Ci sono intere generazioni ed epoche storiche che hanno cercato di dare una risposta più ad una leggenda che ad una realtà, ovvero il Santo Graal; la famosa coppa da cui il Gesù Cristo sembra abbia bevuto durante l’ultima cena. La sceneggiatura di questo film si sviluppa attorno alla vicenda di questo misterioso personaggio che riesce ad arrivare alla tavola rotonda di Re Artù. Il film inizierà col raccontarci la vicenda di due marinai, Palamède e Cador, intenti a bighellonare sulla loro imbarcazione nel porto di un Nord non meglio definito, in una città che non riesce a dare nessuna conformazione se non quella di un mondo oltre la fine di tutto. A questo punto nell’indifferenza dei due arriva Parsifal, che riesce comunque a far scendere a terra i due naviganti. I due cadranno inesorabilmente nelle braccia di Elsa e Senta, abili seduttrici. Il tutto avviene nella taverna-bordello gestita da Kundry, potente e carismatica donna che riesce a fare breccia in Parsifal, scoprendo qualcosa di lui. Il giovane Parsifal prosegue il suo cammino imbattendosi in una suggestiva cornice, in un luogo che ispira rispetto per la sua solennità ma ormai in pieno declino. Qui avviene un incontro che ha dell’incredibile e da cui nascerà il grande turbamento del giovane. Un uomo ferito all’inguine, Amfortas, è vittima delle sue stesse visioni rivelando il grido di dolore del mondo che lo pervade sentendosi responsabile, poiché a dominarlo è il pungente ed infrenabile desiderio. Vedendo tutto ciò il giovane Parsifal si ritroverà d’un tratto nella taverna-bordello che paradossalmente è il luogo da cui ha avuto origine la ferita. Come detto all’inizio il film ruota intorno a Parsifal che, come riportato dai racconti arturiani, sia stato l’unico personaggio seduto alla Tavola Rotonda ad avvicinarsi al Santo Graal. Il regista descrive questa opera “Proseguendo il mio discorso di indagine sulle possibilità escatologiche dell’arte nel XXI secolo, potrei dire che l’appuntamento con la figura di Parsifal e il mito del Graal fosse imprescindibile. Infatti non potrei che definire la mia avventura artistico-esistenziale come una ricerca di Graal (più che ricerca del Graal) e forse proprio qui, in questo complemento di specificazione, sta la mia lettura di un archetipico che prima di essere mito dell’epica cristiana è centro ontologico di speculazione filosofica, di svelamento immaginifico e poetico, di abbandono mistico-erotico, accettazione di paradosso, di mistero, di necessità di ricerca”. L’autore è stato insignito tra l’altro di diversi premi a livello internazionale per il suo film Poco più di un anno fa – Ritratto di un pornodivo, ricevendo un Globo d’Oro speciale nel 2003. Da qui in poi Il Compleanno, riesce a creare una compagnia teatrale, Le Vie del Teatro, portando a compimento diversi progetti importanti. Il cast è composto da Matteo Munari, Diletta Masetti, Luca Tanganelli, Giovanni De Giorgi, Elena Crucianelli, Zoe Zolferino attori della Compagnia degli eterni stranieri. Le riprese in esterna saranno effettuate in luoghi suggestivi e per l’esattezza sono l’Abbazia di San Galgano, l’Abbazia di Sant’Antimo, la Pieve di Corsignano, i Bagni di San Filippo, la Cripta dei Longobardi a Abbadia San Salvatore, le Celle di San Francesco a Sarteano, Val d’Orcia e Val di Chiana mentre molte scene sono state eseguite all’interno di Cinecittà. Ognuno di noi viaggia sempre in bilico tra una parte razionale ed una irrazionale e con questo film inizierà un viaggio interiore al centro delle nostre esistenze, dove spiritualità e desiderio non sono mai stati così prossimi l’uno all’altro.