Penélope Cruz è un’attrice e modella spagnola che negli anni si è affermata come una vera e propria diva a livello internazionale: musa di Pedro Almodóvar, ha dato prova del suo talento sin da giovanissima, venendo soprannominata la nuova Anna Magnani del nostro secolo.
Penélope Cruz: un’infanzia all’insegna dell’arte
Penélope Cruz Sánchez nasce il 28 aprile 1974 in Spagna ad Alcobendas, in provincia di Madrid, dalla madre Encarna Sánchez, parrucchiera, e dal padre Eduardo Cruz, commerciante che lavorava presso una concessionaria d’auto. La famiglia Cruz è poi completata dai fratelli minori Mónica, nata nel 1977 e che ha intrapreso la medesima carriera recitativa sulle orme di sua sorella maggiore (conosciuta in particolare per il suo ruolo nella serie Paso Adelante), e Eduardo, nato nel 1985 ed affermatosi come cantante e musicista. Nel 2012 nasce poi Salma, sorellastra da parte del padre.
Penélope Cruz trascorre la sua infanzia ad Alcobendas, in particolare presso l’appartamento della nonna materna. L’attrice ha sempre descritto la sua come un’infanzia felice, durante la quale emerse fin da subito la sua propensione alla recitazione, seppur questa sarà una passione che inizierà a coltivare soltanto nella prima adolescenza. In uno scambio con l’attrice Marion Cotillard, alla domanda “sei sempre stata interessata a diventare un’attrice?”, Penélope Cruz ha risposto:
“Credo da quando avevo circa quattro anni. Ricordo che quando giocavo con gli amici ero consapevole di star recitando dato che, giocando con loro, pensavo ad un personaggio e fingevo di essere qualcun altro. I miei genitori mi portarono anche a scuola di danza e lì ho avuto la possibilità di iniziare a comunicare quei sentimenti ed emozioni. Ho ballato per molti anni. E poi, quando avevo dieci o undici anni, sono diventata una grande fan dei film”.
Prima ancora che alla recitazione, Cruz si dedica alla danza: studiò danza classica per ben nove anni al Conservatorio Nazionale spagnolo, fino all’età di quattordici anni. Penélope ha poi dichiarato che, seppur non ha proseguito la carriera di ballerina, una formazione simile le è stata comunque essenziale per intraprendere la strada della recitazione:
“Se non avessi avuto la disciplina di tutti quegli anni nel mondo della danza, sarebbe stato molto, molto più difficile”.
Fu soltanto nel 1990 che Penélope Cruz iniziò ad interessarsi al mondo della recitazione. A partire da quando aveva circa dieci anni, la piccola Cruz iniziò a definirsi una vera e propria cinefila, divorando pellicole su pellicole, tanto che suo padre le regalò una Betamax, videocamera molto rara nel quartiere spagnolo dov’era cresciuta. L’interesse per la recitazione si fece più concreto dopo la visione di Légami!, lungometraggio del 1989 diretto da quello che poi diverrà uno dei suoi principali collaboratori, Pedro Almodóvar. Si trattò di un vero e proprio fulmine a ciel sereno, che fece accendere qualcosa di molto forte in quella ragazza che aveva appena iniziato ad affacciarsi all’adolescenza:
“Non mi sono mai sentita così ispirata e sapevo che era ciò che volevo fare. E quella settimana ho cercato un’agente. Ho fatto un’audizione e lei mi ha mandata a casa dicendo ‘sei troppo giovane, torna l’anno prossimo’. Ma sono tornata la settimana dopo. Lei mi ha mandata via di nuovo. E poi sono tornata la settimana dopo”.
Così racconta l’attrice, dimostrando sin da subito una spiccata determinazione e dedizione a ciò che più la appassionava:
“Ero molto estroversa da piccola. Studiavo la notte quando ero al liceo, facevo danza e i casting. Cercavo un’agente e lei mi ha mandata via tre volte perché ero troppo piccola ma io continuavo a tornare. Sto ancora con lei dopo tutti questi anni”.
