In questo suggestivo documentario di Rossella De Venuto, che sarà presentato in anteprima mondiale nella sezione Italia FilmFest/Doc alla quindicesima edizione del Bif&st- Bari International Film&tv Festival che si svolgerà dal 16 al 23 marzo 2024 a Bari, si racconta l’incredibile ascesa di un giocatore, Pino Marzella, che portò anche grazie al suo incredibile talento, la squadra del suo paese, l’A.F.P Giovinazzo, nei primi anni ottanta, ai vertici dell’hockey italiano ed europeo.
In Pattini e Acciaio viene raccontata l’ascesa di uno dei più incredibili binomi della storia dello sport italiano. Il protagonista è lui, Pino Marzella, che unendo genio e sregolatezza, divenne un vero e proprio simbolo di come l’amore per il proprio paese e per lo sport, accompagnato da quella sana follia che ti porta a scalare le vette più alte del proprio sport, senza porsi alcun limite, oltrepassando addirittua di gran lunga più di quanto chiunque avesse mai previsto e sognato, portò l’A.F.P Giovinazzo sulle vette dell’hockey su pista italiano ed europeo.
Carattere forte e fumantino, Pino Marzella, se da una parte gli causò anche diversi problemi disciplinari di non poco conto per tutta la sua carriera, alla lunga, forse in virtù di questo suo carattere antesignano del Maradona napoletano, arrivò forse proprio per questa sua indomita indole, a raggiungere, da giovane talento di provincia, vette a dir poco impensabili per un piccolo paese della provincia di Bari.
Poco dopo questa piccola realtà sportiva, salutò quel suo talentuoso figlio verso altre vie e altre grande imprese nelle più blasonate e ricche squadre del nord prima e poi verso la prestigiosa maglia azzurra della nazionale italiana, ma non senza prima averlo consegnato alla storia dell’hockey con quell’incredibile coppa alzata agli albori degli anni ottanta, sugellando quella grande storia d’amore con una leggendaria coppa delle coppe.
Pattini e Acciaio: come è stato possibile?
Viene da pensare che si tratti di una sorta di Miracle su pista. Paragonando infatti l’impresa di Marzella e della sua Giovinazzo, con l’impresa miracolosa della nazionale americana, che sempre nello stesso anno sconfisse l’apparentemente imbattibile corazzata russa alle olimpiadi invernali del 1980, in quali termini si potrebbe mai definire l’impresa di Marzella e compagni che nello stesso anno sconfissero il grande Barcellona, una delle squadre più forti del periodo e dopo per giunta una clamorosa rimonta in casa altrui?
Quanto mai azzardato e difficile appare trovare un’aggettivo o un sostantivo per un’impresa di questo tipo, tanto uniche e rare sono queste storie nel mondo dello sport, in cui solitamente i piccoli Davide hanno ben poca fortuna contro i giganti Golia che si trovano ad affrontare. Ma da dove parte questo miracolo italiano?
Tutto nacque decenni prima, dal visionario progetto di un altrettanto ardito imprenditore locale di portare un piccolo paese della provincia di Bari dall’essere semisconosciuto ai più, a farlo diventare uno dei paesi italiani a più alto tasso di industrializzazione a cavallo tra gli anni ’60 e ’70.
Intorno al Parco Scianatico, dove sorse l’azienda siderurgica Ex-Ferrieri, proprio lì si incominciarono a porre le basi per le future generazioni di tanti giovani che nel doposcuola incominciarono, insieme all’acciaio, a coltivare la grande passione per l’hockey, ed il giovanissimo Pino Marzella proprio lì incominciò a plasmare i suoi sogni, rendendoli talmente resistenti e forti come il ghiaccio, da sciogliersi sulla pista di un piccolo paese barese, rendendo possibili, da lì a poco, i sogni di questo maradoniano ragazzo di provincia.
Da qui partì il miracolo della A.S. Giovinazzo e da qui Pino Marzella incominciò a scalare tante vette, e lì dove raggiunse l’apice del suo successo con la sua squadra del cuore nel 1992, dodici anni dopo, alle olimpiadi di Barcellona raggiunse con la nazionale, un non meno storico e prestigioso bronzo olimpico, come se il destino romanticamente gli avesse fissato un altrettanto prestigioso appuntamento in quella stessa città anni dopo, per sugellare nel migliore dei modi il suo capitolo finale da giocatore.
Anche lì, forse non casualmente, il destino aveva dato un altro appuntamento ad un altro grande sognatore ed eroe romantico del nuovo mondo, Diego Armando Maradona, suo coetaneo alterego calcistico, che negli stessi anni iniziò, nella capitale catalana la sua irripetibile carriera calcistica, portandolo nel giro di pochi anni, tra Napoli e Argentina, ad innumerevoli trionfi personali e di squadra, e con essi la gloria imperitura.
Lì Marzella, dopo il suo personale e collettivo trionfo sportivo all’alba del 1980, tornò con un’altra maglia azzurra dodici anni dopo, e mentre Maradona concludeva burrascosamente la sua avventura a Napoli nei medesimi anni, l’ormai maturo campione barese, concluse la sua carriera con una non meno prestigiosa medaglia olimpica. Dodici anni dopo, nel 2004, seguendo il suo cuore ritornò, questa volta in veste di allenatore, lì dove tutto ebbe inizio, a Giovinazzo, per riprendere quella storia d’amore e di sport, mai realmente finita.
Che cosa è restato di questi anni ’80?
Che cosa è rimasto di questa clamorosa storia sportiva? Rossella De Venuto in Pattini e Acciaio ci porta sullo schermo, in questo suggestivo documentario, prodotto da Interlinea films e patrocinato dal Fondo regionale AFC – Apulia film Commission – Comune di Giovinazzo e di Tax Credit Nazionale con la collaborazione dell’illustratore e fumettista Walter Petrone, su che cosa è rimasto di questo miracolo sportivo su pista, offrendoci, viaggiando tra bianco e nero e colori, tra ieri e oggi, su come le strade del suo più illlustre giocatore di sempre e della sua squadra del cuore si siano ritrovate nel 2024.
Vent’anni dopo il suo ritorno in veste di coach della Giovinazzo, che senza di lui era lentamente ricaduta nel degrado sportivo, riuscì in pochi anni, nel 2004, a riportare la sua squadra del cuore dalla serie B in cui si trovava, alla serie A1 e all’Europa che contava, tornando lì dove tutto iniziò all’alba negli anni’80, rendendo quello che un tempo era stato infinetesimale ed impensabile per una piccola squadra di provincia, ancora una volta possibile e grazie al meticoloso lavoro documentaristico di Rossella De Venuto in Pattini e Acciaio, ripercorribile anche per noi dalle sue origini ai giorni nostri.