2022, anno in cui cade il centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, uno degli scrittori e cineasti che hanno lasciato dietro di sè una scia di capolavori e scandali che ancora oggi fanno parlare di lui.
Anche la 79esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha deciso di omaggiare Pasolini riportando sul grande schermo Teorema (1968): un film religioso e apocalittico, appartenente alla seconda fase della filmografia pasoliniana, quella che si allontana dalla tradizione neorealista di Accattone o Mamma Roma e si avvicina alla via del film difficile e intellettuale.
Sinossi di Teorema
Teorema narra la storia di una famiglia borghese milanese che entra in contatto con un ospite divino, e si divide in due parti: nella prima assistiamo all’arrivo di questo ospite misterioso e alle sue interazioni con la famiglia; nella seconda, l’ospite esce di scena e vengono mostrare le conseguenze che questo incontro ha sull’identità e la stabilità della famiglia.
Dentro Teorema
Questo ospite senza nome (Terence Stamp)si fa portatore dell’autenticità, elemento che, secondo Pasolini, viene a mancare nel mondo borghese fondato sulla stratificazione delle norme del buon comportamento al punto da soffocare la natura dell’essere. L’ospite è colui che mostra quel “qualcosa” che induce una crisi nel comportamento dei singoli componenti della famiglia, impedendogli, una volta che lui se ne andrà, di tornare alla quotidianità.
Si tratta di un ospite divino, che rappresenta Dio, e che porta con sé la condanna e la fine del mondo borghese. Elemento che già si trova nel prologo del film, nel gesto di regalare la fabbrica, emblema del mondo borghese.
I membri della famiglia, quindi, a seguito di questo incontro, vengono privati della loro maschera e dei ruoli assegnatoli dalla loro vita borghese, per trovarsi persi in una vita priva di senso. Lucia (Silvana Mangano) passa il suo tempo nella ricerca ossessiva di compensi sessuali, ricerca il dio perduto. Paolo (Massimo Girotti) cede la propria fabbrica, spogliato di tutto vaga nel deserto. Pietro (Andrés José Cruz Soublette) cerca Dio attraverso l’arte, scopre la sua omosessualità e cerca un nuovo senso nella pratica artistica, ma è un’arte sterile, fine a se stessa. Odetta (Anne Wiazemsky) perde la propria presenza, sprofondando in uno stato catatonico.
Emilia (Laura Betti), invece, si presenta come l’unico personaggio positivo, in quanto è l’unica a non appartenere alla classe borghese, ma a quella contadina. Emilia è la prima a entrare in contatto con il divino, è lei che riceve il messaggio da Angiolino (Ninetto Davoli). Perciò, mentre l’esperienza religiosa per i borghesi ha esiti negativi, Emilia diventa una santa, torna alle proprie origini nel casolare contadino e inizia a fare miracoli.
La ricezione di Teorema
Non si tratterebbe di un film di Pasolini se non avesse generato scandalo.
Infatti, Teorema, nonostante avesse ricevuto il premio OCIC (Organisation Catholique Internationale du Cinéma), in quanto richiamava l’esperienza religiosa all’interno della società borghese, viene sequestrato per oscenità dalla magistratura italiana per via dei rapporti carnali che l’ospite ha con i membri della famiglia borghese.
Anche il CCC (Centro Cattolico Cinematografico) esclude il film per il medesimo motivo. Lo stesso Pasolini, insieme al produttore Donato Leoni, andrà a processo presso il Tribunale di Venezia, per venire successivamente assolto e annullando anche l’accusa di oscenità portata al film.