Dopo molta insistenza, Penélope Cruz, a soli quindici anni, riuscì a vincere un’audizione per un’agenzia di talenti a cui avevano partecipato più di trecento ragazze. L’agente Katrina Bayonas ha poi affermato, in un’intervista del 1999, che in quella bambina c’era proprio qualcosa di incredibile e magico. Fu così che Cruz, nel 1990, iniziò a studiare seriamente teatro presso la scuola di arte drammatica di Cristina Rota.
L’esordio
Già nel 1989, a quindici anni, Penélope Cruz fa il suo debutto come attrice, dapprima in un video musicale del gruppo pop spagnolo Mecano, per la canzone La Fuerza del Destino. Fu proprio sul set del videoclip che l’attrice fece l’incontro di Nacho Cano, compositore e cantante della band, con cui alcuni anni dopo Cruz intraprese una relazione sentimentale durata ben sei anni.
Poi, tra il 1990 e il 1991, prende parte al talk show spagnolo La Quinta Marcha, un programma televisivo condotto da teenager ed indirizzato ad un pubblico di coetanei. Nel 1991, inoltre, Penélope Cruz compare nella serie TV erotica francese I classici dell’erotismo (Série rose), nella quale interpretò una scena di nudo a soli diciassette anni.
Il debutto sul grande schermo avvenne nel 1992, nel film drammatico spagnolo Prosciutto prosciutto (Jamón jamón) diretto da Bigas Luna. Si trattò di una pellicola molto importante per Penélope Cruz, scelta per l’occasione come protagonista accanto a Javier Bardem, attore che molti anni dopo diventerà poi suo compagno di vita. Anche per questa pellicola l’attrice recitò in topless, facendosi notare come sex symbol di quegli anni, nonostante non avesse ancora compiuto diciotto anni. in un’intervista per il Los Angeles Daily News del 1999 l’attrice ha affermato:
“Era una grande parte, ma non ero davvero pronta per la nudità. Ma non ho rimpianti perché volevo iniziare a lavorare e mi ha cambiato la vita”.
Certamente si trattò di scelte di carriera opinabili e molti erano i dubbi riguardo al modo in cui l’attrice sarebbe stata percepita dal pubblico e dal mercato cinematografico, soprattutto in quanto ruoli simili che sfruttavano la sensualità dell’attrice avrebbero potuto oscurare l’innegabile talento recitativo di Penélope. Eppure lei ha sempre saputo ciò che stava facendo, ostinata nel realizzare gli obiettivi che coltivava fin dalla prima adolescenza.
Prosciutto prosciutto, presentato in occasione del Festival del cinema di Venezia, ricevette critiche prettamente positive e, al suo primo ruolo da protagonista in un lungometraggio, Penélope Cruz ricevette la sua prima nomination al premio Goya come miglior attrice, facendosi immediatamente notare.
Nello stesso 1992, Penélope Cruz recitò in Belle Époque, dramma diretto da Fernando Trueba. Il lungometraggio vinse il premio Oscar come miglior film straniero, oltre ad aggiudicarsi ben nove premi Goya su diciassette candidature. Positive furono le critiche mosse all’attrice che, questa volta, interpretò un ruolo più innocente e distante dal precedente, dimostrando la sua incredibile versatilità.
Così, tra il 1993 e il 1996, in soli tre anni, l’attrice recitò in ben dieci film spagnoli ed italiani, tra cui ricordiamo Il labirinto greco (El laberinto griego, Rafael Alcázar, 1993); La ribelle (Aurelio Grimaldi, 1993); Per amore, solo per amore (Giovanni Veronesi, 1993); Allegro ma non troppo (Alegre ma non troppo, Fernando Colomo, 1994); La Celestina (Gerardo Vera, 1996).
All’età di venti anni, Penélope Cruz si trasferisce a New York, dove visse per due anni, durante i quali proseguì i suoi studi di danza e prese delle lezioni di inglese da un insegnante procuratole dal compagno dell’epoca, Nacho Cano. I due convissero e si supportarono reciprocamente in uno dei momenti più complessi e delicati delle loro carriere: Cruz aveva iniziato ad affermarsi nel panorama cinematografico europeo e muoveva i primi passi oltreoceano, Cano invece aveva da poco sciolto i Mecano e si avviava ad una carriera musicale solista.
