Ryusuke Hamaguchi sembra esserci da sempre, e al tempo stesso appare come un talento perennemente contemporaneo. Con l’arrivo di Passion in streaming su MYmovies ONE – ingresso che rende ancora più completa l’offerta della sua filmografia per gli abbonati – si potrà mettere un punto di partenza ancora precedente nel percorso del regista di Drive My Car, andandone a scoprire le fondamenta di uno stile che continua a evolversi con ogni nuova opera.
Correva l’anno 2008 e Passion fu la sua tesi di laurea. Come tutti i film di produzione universitaria deve affidarsi agli ambienti quotidiani come ingredienti principali. Ma l’eccezionalità di Hamaguchi, già evidente allora, fa sì che le limitazioni diventino opportunità.
Il regista non ha mai fatto mistero della sua fascinazione per Cassavetes, e nel film sembra creare un dialogo aperto con il simbolo del cinema indipendente americano, concentrandosi su un gruppo di amici da una notte di festa ai momenti di vita estemporanei che ne seguono, indagando i rapporti reciproci, le complicazioni sentimentali, l’approccio alla vita in un momento di passaggio verso l’età adulta.
Tutti a cavallo dei trent’anni, i personaggi hanno a che fare con promesse di matrimonio, figli in arrivo, carriere da costruire. Ma sono anche abbastanza compiuti come individui da avere tra loro segreti, risentimenti e passioni mai confessate.
Senza parlare della disgregazione del gruppo e dell’amicizia perduta. Una situazione classica che però nelle mani di Hamaguchi, già allora inclini alla sperimentazione, viene plasmata in un gioco di manipolazione temporale e osservazione umana di alto livello.
Le scene si espandono, prendono direzioni inaspettate, mettono in discussione le aspettative dello spettatore, ma senza mai sfuggire al controllo del regista, che farà poi di queste tecniche il cuore dei suoi film successivi, a partire proprio da Happy hour.
Qui però si presentano in una veste nuova, sotto forma di quella fotografia digitale così caratteristica del periodo. Ancora acerba e ormai quasi affezionatamente neo-vintage, ai nostri occhi – che sanno come si evolverà – è una promessa del futuro; proprio come il cinema di Hamaguchi che la incontra in quella particolare congiunzione storica, e rivela lo sguardo di uno dei grandi artisti contemporanei.
Nato nel 1978, Ryusuke si laurea all’Università del Cinema di Tokio inizia a farsi notare al Festival di Locarno nel 2015, dove partecipa con il suo Happy Hour, un film documentario di cinque ore con protagonisti attori non professionisti. Nel film, si racconta la vita e gli amori di quattro donne di Kobe appartenenti alla classe media: Sakurako casalinga, Jun disoccupata, Fumi amministratrice d’arte sposata e Akari, infermiera divorziata.
Nel 2021 con il suo Il gioco del destino e della fantasia, Hamaguchi vince il Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino, un film composto da tre episodi: Magia (O qualcosa di meno rassicurante), in cui Meiko scopre che la sua migliore amica è fidanzata con un suo ex e non sa come comportarsi, Porta spalancata, dove uno studente medita una vendetta nei confronti del suo professore che lo ha bocciato, e Ancora una volta, in cui una donna partecipa ad una rimpatriata con i compagni d’università dopo venti anni.
Sempre nel solito anno, Hamaguchi viene candidato a Cannes, dove poi vincerà il premio come miglior sceneggiatura, e riceve quattro nomination agli Oscar per Drive my car, vincendo nella categoria Miglior Film Internazionale. Nel film, il regista e attore teatrale Yusuke Kafufu è sposato con Oto, sceneggiatrice, la quale immagina le sue storie durante il sesso con il marito. Un giorno l’uomo rientra a casa e vede la moglie con un altro ma, invece di affrontarla, se ne va in silenzio e non le dice mai cosa ha visto. Un giorno, prima che Yusuke vada a lavoro la moglie gli dice che la sera avrebbero parlato ma, quando l’uomo rientra, trova Oto morta per emorragia cerebrale.
Dopo un esaurimento nervoso e il ritiro dalle scene per due anni, per Yusuke è giunto il momento di tornare sul palco, dove incontrerà due persone che lo aiuteranno a fare pace con il passato e a guardare con fiducia al futuro.
L’ultimo film di Hamaguchi è Il male non esiste, dove ha ottenuto il Leone D’Argento – Gran Premio della Giuria e il Premio FIPRESCI all’80° Mostra del Cinema di Venezia, dove ci racconta la storia di Takumi, un semplice tuttofare che conduce una vita pacifica con sua figlia Hana in un paese della prefettura di Nagano immerso nella natura. Un giorno arrivano due rappresentanti di una grossa azienda che vuole costruire un glamping nel bosco, ma dovranno affrontare i dubbi e le domande degli abitanti, così i due propongono a Takumi di occuparsi del progetto, ma gli eventi avranno un corso imprevedibile…
(Glamping Il termine deriva dall’unione delle parole “glamour” e “camping”, e indica un nuovo trend di vacanza in campeggio di lusso in cui al piacere del contatto con la natura si aggiungono i servizi tipici degli alberghi di alto livello, come piscine, jacuzzi, percorsi benessere, ristoranti e animazione per bambini.)