Basinger. Terry Semel, capo delle Warner Brothers all’epoca voleva assolutamente che Stanley utilizzasse delle stelle del cinema, l’ultima volta che lo fece fu con Jack Nicholson in The Shining.
I dialoghi si mescolarono perversamente con il vissuto dei due attori, sottoposti da Kubrick a una serie di colloqui privati in cui furono invitati a confessare paure e desideri, e a provare gelosia l’uno per l’altro attraverso sessioni separate di riprese, i cui dettagli era proibito rivelare al partner; per la scena di sesso immaginaria – un minuto in totale – con l’ufficiale di marina ad esempio, Nicole Kidman e il modello che lo interpretava provarono e riprovarono per sei giorni. Kubrick proibì a Cruise di partecipare alle riprese, e a Nicole di raccontare come si erano svolte, giusto per aumentare la gelosia tra i due nella vita reale e di riflesso tra i due caratteri.
Cruise ammise a Vanity Fair nel 2014 di avere odiato il personaggio di Bill:
«Non mi è piaciuto interpretare il Dottor Bill. È stato sgradevole, ma mi sarei preso a calci per il resto della mia vita se non lo avessi interpretato».
Tutto ciò mentre all’esterno proseguivano i gossip sulla vera natura del loro matrimonio, con cause vinte contro i tabloid. Vicino alla data di uscita del film, sulla rivista Star uscì infatti un articolo che rivelava come Kubrick, vista l’incapacità della coppia Cruise-Kidman di amoreggiare in modo convincente sul set, fosse stato costretto ad assumere dei terapisti sessuali. Tom e Nicole fecero causa, trascinando in tribunale anche la rivista Express, che aveva sostenuto che il loro matrimonio fosse frutto di un accordo. Vinsero in entrambi i casi.
Eyes Wide Shut possedeva dunque tutto per essere un film esplosivo e bollente, ma è solo oggi, a venti anni dalle critiche sia sulla poca espressività dei protagonisti, sia sull’eccessiva lentezza di alcune scene, che si è guadagnato la medaglia di capolavoro incompreso, proprio come successe a The Shining.
Di Eyes Wide Shut sono stati copiati gli oggetti di scena, per esempio le maschere della scena dell’orgia replicate nel ballo in Cinquanta sfumature di nero, nel 2017.
Il film incassò nel mondo 162 milioni di dollari, un risultato deludente per gli standard di Tom Cruise, tuttavia una cifra più che rispettabile per un film di 3 ore su una coppia con problemi di fedeltà. Rappresenta il miglior incasso di un film di Kubrick a livello globale, mentre sul mercato americano è il secondo dopo 2001: Odissea nello spazio.
Il film nasconde molti misteri e curiosità, ad esempio per evitare che la censura americana lo classificasse con il marchio NC-17, proibito cioè ai minori di 17 anni, la Warner Brothers alterò la scena dell’orgia, introducendo graficamente delle figure umane che nascondessero i nudi. Un lavoro molto criticato dai puristi, ma il risultato di una clausola del contratto firmato da Stanley, che lo impegnava a consegnare un film senza divieti.
Nessun effetto speciale è presente nel film, anzi, per ottenere una qualità straniante, Stanley utilizzò una tecnica di ripresa classica: la proiezione di fondali mentre gli attori camminano su una pedana mobile; si rifiutò anche di usare un’illuminazione professionale, preferendo fonti di luce visibili nelle scene, come gli alberi di natale e le lampade da terra e da tavolo utilizzate per la scenografia. In ogni stanza delle casa infatti, assistiamo ad un trionfo di alberi di Natale, e nello specifico, l’appartamento del film è una riproduzione in toto dell’appartamento di Stanley Kubrick di New York in cui cui visse con sua moglie Christiane fino a quando decise di trasferirsi in Inghilterra, questo perché Kubrick era terrorizzato dall’aereo, pertanto le riprese vennero effettuate ai Pinewood Studios, in Inghilterra, dove venne ricostruita una parte del Greenwich Village, replicata al millimetro grazie alle misurazioni in sito fatte dallo scenografo.
Nel film Kubrick ha anche un cameo, un po’ come era solito fare Alfred Hitchcock, lo possiamo infatti scorgere seduto a un tavolo del Sonata Cafè in cui si esibisce Nick Nightingale, a sinistra di Tom Cruise.
Eyes Wide Shut si trova anche nel Guinness World Records come il film con il tempo di riprese ininterrotto più lungo: 15 mesi, 400 giorni in totale da novembre 1996 fino a gennaio 1998. I contratti di Nicole e Tom erano aperti, ciò vuol dire che nessuno dei due poteva essere dismesso dallo shooting fino a quando Kubrick non avesse dato il nulla osta.
Tante parole insomma, e tanto lavoro dietro questo capolavoro, chissà come avrebbe commentato la mente di tutto questo.
Probabilmente avrebbe utilizzato una frase dello stesso film, perché quando la morte arriva, e ti coglie impreparato, solo una cosa, probabilmente, ti viene da pensare:
“L’importante è che ora siamo svegli, e speriamo di rimanerlo a lungo”