Nel 1997 fu la volta del film spagnolo L’amore nuoce gravemente alla salute (El amor perjudica seriamente la salud) di Manuel Gómez Pereira. Lo stesso anno, Penélope Cruz compare nella scena d’apertura di Carne trémula di Pedro Almodóvar, suggellando ufficialmente la prima collaborazione tra i due nonché realizzando il sogno dell’attrice di lavorare per il regista che prima di tutti l’aveva iniziata alla sua passione per l’arte della recitazione. Ancora una volta, inoltre, Cruz si ritrovò a recitare accanto ad Javier Bardem, seppur ai tempi ancora non vi era nulla tra i due.
Sempre nel 1997, Penélope Cruz recitò anche ne La legge della giungla (Et hjørne af paradis), film svedese di Peter Ringgaard. La pellicola più importante di quell’anno fu però Apri gli occhi (Abre los ojos), scritto e diretto da Alejandro Amenábar.
Il film segue il protagonista César, un dongiovanni che non riesce a separare i sogni dalla realtà e si ritrova ad essere accusato di un omicidio di cui non ricorda nulla. Apri gli occhi riscosse un enorme successo, soprattutto in patria: presentato al Festival del cinema di Venezia, il lungometraggio riuscì a superare persino Titanic al botteghino di Madrid. Proprio per queste ragioni, pochi anni dopo, ne venne realizzato un remake statunitense, Vanilla Sky, in cui Cruz tornò nei panni del medesimo personaggio.
Nel 1998 arrivò il primo ruolo in una produzione americana, Hi-Lo Country, diretto da Stephen Frears. Ai tempi Penélope Cruz non padroneggiava molto bene la lingua inglese per cui sul set ebbe grandi difficoltà: lei stessa ha infatti dichiarato che a volte si chiudeva in bagno piangendo per il fatto di non riuscire a capire le indicazioni del regista, temendo che tutto ciò potesse influire negativamente sulla sua performance. Hi-Lo Country non fu un successo, anzi, fu un vero e proprio flop, colpito da critiche abbastanza negative, tuttavia l’interpretazione di Cruz non è passata del tutto inosservata, permettendole di ricevere una nomination agli ALMA Awards.
L’attrice ha poi devoluto quanto guadagnato dal film alla missione di Madre Teresa a Calcutta, in India, dove Penélope Cruz aveva soggiornato poco tempo prima e dove collaborò proprio con Madre Teresa prestando assistenza in una clinica per persone affette da lebbra.
Cruz aveva già svolto opere di volontariato in Nepal, Uganda ed India e l’esperienza la segnò in modo così significativo che, su proposta del compagno Nacho Cano, Penélope sovvenzionò insieme ad altre star la Fondazione Sabera: una casa e scuola per ragazze nonché clinica per malati di tubercolosi. Anche per queste azioni, ad oggi Penélope Cruz nel suo paese natale è conosciuta come la Madonna di Madrid.
Il 1998 segnò anche la rottura tra Nacho Cano e Penélope Cruz, i quali tutt’oggi dichiarano di essere rimasti comunque in buoni rapporti. Dello stesso periodo ricordiamo i film Don Juan di Jacques Weber e La niña dei tuoi sogni (La niña de tus ojos) di nuovo di Fernando Trueba.
Riguardo a quest’ultimo titolo, Penélope Cruz ha nuovamente dimostrato il suo talento recitativo, aggiudicandosi il suo secondo premio Goya e ricevendo diversi apprezzamenti da parte della critica cinematografica, tra cui ricordiamo il commento di Jonathan Holloland per Variety:
“Se serviva ancora una conferma del fatto che Cruz è prima un’attrice e poi un bel viso, eccola qui”.
