Pioggia di ricordi è un’opera trasognante e realistica allo stesso tempo, Isao Takahata scava nel profondo di tutti noi, in particolare delle donne, riportandoci ai primi anni della nostra vita.
Dopo Una tomba per le lucciole, ritorniamo ad analizzare un film del secondo fondatore dello Studio Ghibli, Isao Takahata, che ci propone un dramma riguardante la sfera degli adulti, la divisione tra la carriera e l’amore. Ripercorrendo gioie e dolori dei tempi passati, il regista porta la nostra protagonista a rendersi conto di chi è veramente e, di conseguenza, a prendere le scelte più importanti della sua vita.
La pioggia di ricordi di Taeko
Taeko ha 27 anni e vive una vita agiata lavorando come impiegata in un’azienda di Tokyo. Da qualche anno si concede di staccare la spina dalla frenesia della città per andare dalla famiglia del fratello del cognato che abita in campagna, in particolare si reca lì nel periodo dell’anno in cui c’è la raccolta dei fiori di cartamo, un fiore da cui si estrae olio dai semi e colorante alimentare dai fiori. Quando arriva a Yamagata conosce Toshio, il cugino di suo cognato, per cui prova da subito una particolare simpatia.
Il viaggio in treno, insieme a tutta la permanenza in campagna, sarà anche un viaggio nel tempo: Taeko inizierà a riflettere sulla persona che era da bambina in rapporto a quel che è diventata da adulta. Ripercorre i suoi anni delle elementari, la sua prima cotta, la pubertà e la vergogna legata ad essa, la classica rivalità con la matematica. Il pensiero più profondo lo dedica alle sue aspirazioni, Taeko è single e fin da piccola la vediamo poco tendente allo stile di vita da “mamma/moglie casalinga”, ma molto più improntata ad una carriera e un futuro brillante.
Nel mettersi in contatto con se stessa ed il suo vero io, la figura di Toshio sarà fondamentale perché farà crescere in lei il dualismo amore/carriera, dal momento che si renderà conto di essere legata al ragazzo.
Pioggia di ricordi – Dal manga al film
Isao Takahata per il film si è ispirato a Omohide Poro Poro, un manga scritto da Hotaru Okamoto pubblicato nel 1988. Il manga racconta le storie della vita quotidiana di Taeko, ma quando Takahata pensò di adattare il fumetto, sentiva che mancava qualcosa e fu sua l’idea di rappresentare la protagonista già adulta e trasformare i racconti in flashback. Era il 20 Luglio del 1991 quando Pioggia di ricordi venne presentato in Giappone per la prima volta.
La precedente storia dello Studio Ghibli dell’apprendista streghetta (Kiki – Consegne a domicilio) ebbe un notevole successo, per cui la realizzazione di Pioggia di ricordi ebbe modo di essere perfezionata come gli autori volevano dall’inizio alla fine.
Takahata resta fedele ai suoi colori pastello, molto meno “digitalizzati” di quelli del suo collega Miyazaki (elemento che raggiungerà il culmine in La storia della principessa splendente). Inoltre l’autore, seppur delicatamente, mette soprattutto gli adulti di fronte a tematiche importanti, a stili e costrutti sociali non ancora superati ad oggi, come la storia delle prime mestruazioni di Taeko che non voleva restare a riposare durante le ore di attività fisica per non essere presa in giro dagli amici. Anche il contesto è perfettamente inquadrato con manifesti giapponesi e musica del tempo.
Il film sposa perfettamente presente e passato senza confondere lo spettatore, la confusione che si nota è quella di una Taeko adulta che sembra aver orientato la sua vita, ma sa che le manca qualcosa. La nostra eroina ha elementi in comune con Kiki, come la chiusura alla vita sentimentale e la prospettiva di un futuro in solitudine, ma ha anche tanto delle sorelle ne Il mio vicino Totoro: l’attaccamento alla natura e il contatto con l’essenzialità della vita.
Quale parte di lei avrà la meglio?
Beh, dopo una lotta con se stessa in cui soprattutto le donne sanno immedesimarsi, Taeko avrà un dialogo molto profondo con Toshio, parla con lui ma è come se parlasse a lei, in macchina, mentre la pioggia continua a cadere, mettendo in scena probabilmente il momento centrale che Takahata vuole farci mettere a fuoco: piove perché finalmente Taeko è riuscita a mostrare la sua anima a qualcuno, piove perché è romantico dialogare con la persona amata, piove perché i ricordi fanno commuovere e la pioggia confonde le nostre lacrime.
La protagonista non solo parla con Toshio, ma ha anche un riscontro da lui, riuscendo a capire quanto lei fosse inadatta a comprendere i segnali dell’altro sesso, come il suo vecchio compagno di banco che non voleva mai dargli la mano o come la stessa dolcezza e attenzione di Toshio. Alla fine il contatto avviene, Taeko attraverso la tranquillità e la riflessione che solo la natura può dare, riesce a prendere l’importante decisione di restare in campagna non solo perché è palesemente stanca della vita a Tokyo, ma anche perché, con suo grande stupore, si è innamorata.
In conclusione possiamo affermare che il messaggio lanciato da Isao Takahata è l’importanza che il passato ha nella nostra vita per determinare le scelte future e che per andare avanti bisogna sapere chi sei guardandoti indietro, il passato è un “continuo presente” e la pioggia è sintomo di rivelazione improvvisa a cui non puoi sfuggire se non sei al riparo.
Un gioiello meraviglioso che analizza il labile animo femminile e le dinamiche implicate nelle relazioni, partendo da quelle familiari al sentimentalismo. Una pioggia di cui non ci dimenticheremo più!