Sono passati parecchi anni ormai. Ricordo, era il giorno, o meglio la notte, dello storico Paul vs Tyson, match di pugilato trasmesso da Netflix quel 16 novembre da giubbotto pesante.
Niente lezioni la mattina dopo, adoravo dormire fino a tardi il sabato. A dire il vero, adoravo dormire fino a tardi e basta, studentello fuori sede com’ero, con quei piantagrane dei miei coinquilini che, sicuro, avrebbero messo Coez a palla nel buio delle 4, disturbando così tutto il vicinato.
Ci era già arrivata una diffida dalla Polizia la settimana prima…
(Ahó, ma s’eri tu in piedi sur divano a cantà La musica non c’è…).
Ad ogni modo, io a Coez preferivo Franco Califano, poeta da osteria, sottofondo molto più consono alle nostre cene sul terrazzino con vino a profusione e tornei di Re Boia.
Dipinsi l’anima, su tela anonima. E poi il rumore della pioggia. I 58 anni di Tyson li ho raggiunti, non si scappa. Con il vino, tuttavia, ho appena cominciato…
Paul vs Tyson, non cronaca di un evento iconico
E che sarà mai un pizzico di peperoncino. All’ultimo, a casa, ci raggiunsero amici pisani, appassionati di boxe e corse di cavalli. Non avendo loro cenato, si offrirono di preparare una pasta di mezzanotte. Piccante e Mike Tyson, che spettacolo, udii dalla cucina, festante e caotica, manco fosse l’AT&T Stadium di Arlington. Quegli spaghetti, il nostro Texas in miniatura.
Toh, reperto di archeologia internettiana. Il programma degli incontri, che articolo. Simpatica la tizia, le metto un’emoticon. Spero stia scrivendo ancora, dopo tutto questo tempo…
4 ore e 43 minuti. Non li ho visti per intero in diretta, non li vedrò di certo adesso. Hanno sistemato i sottotitoli, sono in sincrono. Very well, Netflix (very good). Noi, che l’inglese l’avevamo imparato leggendo la Magna Charta Libertatum, nonostante fosse stata scritta in latino…
Erano quasi le 6. Le discussioni sino a lì? Ippodromi, tigri nei bagni, Pisa-Sampdoria 3-0, l’ultima di B. E gli sfottò via Whatsapp a quel doriano, in seguito divenuto Principe del Foro a Genova. Per la boxe aspettammo l’entrata in scena delle star, Jake Paul su una macchina verde evidenziatore e Felicità puttana di Phil Collins, Mike Tyson a piedi, con il rap di Caruso a sostenerlo.
Gli 8 round in sé, niente di memorabile. Il pubblico mugugnava, forse giustamente, ma non so cosa potesse aspettarsi di diverso. L’ex youtuber 27enne, ai punti, non ebbe particolari difficoltà a battere il mio coetaneo dalla faccia tatuata, incassando 40 milioni di dollari per la vittoria. Iron Man, 20 milioni da sconfitto, si dichiarò ugualmente soddisfatto, c’era stato per la battaglia finale, al di là dei seri problemi di salute avuti in estate. Resoconti di un’altra vita, un autunno amerikano qualsiasi.
(C’era un sogno che era Roma, sarà realizzato. Questo è il desiderio di Marco Aurelio…).