Il sodalizio con Pedro Almodóvar
Dopo una prima breve collaborazione in Lègami!, non trascorse molto tempo prima che le strade di Penélope Cruz e Pedro Almodóvar si incontrassero nuovamente, dando inizio ad un prolifico sodalizio tra l’attrice ed il regista, la prima divenuta ormai una vera e propria musa per il secondo, o meglio, come affermato da Almodóvar:
“Per me lei non è esattamente una musa, la persona che mi ispira. Lei non mi ispira storie, mi ispira qualcosa di diverso e di molto, molto importante che è la fiducia. Poi ovviamente possiamo definirla una musa nel senso che, quando finisco la prima stesura e immagino le facce dei protagonisti, ne cerco sempre una che vada bene per lei o che io possa adattare a lei, perché tra di noi c’è una chimica enorme. Credo che grazie a Penélope io sia un regista migliore”.
Nel 1999 fu quindi la volta di Tutto su mia madre (Todo sobre mi madre). Il film segue la storia di Manuela, madre single, che vede morire suo figlio Esteban sotto i suoi occhi mentre rincorre un’auto per avere l’autografo di un’attrice di teatro. Manuela decide di tornare a Barcellona per ritrovare il padre del ragazzo, un travestito di nome Lola.
Con i suoi ritratti al femminile, Pedro Almodóvar si contraddistingue da sempre per la delicatezza e l’ironia con cui affronta temi delicati appartenenti alla sfera della maternità, delle relazioni tra figli e genitori, dell’autodeterminazione ed emancipazione femminile, restituendo al pubblico delle opere cinematografiche di rara bellezza.
In Tutto su mia madre, Penélope Cruz interpreta il drammatico ruolo di Rosa, suora laica incinta e positiva all’HIV. Si trattò di un ruolo decisamente significativo per la carriera dell’attrice, che contribuì ufficialmente a lanciarla nel panorama internazionale con una delle sue interpretazioni di maggior spessore sino ad allora. Il film, di fatti, riscosse un enorme successo, aggiudicandosi l’Oscar come miglior film straniero e dando così maggiore visibilità all’attrice.
Nel 2000 Penélope Cruz è chiamata a recitare in Per incanto o per delizia (Woman on Top) di Fina Torres, dove ancora una volta la sua performance viene criticata positivamente, rispetto al resto del film che invece ha ricevuto un’accoglienza più tiepida. Ancora nel 2000, Cruz è co-protagonista di Passione ribelle (All the Pretty Horses) diretto da Billy Bob Thornton, accanto a Matt Damon.
Il successo
Il 2001 rappresenta un anno davvero significativo per la carriera di Penélope Cruz, qui all’apice del suo successo a livello internazionale. Ricordiamo in particolare Blow, film di Ted Demme basato sul romanzo di Bruce Porter su George Jung, trafficante di droga attivo tra gli anni Settanta e Ottanta. Jung è qui interpretato da Johnny Depp, mentre Cruz veste i panni della compagna Mirtha Jung.
Il film non riscosse grande successo al box-office anche se è stato notevolmente apprezzato. Penélope Cruz, in particolare, ricorda una piacevole atmosfera sul set, soprattutto grazie alla collaborazione con Depp, descritto da lei come un tipo alla mano, generoso e divertente, uno dei più gentili e genuini che abbia mai conosciuto.
Sempre nel 2001, Penélope Cruz recitò in Vanilla Sky, remake statunitense diretto da Cameron Crowe di Apri gli occhi, pellicola spagnola di cui la stessa Cruz era co-protagonista. Chiamata ad interpretare il medesimo ruolo, questa volta l’attrice ha affiancato Tom Cruise.
Nonostante la performance dell’attrice, insieme a quella in Blow, non sia stata molto apprezzata dalla critica (tanto da farle ricevere la nomination come peggior attrice ai Razzie Award), il film fu un grande successo al botteghino, complice l’incredibile chimica tra i due attori protagonisti. Tom Cruise, ai tempi, era ancora sposato con Nicole Kidman, anche se il loro matrimonio era ormai agli sgoccioli e di fatti avrebbero poi divorziato l’estate dello stesso anno.
La relazione tra l’attore e Penélope Cruz andò oltre il grande schermo e i due furono legati tra loro dal 2001 al 2004, vivendo una storia d’amore molto intensa durante la quale entrambi avevano dichiarato di essere intenzionati a sposarsi.
