Resta ancora qualche giorno di quarantena e, se fai come ho fatto io, hai ancora tutto il tempo di goderti le tre stagioni di Ozark, una serie disponibile su Netflix composta da 30 episodi che io mi sono gustata in poco meno di sette giorni. Distribuita nel 2017, Ozark non ha avuto molta popolarità poiché troppo spesso veniva paragonata a un’altra serie di successo con una trama inizialmente simile, Breaking Bad; io non sono d’accordo con questa affermazione, ma di questo parleremo più avanti.
Nel cast di Ozark Jason Bateman/ Marty Byrde, Laura Linney/ Wendy Byrde, Sofia Hublitz/ Charlotte Byrde, Skylar Gaertner/ Jonah Byrde, Giulia Garner/ Ruth Langmore, Jason Butler Harner/ Roy Petty, Peter Mullan/ Jacob Snell, Lisa Emery/ Darlene Snell, Janet McTerr/ Helen Pierce, Esai Morales/ Camino del Rio.
Ozark, la trama
Nonostante il successo nel lavoro, Marty e sua moglie Wendy conducono una vita medio borghese a Chicago assieme ai loro due figli Charlotte e Jonah, con la costante sensazione di poter avere di più. Wendy ha anche abbandonato il suo lavoro alle pubbliche relazioni delle campagne elettorali per crescere i figli e, ora che sono ormai adolescenti, la donna si sente insoddisfatta. Un giorno a Marty viene fatta una proposta che potrebbe cambiare la sua vita e quella della sua famiglia: riciclare il denaro per un potente boss del cartello della droga messicano. Con il benestare della moglie decide di accettare.
Per un po’ la situazione regge ma, all’improvviso, il castello di carte crolla e Marty è costretto ad usare la sua intelligenza per salvare la sua vita e quella di tutta la sua famiglia, anche se ciò comporta trasferirsi a Ozark, una cittadina del Missouri che sorge su un lago preda di ricchi turisti durante la stagione estiva, affinché Marty possa continuare a riciclare un sempre maggior flusso di denaro derivante dal narcotraffico. All’inizio per Marty non è facile, deve affrontare la diffidenza dei cittadini e la rabbia dei figli che si sentono strappati dalla loro vita, ma piano piano inizia a svolgere il lavoro che si è prefissato e, nonostante le difficoltà, riesce a soddisfare le esigenze del cartello.
I movimenti di Marty destano l’interesse dei coniugi Snell, Jacob e Darlene, famiglia che da generazioni abita ad Ozark, che gestiscono i loro affari senza influenze esterne, nemmeno quelle della polizia locale, e che ora vedono nei Byrde un ostacolo ai loro interessi. Per gestire il grande flusso di denaro che il cartello chiede a Marty di riciclare, l’uomo è costretto ad ingrandire i suoi interessi commerciali; gli verrà in aiuto il talento di Wendy nelle pubbliche relazioni, e così la coppia si ritroverà ben presto a gestire due casinò, aiutati anche dalla scaltra Ruth Langmore. L’ampliarsi degli affari costringerà Marty a scendere a patti anche con la potente mafia di Chicago ma l’uomo, grazie alla sua intelligenza e alla sua grande bravura con i numeri, riesce a gestire gli affari facendo guadagnare tutti e permettendo così alla sua famiglia di continuare a vivere.
Come è logico che sia, i movimenti di Marty attirano anche le attenzioni dell’FBI e soprattutto quelle dell’agente Petty, che nasconde numerosi scheletri nell’armadio ma si accanisce con rabbia contro tutti quelli che sono collegati al cartello, non sempre però nel pieno rispetto della legge. Inoltre, la strada dei coniugi Byrde sarà cosparsa di cadaveri, violenze e torture poiché nel lavorare con il cartello le cose non possono andare sempre bene…
“A volte le persone prendono decisioni, la m***a accade e noi dobbiamo agire di conseguenza”
Non ho mai apprezzato Jason Bateman come attore, forse perché la mia memoria lo ricollega a certi film piuttosto inutili usciti nell’arco degli anni 80 e 90 (la sua prima apparizione risale al 1981 ne La casa nella prateria), ma questa volta sono stata sonoramente smentita. Marty è un uomo buono, che ama la famiglia e farebbe di tutto per proteggere le persone che ama, ma si trova di fronte ad una scelta: continuare con la quotidiana normalità o concedere di più a se stessi e la propria famiglia? In molti hanno detto che qui si riscontra la similitudine maggiore con Breaking Bad, ovverosia due uomini normali che si dedicano al crimine per avidità, ma per me non è così.
