(Piccoli Brividi, a volte non so esprimermi…).
Perso nella burocrazia odonomastica made in Disney+, sono riuscito nell’impresa di sbagliare serie TV. Lo ammetto, quella dannata pubblicità firmata Abbonamento€5.99™ mi aveva preso per sfinimento. C’è papà dietro tutto questo, e poi la musica fresh marketing acchiappa click.
D’accordo, annunci commerciali, avete vinto un’altra volta, mi sono detto. Avrei recensito Piccoli Brividi: La misteriosa avventura, serie in 8 episodi e, soprattutto, di un’unica stagione (o meglio, è ciò che pensavo…) tratta dai racconti teen-cliché di R.L. Stine.

Certo, immerso in visione, poi, i personaggi erano diversi dalla réclame, le puntate erano 10 anziché 8, ma perché insospettirsi, ignorare i segnali d’allarme è un’arte piuttosto in voga nel nuovo millennio.
E così ho continuato, tronfio nel petto, financo quando ho realizzato che la serie era del 2023 e non del 2025, come avevo spulciato in precedenza.
L’arcano, ahimè, l’ho svelato in conclusione. Ciò che avevo guardato, stolido, era Piccoli Brividi ebbasta, e non il turbo spottato Piccoli Brividi: La misteriosa avventura, con l’uno, quello senza i due punti, ideale primo capitolo dell’altro, pur risultando nel menù entrambi di una singola stagione, per via della autoconclusività delle vicende trattate.
(Vuoi me? Vieni a prendermi…).
(Prima odiavo questi abbracci. Ora li trovo soltanto irritanti...).
Piccoli Brividi, qualche idea ma brodo allungato

A differenza della serie anni ’90, dove ogni puntata era a sé stante, l’operazione di Rob Letterman e Nicholas Stoller consiste in una trama continuata, con l’adattamento dei singoli romanzi in un’unica storia, concatenata con forzature varie e assortite.
E così, dopo l’incipit panoramico di Port Lawrence, ecco la scena datata 1993 su cui poggia gran parte della narrazione, ossia la tragica scomparsa di Harold Biddle, arso dalle fiamme nello scantinato di casa sua. Fin da tale istantanea si chiarisce l’impianto soprannaturale dell’opera, con tanto di fuoco dall’aspetto demoniaco, in fuga dall’edificio e in cerca di vendetta.
Trascorsi trent’anni dalla morte del giovane, l’immobile è stato ereditato da Nathan Bratt (Justin Long), nuovo professore di lettere del liceo della cittadina. Peccato che, abbandonata da decenni, l’abitazione sia da ristrutturare, non quindi ancora agibile per il novello inquilino. Certo, non agibile per un 45enne piuttosto sconnesso col concetto di normalità, ma tuttavia sufficientemente integra per ospitare la festa di Halloween di Isaiah & company, ragazzetti all’ultima classe della High School, figli degli “amici” di Harold dell’epoca.
La Biddle House, spoiler non spoiler, è ovviamente infestata, tra polaroid le cui foto immortalano il futuro, maschere da troll nazi-satanista, loop temporali al sapore di cucù, vermi tanto disgustosi quanto pericolosi, ma, soprattutto, Slappy, un burattino malvagio dotato di volontà propria.

Senza rivelare altro di trama (forse), e glissando sulle manie da Stephen King del signor Bratt, la serie, tenuto conto del target al quale si rivolge, parte discretamente, con i primi tre episodi che scorrono con adeguata fluidità, destando curiosità per un mistero dall’intreccio accattivante, unito a una vena comica demenziale ma efficace, nonché a lievi inquietudini, che, tuttavia, restano lontane da una reale idea di paura.
Da lì in avanti si salva esclusivamente l’episodio 6, puntata flashback in cui si racconta di come Slappy abbia fatto la fortuna da ventriloquo del bisnonno di Harold, e di come, generazioni dopo, il nipote abbia replicato lo stesso patto col diavolo con il pupazzo magico.
Tutto il resto, però, è parecchio al di sotto della sufficienza. Certo, la gag è sempre dietro l’angolo, appare financo lo zio Andy de La Vita Secondo Gym in un cameo da poliziotto, ma pian piano si perde interesse, complici il sopraggiungere di dialoghi ingessati e l’incapacità di mettere assieme in modo convincente troppe storie differenti.
L’acme di questo, a titolo esemplificativo, è l’episodio 9, in cui non accade assolutamente nulla per l’intero trascorrere dei 41 minuti.
Insomma, quel po’ di potenziale Piccoli Brividi (Goosebumps) (letteralmente “pelle d’oca”, il mio inglish va a bombazza…) se lo gioca subito quasi in toto, perché, come dicono quelli bravi, con una frase a effetto, qui l’ambizione ha di gran lunga superato la durata.