Nel 2003 Penélope Cruz ha fatto causa alla rivista australiana New Idea, sporgendo denuncia per diffamazione a causa di un articolo falso secondo il quale l’attrice stesse tradendo il suo compagno con un altro attore spagnolo, motivo reale per il quale i due continuavano a tardare le proprie nozze. Cruz riuscì a vincere la causa, devolvendo poi quanto guadagnato in beneficenza.
Cruise e Cruz si lasciarono per seri impegni lavorativi che impedivano loro di proseguire. Alcuni giornalisti dei principali tabloid di gossip hanno però avanzato altre ipotesi su questa rottura, affermando che Penélope Cruz abbia lasciato Tom Cruise a causa della sua dedizione a Scientology, percepita come la terza ruota della loro relazione.
Del 2001 ricordiamo poi Il mandolino del capitano Corelli (Captain Corelli’s Mandolin) di John Madden, che però fu un vero e proprio flop, e Nessuna notizia da Dio (Sin noticias de Dios) diretto da Agustín Díaz Yanes.
Nel 2002 recitò in Amici di…letti (Waking Up in Reno), diretto da Jordan Brady, che però si rivelò essere l’ennesimo flop. L’anno successivo fu poi la volta di Gothika, horror del 2003 diretto da Mathieu Kassovitz, dove Penélope Cruz collaborò con Halle Berry e Robert Downey Jr. Sempre nello stesso anno l’attrice è ne Il tulipano d’oro (Fanfan la Tulipe) di Gérard Krawczyk, remake dell’omonimo film del 1952 di Christian-Jaque. Ancora una volta, però, si trattò di un fallimento e numerose furono le critiche negative mosse anche all’interpretazione dell’attrice.
Nel 2004 Penélope Cruz prende parte al cast del film natalizio Un amore sotto l’albero (Noel) di Chazz Palminteri. Recita nello stesso anno anche in Cuore di donna (Head in the Clouds) di John Duigan, film complessivamente fallimentare nel quale però Cruz riesce comunque a spiccare, secondo il critico cinematografico Bruce Birkland:
“La storia sembra forzata e le performance squallide, con la notevole eccezione di Cruz, che sembrava essere in un film diverso rispetto al resto del cast”.
Ma anche riguardo alla sua interpretazione in realtà vi sono state critiche contrastanti ed alcuni l’hanno percepita come eccessivamente finta e forzata, come il resto della pellicola.
Ancora del 2004 ricordiamo Non ti muovere, del nostrano Sergio Castellitto. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, moglie del regista. La storia segue una ragazza quindicenne che, durante una giornata uggiosa, ha un incidente col motorino e viene trasportata in ambulanza all’ospedale. Il medico di guardia la riconosce: è la figlia di Timoteo che è un chirurgo in quello stesso ospedale. Mentre viene operata dal collega, Timoteo ripercorre coi pensieri tutta la propria vita, gettando la propria maschera di genitore e di marito modello.
Per l’occasione, Penélope Cruz imparò l’italiano, donandoci una splendida performance apprezzata a livello internazionale. Il San Francisco Chronicle ha addirittura definito Cruz come la nuova Anna Magnani del XXI secolo, in grado di comunicare la sua essenza meglio in italiano che in inglese. Proprio per questa sua straordinaria interpretazione l’attrice riuscì ad aggiudicarsi il David di Donatello, oltre che l’European Film Award.
Nel 2005 Penélope Cruz recitò in Chromophofia di Martha Fiennes e Sahara. Quest’ultimo titolo, diretto da Breck Eisner e tratto dall’omonimo romanzo di Clive Cussler, vede come protagonisti Cruz e Matthew McConaughey. Si trattò di una produzione costosissima che però riuscì a recuperare solo metà delle spese al botteghino, rivelandosi un incredibile fallimento. Fu proprio su questo set, però, che i due protagonisti si innamorarono, frequentandosi fino al 2006.
Penélope Cruz, un’attrice da record
Nel 2006, dopo aver preso parte al cast di Bandidas al canto della sua amica Salma Hayek, Penélope Cruz torna a collaborare con Pedro Almodóvar per Volver – Tornare.
