Prima delle fate, ci furono le streghe, ma non come siamo abituati ad immaginarle, brutte, cattive e perfide; la strega di cui parliamo è bella, affascinante e spiritosa, capace di far innamorare un ingenuo e distratto agente di borsa.
Eleonora Giorgi e Renato Pozzetto, prima di Mani di Fata, ci hanno stregati e deliziati con Mia moglie è una strega, che strega è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 01 Dicembre del 1980.
Diretto da Castellano e Pipolo e probabilmente ispirata a Ho sposato una strega del 1942 ci mostra da subto un’ambientazione alquanto insolita quanto datata.
Siamo a Roma, 1656 e la strega Finnicella (Eleonora Giorgi), la favorita del diavolo Asmodeo (Helmut Berger), viene catturata dalla Santa Inquisizione.
Con l’accusa,, non certo infondata, di stregoneria e grazie ad un abile tranello del cardinale Emilio Altieri, il futuro Papa Clemente X (Renato Pozzetto), è messa al rogo a Campo de’ Fiori.
Eh eh bruciata viva… E mi raccomando: a fuoco lento!
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Prima dell’esecuzione, il diavolo, sotto le vesti di Asmodeo (Helmut Berger), promette alla sua amata strega che la riporterà in vita dopo 333 anni, 33 mesi e 33 giorni per potersi vendicare.
Roma, 1980, complici i lavori per la realizzazione della metropolitana, l’urna con le ceneri di Finnicella viene rotta e la strega torna in vita in un caotico presente, dove casualmente si imbatte con Emilio Altieri, discendente dell’odiato Cardinale che porta anche il suo nome e che come lavoro fa l’agente di borsa.
Fidanzato con la snob e divorziata Tania (Lia Tanzi), con la quale è in procinto di contrarre matrimonio, riesce a resistere con tenacia alle avances di Finnicella, che istigata da Admodeo a perpetrare la sua vendetta in modo piuttosto sottile, vuole far innamorare Altieri di lei per poi eliminarlo.
Finnicella cerca così di sedurre Emilio in diversi modi, utilizzando anche i suoi poteri, cosa che consente di dar spazio a gag in cui Pozzetto ben si esprime strappando diverse risate.
La strega, non vedendo realizzarsi il suo piano, decide di ricorrere a un potente filtro d’amore, ma non tutto andrà secondo i suoi progetti. E nemmeno secondo quelli di Asmodeo. Del resto, come recita il detto popolare, le donne ne sanno una più del diavolo.
Torniamo quindi alla Roma moderna, siamo nel 1990 e Finnicella ed Emilio sono sposati da 10 anni, e hanno tre figli.
Il nostro Emilio non è più quel goffo uomo, si è ben ambientato alla vita magica ed addirittura va al lavoro a cavallo… di una moderna aspirapolvere!
Mia moglie è una strega viene spesso definito un remake di Ho sposato una strega ma questa ipotesi è stata smentita più volte da Renato Pozzetto, Eleonora Giorgi e dai registi, Castellano e Pipolo, i quali hanno affermato che la pellicola non è un “remake, una rivisitazione o un furto” ma piuttosto un tentativo di realizzare un’opera fantastica sullo stile americano di Mary Poppins o Un maggiolino tutto matto.
Il film è la classica commedia di Castellano e Pipolo, con una trama semplice, lineare e che gioca quasi tutto sulla bravura e la forza interpretativa degli attori.
Renato Pozzetto è in un ruolo a lui molto congeniale, in cui può esprimere il meglio del suo vastissimo repertorio di battute non-sense e la sua riuscita mimica facciale, mentre Eleonora Giorgi, davvero splendida, affianca benissimo l’attore milanese, riuscendo nel non facile compito di non sfigurare per nulla in un ruolo di secondaria importanza.
Un film che è tirato su con poco, ma che riesce comunque a divertire enormemente: non per nulla, è uno dei film più amati dai fan di Pozzetto.
In una recente intervista, la bella ed affascinante Giorgi ha parlato di Mia moglie è una strega, spiegando di aver
“adorato questa streghina che aveva un temperamento, ma era comunque immersa in buoni sentimenti. Si proponeva come un cartone animato”.