I sentimenti che spingono Marty ad accettare quel lavoro sono buoni, lo fa per dare alla famiglia una vita migliore e, per tutta la durata della serie, l’uomo cerca sempre di placare gli animi, di non far scorrere il sangue e, se si sporca le mani, il suo è un gesto involontario e che lo colpisce più di quanto ammetta. Marty fa quello che fa ormai per salvare la sua vita e quella dei suoi cari e, se deve coinvolgere altri, cerca di proteggere anch’essi, sempre mantenendo la calma e ragionando profondamente per evitare di commettere errori. Alla fine, l’interpretazione di Jason ti fa innamorare di quell’uomo con i suoi silenzi, i suoi sguardi, il modo in cui rende Marty quello che è, un uomo che è costretto a scendere a patti anche con i suoi principi pur di continuare a salvaguardare la sua famiglia.
Le protagonisti femminili principali sono tutte donne forti. Abbiamo Wendy Byrde, che da madre e moglie insoddisfatta acquista sempre più sicurezza fino a prendere le redini degli affari insieme al marito diventandone un’abile e agguerrita socia; l’avvocato Helen Pierce che gestisce gli affari del boss del cartello con mente fredda e pragmatismo; Darlene Snell che nella sua pazzia nutre un forte sentimento di attaccamento alla propria terra e alle proprie origini, ideali che lei difende come farebbe con un figlio; infine, Ruth. La giovane, tosta e incredibile Ruth Langmore, legata ad un cognome che a Ozark è simbolo di fallimento e delinquenza, con un padre in galera ma che esercita un forte potere su di lei, due zii che si districano tra lavori più o meno legali e due cugini che lei ama come una sorella maggiore. A nemmeno vent’anni ha già dovuto imparare a sopravvivere con in faccia il marchio Langmore, ma l’arrivo di Marty rappresenta per lei l’occasione di cambiare la sua vita e quella dei cugini, anche se per lei non sarà facile scrollarsi dalle spalle il peso di quel cognome.
Forse Ruth ha solo bisogno di qualcuno che la guidi e la protegga, facendole allo stesso tempo far pace con il suo passato, ma il suo animo tormentato non riuscirà a trovare la calma. Grazie a questa interpretazione, l’attrice Julia Garner ha ricevuto il premio come Migliore Attrice non protagonista in una Serie Drammatica alla 71esima edizione dei Primetime Emmy Awards e, a mio parere, è un riconoscimento ben meritato, dato che fin dalla sua prima apparizione nella serie, a me che per età potrei esserne la madre, ha subito ispirato un sentimento di empatia e comprensione.
I personaggi principali compiono tutti un evoluzione personale, che sia in meglio o in peggio, tutti spinti da varie motivazioni ma che portano tutte al semplice e atavico istinto di sopravvivenza e di protezione degli affetti, cambiamento che noi vediamo avvenire lungo tutto il corso dei 30 episodi è che è ben esposto nell’interpretazione degli attori. Parecchi i colpi di scena in Ozark, momenti in cui tutto cambia in un lampo e la situazione si stravolge, lasciandoti così la curiosità di andare avanti con la visione per vedere come i protagonisti se la caveranno, momenti che rendono la trama ancora più accattivante
Noi seguiamo la storia della famiglia Byrde quasi come la stessimo vivendo con loro, vediamo le discussioni in famiglia, in cui anche i figli sono a conoscenza degli affari dei genitori e ben consci delle terribili conseguenze che potrebbero accadere se commettessero degli errori, ma vediamo anche i retroscena, le scelte molto spesso difficili che, soprattutto Wendy, deve compiere per salvaguardare la sua famiglia e i molti compromessi da accettare affinché tutto fili liscio. E molto spesso ci si ritrova a domandarsi come ci saremmo comportati noi al loro posto.
Il finale della terza stagione lascia intendere che ce ne sarà una quarta, cosa che io spero vivamente, anche se Netflix non ha ancora dichiarato nulla al riguardo. Jason Bateman, che ha diretto alcuni episodi ed è tra i produttori, ha già detto che Ozark non sarà una serie lunga, al massimo avremo altre due stagioni e, se tutto andrà bene, probabilmente l’inizio delle riprese non si avrà prima del 2021... dopo aver visto il finale, sono certa che anche tu rimarrai con il fiato sospeso, in attesa di conoscere come se la caveranno anche questa volta Marty e Wendy.