Il film racconta le vicende di tre generazioni di donne: Raimunda è una giovane madre che decide di nascondere il cadavere del suo compagno per coprire l’omicidio avvenuto per mano della figlia Paula dopo un tentativo di abuso. La sorella Sole, abbandonata dal marito, gestisce un negozio di parrucchieri e vive da sola. Nel frattempo lo spirito della madre, morta anni prima in un incendio, torna per risolvere alcune questioni in sospeso e dispensare utili consigli.
Ennesimo capolavoro del regista spagnolo, il film si aggiudicò i premi per la miglior sceneggiatura e le migliori interpretazioni femminili al Festival di Cannes. Spicca in particolare l’intensa interpretazione di Penélope Cruz, portandola ad essere nominata per il premio Oscar. Cruz raggiunge così un importante traguardo, diventando la prima attrice spagnola a ricevere una nomination per l’ambita statuetta d’oro.
L’anno seguente, nel 2007, Penélope Cruz è in Manolete di Menno Meyjes, con Adrien Brody. Nello stesso anno esce anche The Good Night, diretto dall’esordiente Jake Paltrow, il cui cast oltre a Penélope comprende la sorella di Jake, Gwyneth Paltrow, Martin Freeman e Danny DeVito.
Il 2007 fu anche l’anno in cui Penélope, insieme a sua sorella Mónica, realizza il suo sogno d’infanzia di lavorare nel campo della moda come designer. Le due, da bambine, erano solite scarabocchiare sulle riviste di moda immaginando di essere delle stiliste. Proprio insieme coroneranno il loro sogno, occupandosi dapprima del design di una linea di borse per Samantha Thavasa, e poi collaborando con altri brand come Mango, Agent Provocateur, Carpisa, Loewe e Geox.
Dopo Lezioni d’amore (Elegy, diretto da Isabel Coixet, 2008), Penélope Cruz lavorò ad uno dei suoi film di maggior rilievo: Vicky Cristina Barcelona, diretto da Woody Allen, con Scarlett Johansson, Rebecca Hall e Javier Bardem. La pellicola segue la storia di un pittore spagnolo, Juan Antonio, che conosce due turiste americane, Vicky e Cristina. La prima è una ragazza tranquilla in procinto di sposarsi, la seconda in cerca di avventure sessuali. La loro relazione manderà sulle furie l’ex fidanzata del pittore, Maria Elena.
Il titolo si rivelò un immenso successo, uno dei più proficui di Allen, ed in particolare la performance di Penélope Cruz fu ampiamente apprezzata. Il critico Mick LaSalle del San Francisco Chronicle ha affermato:
“La rivelazione è Penélope Cruz, che non è mai stata migliore in un film americano. Improvvisamente, e per la prima a volta, la sua fama ha senso. Nel ruolo di Maria Elena, dotata e nevrotica ex moglie di Juan Antonio, Cruz è al top – divertente da morire, abbandonata, passionale, pungente, con una performance ricca di sfumature. È tanto divertente quanto potente come Anna Magnani, oltre che bella. Cruz aveva solo bisogno di qualcuno che la lasciasse libera”.
Per questo ruolo non solo vinse l’ennesimo premio Goya ma riuscì ad aggiudicarsi il premio Oscar come miglior attrice non protagonista, diventando ufficialmente la prima attrice spagnola e la sesta persona di nazionalità ispanica a riceverlo. Tra gli altri riconoscimenti, Cruz vinse anche il premio BAFTA.
Vicky Cristina Barcelona fu fondamentale non soltanto per la carriera dell’attrice, ma anche per la sua vita personale: è infatti sul set in questione che Cruz incontra nuovamente Bardem, attore con il quale aveva già collaborato in diverse occasioni ma con cui soltanto allora ebbe modo di approfondirne la conoscenza. I due iniziarono a frequentarsi nel 2007, dopo una festa, come dichiarato dallo stesso Bardem:
“Nessuno di noi avrebbe fatto la prima mossa. Non so se eravamo timidi o cercavamo di essere troppo professionali. Fortunatamente un nostro amico ha organizzato una festa per celebrare la fine delle riprese e, beh, il resto è storia. Grazie a Dio!”.
Penélope Cruz e Javier Bardem si sono sposati nel 2010 alle Bahamas e dalla loro unione sono nati due figli: Leo Encinas Cruz (2011) e Luna Encinas Cruz (2013).