In effetti è forse questa caratteristica ad aver reso tanto amato il film, oltre ovviamente all’interpretazione di Pozzetto.
“Adoravo Renato, fa parte di quei grandi talenti con cui ho avuto la fortuna di lavorare. Lui era il Re dei comici lenti: pensiamo alle sue reazioni stupite, queste mi permettevano di essere veloce e candida”
Seppur con qualche effetto speciale piuttosto “casalingo”, Mia moglie è una strega va anche ricordato per la coppia di registi e sceneggiatori, Castellano e Pipolo, che hanno diretto Pozzetto anche in altri occasioni, come ne Il ragazzo di campagna, e che hanno anche lavorato per Steno o per altri colleghi come i fratelli Corbucci. Pipolo è tra l’altro Giuseppe Moccia, padre di Federico, i cui film sono diventati notissimi nel primo decennio dei Duemila tra i giovanissimi.
E proprio a proposito di effetti speciali casalinghi, sempre la Giorgi ha ricordato, molto divertita, la famosa scena con Pozzetto a cavallo di una scopa:
“Quel momento sul set è ormai un aneddoto storico legato a una situazione “artigianale” di effetti speciali. Eravamo a circa dieci metri da terra retti da un braccio meccanico e seduti su due selle di cavallo coperte dal mio vestito. Dovevamo simulare di andare in picchiata su Parigi e invece la differenza di peso tra me e Pozzetto ha fatto sì che andassimo in picchiata al contrario, a testa in giù.
Meno male che avevamo le cinture di sicurezza!… Quel set era bellissimo, avevo ritrovato Castellano e Pipolo dopo aver lavorato con loro in Mani di velluto e poi c’era Helmut Berger, lui era il più pazzo di tutti, specializzato nel trasformare il set in luogo di divertimento”
Altre piccole imprecisioni, comprensibili per l’epoca ma inaccettabili ai giorni nostri, riguardano la scena della teiera volante durante la colazione, dove è possibile notare, a sinistra del beccuccio, il cavo che ha permesso l’effetto speciale nonché il cavo che permette al pacchetto di sigarette di lievitare, mentre nel finale, quando Pozzetto, dopo la giornata di lavoro, rientra in famiglia a cavallo di un’aspirapolvere, in lieve trasparenza, dietro a lui, si intravvede quello che probabilmente è un braccio di gru, solo parzialmente mascherato.
Evidentemente, per quei tempi, era tutto normale ed ordinario, tanto che il film fu accolto splendidamente dal pubblico, arrivando ad incassare circa 896.000.000 di Lire; una cifra enorme per il tempo, paragonabile – contando inflazione e svalutazione del vecchio conio italiano – a circa 20 milioni di Euro attuali.
Veramente tanti, per un film italiano del tempo!
La pellicola è tutt’ora ricordata con enorme affetto dai fan, anche grazie ai frequenti passaggi in TV che sono proseguiti imperterriti fino al 2000, quando un problema di copyright ne ha bloccato per molto tempo la distribuzione televisiva.
Anche quella simpatica canzoncina cantata dalla soave voce della Giorgi ci è rimasta nella testa, Magic, canzone che accompagna i titoli di coda, composta da Detto Mariani e che, sebbene di pregevole fattura, non fu mai pubblicata su disco.
Il film è anche ricordato nel mondo della finanza per le ormai famose Canistracci Oil, azioni di cui Altieri è pieno, ma che non valgono niente
“Anch’io compero le Canistracci! Voglio le Canistracci! Voglio le Can…!!!”
Tutto il film è stato girato a Roma, e sono chiaramente riconoscibili alcuni famosi luoghi turistici e storici della capitale: l’ufficio di Emilio è infatti situato in Corso del Rinascimento ed il matrimonio tra il broker e Tania è celebrato alla famosa Casina Valadier, il bar-ristorante neoclassico costruito all’interno di Villa Borghese.
Mia moglie è una strega seppur nella sua semplicità, continua a stregare chiunque lo veda per la prima o per la centesima volta, perché nella sua follia e nella sua stranezza ci fa sperare credere in quel pizzico di magia che in fondo, in ognuno di noi, c’è ma non si vede.
E allora nulla è strano, e tutto assume uno strano sapore di quotidianità… anche andare a lavoro, a cavallo di una moderna aspirapolvere.