Nel 2009 Cruz è ancora una volta al fianco di Pedro Almodóvar ne Gli abbracci spezzati (Los abrazos rotos), dove l’attrice risplende nuovamente donando al pubblico l’ennesima splendida interpretazione, prova della sua maestria e del suo talento.
Dello stesso anno ricordiamo poi Nine, adattamento cinematografico dell’omonimo musical diretto da Rob Marshall. Per quest’ultimo titolo, Penélope Cruz aveva tentato il casting per il ruolo di Claudia, poi assegnato invece a Nicole Kidman. Per le performance di danza nel musical, Cruz si è allenata per ben tre mesi e, grazie al suo duro impegno, l’attrice è stata nuovamente candidata agli Oscar.
Nel 2010, dopo un cameo in Sex and the City 2, Penélope Cruz recita in Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare (Pirates of Carabbean: On Stranger Tides), diretto da Rob Marshall, col quale l’anno precedente l’attrice aveva lavorato in Nine. È stato proprio grazie a questa collaborazione che il regista decise di chiamare nuovamente l’attrice, l’unica ad essere stata presa in considerazione per quel ruolo.
Per preparasi al meglio a questa parte, l’attrice ha seguito un corso di scherma. Il quarto capitolo del celebre franchise, in cui Cruz torna a lavorare col collega Johnny Depp, riscosse un immenso successo al box-office. Durante le riprese, l’attrice ha scoperto di essere incinta del suo primogenito. Per questa ragione, i costumisti hanno realizzato degli abiti di scena elasticizzati appositamente per lei e, per le scene più rischiose, è stata assunta la sorella Mónica in veste di sua controfigura.
Il primo aprile del 2011 Penélope Cruz riceve una stella sulla Walk of Fame di Hollywood, diventando la prima attrice spagnola ad averne una. L’anno successivo, dopo essersi prestata nei panni di Mario nella pubblicità Nintendo di New Super Mario Bros. 2, l’attrice torna a collaborare con Woody Allen in To Rome with Love, in cui Cruz recita in italiano.
Nonostante il film, ad oggi, sia probabilmente uno dei più discussi di Allen, l’interpretazione di Penélope è stata caldamente apprezzata, portando i critici a paragonarla nuovamente ad Anna Magnani e Sophia Loren. Ancora nel 2012, Cruz recita in Venuto al mondo, film italiano diretto di nuovo da Sergio Castellitto.
Dopo Gli amanti passeggeri (Los amantes pasajeros, 2013) ancora di Pedro Almodóvar, Penélope Cruz lavora al fianco del suo compagno di vita, Bardem, in The Counselor – Il procuratore, diretto da Ridley Scott: il film si rivelò un grande flop. Segue, nel 2015, Ma ma – Tutto andrà bene, di Julio Medem, in cui Cruz non solo recita ma veste anche i panni di co-produttrice. L’attrice, riguardo al suo ruolo in quest’ultima pellicola, ha dichiarato:
“Uno dei personaggi più complessi e belli che mi sia mai stato offerto, il più difficile”.
Nonostante le critiche negative mosse contro la pellicola, la performance dell’attrice l’ha portata ad essere nuovamente nominata per il premio Goya.
Nel 2016 Cruz è in Zoolander 2, commedia diretta ed interpretata da Ben Stiller. Penélope è sempre stata una fan del primo film ed è stata presa immediatamente in considerazione per il ruolo poi affidatole. Il sequel, al contrario del primo capitolo, è stato però colpito da critiche fortemente negative, accusato di avere troppi camei di celebrità senza però essere effettivamente divertente.
Dello stesso anno ricordiamo anche Grimsby – Attenti a quell’altro (The Brothers Grimsby, di Louis Leterrier) e The Queen of Spain (La reina de España, di Fernando Trueba), per cui Cruz riceve la sua nona nomination ai Goya.
Nel 2017 fu poi la volta di Escobar – Il fascino del male (Loving Pablo), diretto da Fernando Léon de Aranoa, dove Penélope Cruz recita nuovamente al canto di Javier Bardem. L’attrice, chiamata questa volta a prestare il volto alla giornalista Virginia Vallejo, si preparò al ruolo studiando minuziosamente le interviste di quest’ultima. Bardem ha raccontato alcuni retroscena riguardo a questo titolo e di come questo abbia in qualche modo influito sul rapporto con la moglie:
“Ci siamo chiesti subito come potevamo affrontare questa lacerante storia d’amore senza che la nostra ne venisse colpita. Poi ci siamo buttati in questo film ed è filato tutto liscio… finché abbiamo dovuto affrontare la scena, in prigione, in cui io divento molto minaccioso, una di quelle che vuoi recitare appena la leggi, ma poi un minuto prima di andare sul set te la fai sotto perché richiede uno sforzo emotivo pazzesco.
Dopo averla girata io mi sentivo bene, ma Penélope decisamente no. Tornati a casa non mi ha parlato per un po’. Le dicevo: ‘Guarda che sono Javier, non Pablo!’. Non c’è stato nulla da fare: mi ha fatto dormire sul divano”.
Ancora una volta, per quest’interpretazione entrambi gli attori ricevettero una candidatura ai Goya. Lo stesso anno l’attrice è in Assassinio sull’Orient Express (Murder on the Orient Express) di Kenneth Branagh.
Il 2018 segna il debutto televisivo di Penélope nella serie American Crime Story, per cui riceve la nomination ai Primetime Emmy Award. Lavora poi a Tutti lo sanno (Todos lo saben, di Asghar Farhadi), sempre con Bardem, dimostrando sul grande schermo l’incredibile chimica tra i due coniugi. Nello stesso 2018 l’attrice riceve il premio César onorario alla carriera, consegnatole dall’amico Almodóvar.
L’anno successivo è poi la volta di Dolor y gloria di Pedro Almodóvar, candidato agli Oscar nella categoria di miglior film straniero. E ancora con Almodóvar, nel 2021, Cruz recita in Madres paralelas, dramma che segue Janis e Ana, due donne che diventano madri lo stesso giorno, in una clinica di Madrid. Janis è una fotografa affermata, Ana un’adolescente intimorita. La nascita delle loro due bambine crea un forte legame che evolve in maniera simmetrica.
Nei panni di Janis, Cruz ci dona forse una delle sue migliori interpretazioni in assoluto, in cui è riuscita a destreggiarsi egregiamente tra fragilità e forza, due volti della stessa medaglia, rappresentando un personaggio incredibilmente sfaccettato. La sua meravigliosa performance le ha permesso di aggiudicarsi la Coppa Volpi al Festival del cinema di Venezia, nonché l’ennesima candidatura agli Oscar.
Tra Penélope Cruz e Almodóvar vi è una complicità innegabile, nonché una profonda, reciproca stima e fiducia, fin dalla prima collaborazione:
“Ogni volta è un regalo, la partenza per un viaggio intenso e avvincente. Quando mi propone una parte ogni volta penso: ‘quest’uomo ha scritto un’altra meraviglia’. Inutile dire che la sua è la telefonata più attesa”.
Penélope Cruz
“Penélope è la prima a cui penso quando scrivo un personaggio femminile della sua età. E so che lei aspetta e spera che in ogni mio film ci sia un ruolo per lei. Non c’è bisogno che mi faccia pressioni, mi bombardi di telefonate, lei sa che penso a lei”.
Pedro Almodóvar
Tra i titoli più recenti ricordiamo Secret Team 355 (The 355, Simon Kinberg, 2022); L’Immensità (Emanuele Crialese, 2022); Tutto in un giorno (En los márgenes, Juan Diego Botto, 2022); e, da ultimo, Ferrari (Michael Mann, 2023), accanto ad Adam Driver.
Attrice di grande talento e versatilità, Penélope Cruz ha dato sempre il massimo nella propria carriera, dimostrando quanto grazie alla sua determinazione e diligenza sia riuscita ad affermarsi a livello internazionale, ritagliandosi un posto nella cultura cinematografica contemporanea. Al momento l’attrice non sembra essere coinvolta in nessuna produzione ma noi non vediamo l’ora di vederla nuovamente all’opera e ti aggiorneremo non appena ci saranno novità!